TEORIA E PRASSI DELLA DELIMITAZIONE DEI CONFINI MARITTIMI ITALIANI ALLA LUCE DELLA CONVENZIONE DELLE NAZIONI UNITE SUL DIRITTO DEL MARE

Abstract

La tesi costituisce il tentativo di analizzare il diritto internazionale nella sua vita giuridica, (i) mettendo a frutto le nozioni teoriche, apprese durante il corso di Diritto internazionale, relative alla disciplina internazionale del diritto del mare e (ii) riscontrandone il rilievo sul piano applicativo, in occasione della delimitazione dei confini marittimi italiani. In tale prospettiva si è incentrato il primo capitolo sull’analisi della Convenzione delle Nazioni Unite del 1982 sul diritto del mare, di cui è stata esaminata l’origine, l’entrata in vigore, la portata complessiva, per poi soffermare l’attenzione sul regime giuridico, previsto dalla Convenzione, relativo al mare territoriale, alla zona contigua, alla zona economica esclusiva (compreso la zona per la protezione ecologica), alla piattaforma continentale e all’altro mare. Il terzo paragrafo è infine dedicato ai numerosi atti normativi interni e agli accordi (soprattutto bilaterali) destinati ad attuare quegli stessi regimi nello specifico ambito costiero e marittimo italiano. Nel secondo capitolo si è quindi proceduto a verificare la messa in opera delle regole nazionali e internazionali analizzate, con uno sguardo attento al panorama geopolitico del Mediterraneo. È stato così possibile (i) rilevare le dinamiche che sono all’origine della delimitazione delle zone marittime che interessano l’Italia e, tramite il supporto cartografico, (ii) riscontrarne le ricadute sul concreto tracciamento dei nostri confini. È così emerso chiaramente che l’Italia, che ha adottato disposizioni avanzate in materia di delimitazione marittima (quali la legge n. 91 del 2021 sull’istituzione della zona economica esclusiva), resta ancorata ad una concezione – non sempre, purtroppo, condivisa dagli altri Stati che si affacciano sul Mediterraneo – del mare come un bene comune e, pur entro certi limiti, “libero” e fruibile senza discriminazioni da tutti i soggetti della Comunità internazionale.

This thesis constitutes an attempt to analyse international law in its legal life, (i) exploiting the theoretical notions, learnt during the course of International Law, relating to the international discipline of the law of the sea and (ii) noting its relevance in terms of application, on the occasion of the delimitation of Italy's maritime borders. In this perspective, the first chapter focuses on the analysis of the 1982 United Nations Convention on the Law of the Sea, the origin, entry into force and overall scope of which are examined, followed by a focus on the legal regime, provided for by the Convention, relating to the territorial sea, the contiguous zone, the exclusive economic zone (including the ecological protection zone), the continental shelf and the high seas. Finally, the third paragraph is devoted to the numerous internal regulatory acts and agreements (especially bilateral) designed to implement those same regimes in the specific Italian coastal and maritime context. The second chapter then proceeded to verify the implementation of the national and international rules analysed, with a close look at the geopolitical scenario of the Mediterranean. In this way, it was possible (i) to detect the dynamics behind the delimitation of the maritime zones that and, by means of cartographic support, (ii) to ascertain the repercussions of these dynamics on the actual delimitation of italian borders. It thus clearly emerged that Italy, which has adopted advanced provisions on maritime delimitation (such as law no. 91 of 2021 on the establishment of the exclusive economic zone), remains anchored to a conception – not always, unfortunately, shared by the other States bordering the Mediterranean – of the sea as a common good and, albeit within certain limits, 'free' and accessed without discrimination by all the subjects of the international community.