L'attività educativa/riabilitativa del Centro "Franco Basaglia": un percorso tra storia, attualità e prospettive future

Abstract

Nell’Ottocento, sorsero nel territorio genovese i primi presidi ospedalieri volti ad ospitare le persone affette da patologia mentale, i manicomi. La provincia di Genova, con l’emanazione della legge n. 2248 del 1865, prese in carico tutti gli aspetti che riguardavano l’alienato e si fece promotore della costruzione dei manicomi di Genova Quarto e Cogoleto. Queste strutture, furono colpite dopo pochi anni dalla loro apertura dal fenomeno del sovraffollamento che fu tale da inficiare le terapie che si svolgevano al loro interno. Altro fattore da tenere presente è quello per cui l’utente psichiatrico era ritenuto pericoloso per la società; perciò, queste persone vivevano recluse in questi presidi. Con l’introduzione dei primi psicofarmaci, fu evidente che si poteva auspicare un reinserimento nella società per le persone affette da patologia mentale. Fu grazie allo psichiatra Franco Basaglia e alla legge n. 180 del 1978, che fu decretata la chiusura dei manicomi. Il territorio nazionale non era pronto a far fronte alle dimissioni dei pazienti psichiatrici, poiché non erano ancora presenti servizi territoriali che potessero prendere in carico gli utenti provenienti da questi nosocomi. La Provincia di Genova incaricò come direttore dei presidi lo psichiatra Antonio Slavich, per guidare la chiusura dei manicomi genovesi. Antonio Slavich intuì che per combattere l’istituzionalizzazione, si necessitava la creazione di opportunità sociali per gli utenti, iniziando dai reparti di degenza. Alla fine degli anni ’80, fu creato un centro diurno all’interno del nosocomio di Genova Quarto con l’obiettivo di far sviluppare o far riaffiorare nell’utente quelle abilità e competenze perdute a causa dell’istituzionalizzazione, così che sì potesse guidare il reinserimento di queste persone nella società. Il servizio prese il nome di Centro Socioterapico “Franco Basaglia” e tutt’oggi è attivo all’interno del presidio di Genova Quarto.

In the 19th century, the first hospital facilities dedicated to accommodating individuals with mental disorders, known as asylums, emerged in the Genoa region. The province of Genoa, with the enactment of Law No. 2248 in 1865, took responsibility for all aspects related to the mentally ill and promoted the construction of the asylums in Genoa Quarto and Cogoleto. These facilities were plagued by overcrowding shortly after their opening, compromising the effectiveness of the therapies administered within. Another noteworthy factor is that psychiatric patients were considered dangerous to society, leading to their confinement in these institutions. With the introduction of the first psychotropic drugs, it became evident that individuals with mental disorders could potentially be reintegrated into society. It was thanks to psychiatrist Franco Basaglia and Law No. 180 of 1978 that the closure of asylums was decreed. However, the national territory was not prepared to handle the discharge of psychiatric patients, as there were no territorial services yet in place to take care of individuals coming from these institutions. The Province of Genoa appointed psychiatrist Antonio Slavich as the director of the asylums to oversee the closure of the Genoese asylums. Antonio Slavich realized that to combat institutionalization, it was necessary to create social opportunities for the patients, starting with the inpatient wards. In the late 1980s, a day center was established within the Genoa Quarto hospital with the aim of developing or rediscovering in the patients the skills and competencies lost due to institutionalization. This service was named the Sociotherapeutic Center "Franco Basaglia" and is still active within the Genoa Quarto facility to this day.