Il ruolo delle relazioni nella crescita umana

Abstract

Come fili invisibili le relazioni tessono la trama della nostra crescita personale. Solo quando si assume una postura aperta e dialogica si può comprendere davvero sé stessi e sentendosi toccati profondamente da ogni cosa e persona che ci circonda abbiamo la possibilità di diventare la versione migliore di noi stessi. Questo è possibile quando impariamo a stare nelle relazioni, abbracciandole e navigandole per coglierne il significato più profondo e quando offriamo a noi stessi la possibilità di crescere grazie alle persone che ci stanno attorno. Ho iniziato la mia riflessione partendo dalla filosofia, che è presente in ogni parola perché ha profondamente a che fare con la vita e consente di formare a pieno l’identità e fornisce all’educatore occasioni per riflettere e acquisire consapevolezza del proprio ruolo e dell’importanza delle proprie azioni. L’analisi iniziale delle diverse prospettive filosofiche che indagano l’uomo dal punto di vista relazionale, non come singola monade ma come parte di un sistema dialogico in continuo movimento mi ha spinto a pormi alcune domande non solo in quanto persona ma soprattutto in quanto educatrice: cosa significa educare con un approccio relazionale e a quali difficoltà e scoperte si va incontro agendo con questa impostazione teorica? Il primo capitolo esplora le idee proposte da diversi filosofi, antropologi, sociologi, teologi ecc. riguardo al tema della relazionalità umana. Il secondo capitolo affronta il discorso educativo da punto di vista relazionale, pone lo sguardo sull’agito degli educatori e soprattutto alla postura che assumono nella loro azione di cura. Infine, il terzo capitolo focalizza l’attenzione sul bambino e sul contesto del nido d’infanzia, primo luogo in cui entriamo in contatto con i nostri simili e in cui iniziamo ad allenare la nostra innata propensione alla socialità.

Like invisible threads, relationships weave the fabric of our personal growth. Only when we adopt an open and dialogic posture can we truly understand ourselves and by feeling deeply touched by everything and person around us we have the possibility of becoming the best version of ourselves. This is possible when we learn to stay in relationships, embracing and navigating them to grasp their deepest meaning and when we offer ourselves the opportunity to grow thanks to the people around us. I began my reflection starting from philosophy, which is present in every word because it has profoundly to do with life and allows one to fully form one's identity and provides the educator with opportunities to reflect and acquire awareness of one's role and importance of one's actions. The initial analysis of the different philosophical perspectives that investigate man from a relational point of view, not as a single monad but as part of a continuously moving dialogic system, pushed me to ask myself some questions not only as a person but above all as an educator : what does it mean to educate with a relational approach and what difficulties and discoveries do we encounter when acting with this theoretical approach? The first chapter explores the ideas proposed by various philosophers, anthropologists, sociologists, theologians etc. regarding the theme of human relationality. The second chapter addresses the educational discourse from a relational point of view, focuses on the actions of educators and above all on the posture they assume in their caring action. Finally, the third chapter focuses attention on the child and the context of the nursery, the first place where we come into contact with our peers and where we begin to train our innate propensity for sociality.