L'inclusività a San Marcellino: l'accoglienza, gli ospiti, i laboratori artistici.

Abstract

La presente tesi di ricerca è nata da un interesse preponderante che riguarda una sensibilità contro le disuguaglianze tra gli esseri umani che, sin da bambino, ho pensato che non solo non dovrebbero esserci, ma che sia impossibile che possano esistere. Era la fine degli anni ‘60 e l’inizio degli anni ‘70 e c’era un tipo di cultura che cercava di unire i popoli (ma ce n’erano anche altre, come quelle delle forti ideologie contrapposte), mentre imperversava però la guerra in Vietnam. “Peace and love” era un motto, “mettete un fiore nei vostri cannoni” ne era un altro. Forse anche per il fatto che sono meridionale e che ho vissuto quella condizione in cui non si era quasi sempre accettati (ora, qui in Italia, abbiamo ceduto il testimone di questa discriminazione ai migranti) dagli italiani del nord, che spesso avevano, e hanno tuttora, più risorse, a cominciare da quelle economiche. L’interesse contro le ingiustizie sociali è cresciuto naturalmente e allora, come ora, sostengo una visione che potrebbe sembrare utopica, per quanto io la consideri essere eterotopica , e che comunque potrebbe indicare in prospettiva la direzione verso l’uguaglianza e la pace tra le persone e tra i popoli. Le mie idee a riguardo hanno trovato uno sviluppo più complesso dal concetto semplice da cui sono partito, attraverso il pensiero di grandi scienziati sociali, pedagogici e psicologici contemporanei e del passato, con cui ho potuto sviluppare, spero in maniera appropriata, una possibilità di condizioni egualitarie che, lentamente, potrebbe entrare nei processi di esercizio del potere, scalzando quello egemonico che è dettato solo da una parte minima di persone che lo determinano con un processo verticale che va dall’alto verso il basso. La tesi si rifà a come potrebbe esserci una relazione orizzontale tra tutti gli esseri umani, ovvero, quella di implicare chiunque nel discorso delle decisioni, delle scelte e delle normative che ne conseguono.

The present research thesis was born from a preponderant interest concerning a sensitivity against inequalities among human beings that, since I was a child, I thought that not only should not exist, but that it is impossible that they can exist. It was the late 1960s and early 1970s, and there was a type of culture that tried to unite peoples (but there were also others, such as those of strong opposing ideologies), while the war in Vietnam was raging. "Peace and love", was one motto, "put a flower in your cannons", was another. Perhaps also due to the fact that I am from the south and that I have lived in that condition in which we were almost always not accepted by northern Italians, who often had, and still have, more resources, starting with economic ones. Now, here in Italy, we have handed over the baton of this discrimination to migrants. Interest in social injustice has grown naturally and then, as now, I support a vision that might seem utopian, although I consider it to be heterotopic, and which in any case could indicate in perspective the direction towards equality and peace among individuals and peoples. My ideas have found a more complex development from the simple concept from which I started, through the thought of great social, pedagogical and psychological scientists of the past and of the past, with whom I have been able to develop, I hope appropriately, a possibility of egalitarian conditions that, slowly, could enter into the processes of the exercise of power, undermining the hegemonic one that is dictated only by a minimal part of people who determine it with a vertical, top-down process. The thesis refers to how there could be a horizontal relationship between all human beings, that is, that of involving everyone in the discourse of decisions, choices and regulations that follow.