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dc.contributor.advisorAnselmi, Giorgia <1972>
dc.contributor.authorAlberti, Martina <2003>
dc.contributor.otherSerena Leveratto
dc.date.accessioned2025-12-04T14:19:24Z
dc.date.available2025-12-04T14:19:24Z
dc.date.issued2025-11-28
dc.identifier.urihttps://unire.unige.it/handle/123456789/14208
dc.description.abstractINTRODUZIONE: La chirurgia micrografica di Mohs costituisce attualmente una delle tecniche più avanzate per il trattamento dei tumori cutanei, capace di coniugare un’elevata efficacia terapeutica con la massima attenzione al risultato estetico. Sviluppata negli anni ’30 dal chirurgo Frederic E. Mohs, essa consente l’analisi microscopica intraoperatoria dei margini di resezione, permettendo un ampliamento progressivo e mirato della lesione, fino alla completa eradicazione del tumore in un’unica seduta. Questo approccio è in grado di preservare la maggior quantità possibile di tessuto sano, offrendo un vantaggio prezioso per chi deve essere operato in zone visibili e importanti per la propria vita sociale, come il volto. Grazie alle sue caratteristiche distintive, la chirurgia di Mohs è oggi riconosciuta come il trattamento di elezione per i tumori cutanei localizzati in sedi critiche, ad elevato rischio di recidiva o con profili istologici aggressivi. Essa rappresenta attualmente il gold standard per il trattamento del carcinoma basocellulare (BCC) e del carcinoma squamocellulare (SCC). SCOPO DEL LAVORO: Il presente elaborato approfondisce competenze, responsabilità e attività peculiari del tecnico di istopatologia durante gli interventi di chirurgia micrografica di Mohs, evidenziandone il ruolo fondamentale nella qualità e nella tempestività diagnostica. Viene inoltre proposto un confronto tra questa procedura e la metodica istologica tradizionale, volto a delinearne vantaggi e limiti rispettivi. MATERIALI E METODI: La tecnica di Mohs prevede l’asportazione della lesione in anestesia locale, seguita dall’orientamento del pezzo mediante punti di repere. Il materiale viene poi prelevato direttamente in sala operatoria dal tecnico di istopatologia e dal patologo, garantendo la continuità tra l’atto chirurgico e la successiva analisi istologica. Il campione, giunto a fresco in laboratorio, viene accettato, descritto macroscopicamente e i margini vengono contrassegnatiit_IT
dc.description.abstractINTRODUZIONE: La chirurgia micrografica di Mohs costituisce attualmente una delle tecniche più avanzate per il trattamento dei tumori cutanei, capace di coniugare un’elevata efficacia terapeutica con la massima attenzione al risultato estetico. Sviluppata negli anni ’30 dal chirurgo Frederic E. Mohs, essa consente l’analisi microscopica intraoperatoria dei margini di resezione, permettendo un ampliamento progressivo e mirato della lesione, fino alla completa eradicazione del tumore in un’unica seduta. Questo approccio è in grado di preservare la maggior quantità possibile di tessuto sano, offrendo un vantaggio prezioso per chi deve essere operato in zone visibili e importanti per la propria vita sociale, come il volto. Grazie alle sue caratteristiche distintive, la chirurgia di Mohs è oggi riconosciuta come il trattamento di elezione per i tumori cutanei localizzati in sedi critiche, ad elevato rischio di recidiva o con profili istologici aggressivi. Essa rappresenta attualmente il gold standard per il trattamento del carcinoma basocellulare (BCC) e del carcinoma squamocellulare (SCC). SCOPO DEL LAVORO: Il presente elaborato approfondisce competenze, responsabilità e attività peculiari del tecnico di istopatologia durante gli interventi di chirurgia micrografica di Mohs, evidenziandone il ruolo fondamentale nella qualità e nella tempestività diagnostica. Viene inoltre proposto un confronto tra questa procedura e la metodica istologica tradizionale, volto a delinearne vantaggi e limiti rispettivi. MATERIALI E METODI: La tecnica di Mohs prevede l’asportazione della lesione in anestesia locale, seguita dall’orientamento del pezzo mediante punti di repere. Il materiale viene poi prelevato direttamente in sala operatoria dal tecnico di istopatologia e dal patologo, garantendo la continuità tra l’atto chirurgico e la successiva analisi istologica. Il campione, giunto a fresco in laboratorio, viene accettato, descritto macroscopicamente e i margini vengono contrassegnatien_UK
dc.language.isoit
dc.rightsinfo:eu-repo/semantics/closedAccess
dc.titleLa chirurgia micrografica di Mohs: il ruolo del tecnico di istopatologia.it_IT
dc.title.alternativeMohs Micrographic Surgery: the Role of the Histopathology Technician.en_UK
dc.typeinfo:eu-repo/semantics/bachelorThesis
dc.publisher.nameUniversità degli studi di Genova
dc.date.academicyear2024/2025
dc.description.corsolaurea9293 - TECNICHE DI LABORATORIO BIOMEDICO
dc.description.area6 - MEDICINA E CHIRURGIA
dc.description.department100008 - DIPARTIMENTO DI MEDICINA SPERIMENTALE


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