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dc.contributor.authorToller, Sergio
dc.date.accessioned2019-07-01T09:52:21Z
dc.date.available2019-07-01T09:52:21Z
dc.date.issued2019-03
dc.identifier.urihttps://unire.unige.it/handle/123456789/2541
dc.description.abstractIl seguente lavoro nasce dallo studio dell'assetto urbanistico della città di Milano e dalle numerose visioni e progetti che i tecnici prevedono per il suo futuro. In particolare, durante il corso di Progettazione Ambientale Urbana tenuto dalla Professoressa Ilda Vagge, è stato evidenziato come quelle aree che oggi sono abbandonate e lasciate al degrado sociale e ambientale possano diventare dei nuovi centri urbani dalla connotazione ecologica e fruitiva, fornendo servizi ecosistemici e sociali. Dalla riprogettazione degli scali ferroviari abbandonati alle nuove teorie della mobilità urbana ciclopedonale, alla valorizzazione delle vie d'acqua il Comune possiede il potenziale per rivedere la città sempre più a misura d'uomo, accessibile e connessa con tutte le sue zone, dalle più centrali alle più periferiche. A partire dall'idea della Circle Line, una connessione verde che prevede il riuso degli scali ferroviari abbandonati, di cui Milano abbonda in quelle che un tempo erano le aree industriali urbane, alla teoria dei Raggi Verdi, secondo la quale dei corridoi verdi si inseriscano nel contesto urbanizzato connettendo il centro città con le sue periferie, fino alle proposte per il progetto di una cintura urbana che connetta i parchi naturali periurbani e li unifichi in un circuito ciclopedonale, attraverso paesaggi agricoli tipici e aree più naturali protette, Milano ha un'anima visionaria e desiderosa di evolvere verso un futuro più rispettoso della natura e più sensibile al paesaggio e al servizio al cittadino. Partendo dalla progettazione di idee per un parco nello scalo di Porta Romana, svolto durante il secondo anno di corso, una delle tappe fondamentali previste dal progetto Circle Line, l'attenzione dei nostri studi si è rivolta immediatamente verso la tappa successiva di questo progetto, lo Scalo di San Cristoforo. Punto nevralgico della zona ovest di Milano, da anni abbandonato e utilizzato in modi non consoni alla sua vocazione, oggi torna al centro dell' attenzione, perchè, dopo aver visto gli esempi di riqualifica, in primis nello scalo del quartiere Isola, dove il connubio tra parchi, servizi e uffici ha creato un nuovo polo di attrazione cittadino, in secundis a City Life, dove grandi architetti hanno posto la loro firma sui principali palazzi e grattacieli, si pensa che possa essere possibile creare qualcosa di innovativo e attrattivo anche in questa zona di Milano che tanto ha bisogno di slancio e rinascita. Oltretutto il progetto della metropolitana M4 è il primo segnale di una volontà di riuso ed una necessità di riqualifica. L'idea di pensare un progetto per lo Scalo San Cristoforo ha iniziata a prendere forma agli inizi di Settembre 2018, quando durante i primi rilievi venne notato il corso del canale Deviatore Olona. Questo corso d'acqua artificiale che attraversa perpendicolarmente la zona ovest dello scalo, dagli argini cementati e dalle acque maleodoranti, ha fatto sorgere immediatamente un dubbio su come si sarebbe potuto trattare nell'ottica di una riprogettazione dello scalo stesso. Ripercorrendo il suo corso verso nord e verso sud si è notato come questo canale passasse attraverso svariati siti di grande importanza per la città ,a partire dal Parco delle Cave fino al Bosco in Città, attraversando il Parco delle Risaie, terminando ai siti ricchi di fontanili a nordovest di Milano tra Rho e Pero. Subito si è pensato ad una possibile connessione nord-sud contrapposta alla connessione ovest-est garantita dallo scalo San Cristoforo, che da Corsico arriverebbe fino a Porta Genova, cosa che nessuno fino ad ora aveva ancora pensato. In più, se si osserva il disegno del progetto della Circle Line, che manca di una vera e propria chiusura proprio tra San Cristoforo e Rho Fiera, si può notare come il corso di questo canale scolmatore possa essere, se ripensato in chiave fruitiva e connettiva, un'effettiva chiusura del circuito che prevederebbe quindi anche la connessione con i vari parchi della zona ovest, tra cui il Parco Delle Cave, il Bosco in CIttà, il Parco delle Risaie e l'istutendo Parco dei Cinque Comuni. In aggiunta, durante le analisi svolte sulla rete ecologica, si è notato come la zona del corso del canale deviatore sia inclusa in numerosi elementi della rete, sia regionale che locale, ma nella sezione centrale del suo corso sia totalmente assente ogni tipo di elemento, a partire dal corridoio ecologico che si interrompe in corrispondenza dell'edificato tra il Parco delle Cave fino a dopo lo Scalo San Cristoforo. Da qui l'idea di una riqualifica del corso che, oltre a fungere da linea di connessione fruitiva fra gli elementi della Circle Line, come già detto, funga da corridoio ecologico in una zona come questa, dove gli elementi naturali di qualità sono presenti ma sembrano essere stati dimenticati od emarginati per non essere notati. Il presente lavoro si innesta partendo da questi concetti per fornire informazione su quella che è una tessera mancante per il completamento di questa visione pensata per il Comune di Milano, a seguito di quanto detto sopra, per proporre delle linee guida su come organizzare il progetto su grande scala, e per concentrare l'attenzione su quella che alla fine è la zona più importante per la riuscita di un lavoro come questo, ma allo stesso tempo più a rischio di altre, l'area abbandonata Calchi Taeggi. Quest'area è già sottoposta a esistenti proposte di progetto non sufficientemente sensibili nei confronti della sua strategicità per la rete ecologica, i quali, se venissero portati a compimento quindi, farebbero perdere un'occasione alla comunità di realizzare, come detto sopra, una connessione di rete ecologica e di percorsi fruitivi, avvantaggiando le speculazioni edilizie dei privati a scapito della comunità e del futuro di questa zona di Milano.it_IT
dc.language.isoitit_IT
dc.titlePotenziamento della rete ecologica a ovest di Milano. Il Deviatore Olona come nuovo corridoio ecologico e come asse per un parco lineareit_IT
dc.typeThesisit_IT
unire.supervisorVagge, Ilda


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