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La responsabilità delle imprese multinazionali per danni ambientali tra diritto internazionale e diritto dell'Unione europea: il caso della Direttiva (UE) 2024/1760.
| dc.contributor.advisor | Carpaneto, Laura <1975> | |
| dc.contributor.author | Ticchi, Laura Maria <2003> | |
| dc.date.accessioned | 2025-10-23T14:20:04Z | |
| dc.date.available | 2025-10-23T14:20:04Z | |
| dc.date.issued | 2025-10-17 | |
| dc.identifier.uri | https://unire.unige.it/handle/123456789/13302 | |
| dc.description.abstract | La responsabilità delle imprese multinazionali in materia di danni ambientali si colloca all’interno di un processo complesso in cui il livello internazionale, quello sovranazionale e la giurisprudenza nazionale collaborano, influenzandosi a vicenda. La questione ambientale non può più essere considerata come un elemento marginale nella formazione delle politiche pubbliche e delle strategie aziendali. Al contrario essa deve rappresentare un vero e proprio punto di partenza su cui riformulare la realtà economica e sociale del nostro Pianeta. È evidente che per incidere con maggiore efficacia sui comportamenti degli Stati e delle imprese per ciò che riguarda la tematica ambientale fosse necessario un approccio in grado di superare i limiti del diritto internazionale. L’Unione europea è stata una protagonista importante in quanto il suo approccio si è spesso contraddistinto per la sua capacità di anticipare temi e soluzioni che sono stati successivamente affrontati nel diritto internazionale. L’influente Brussels effect descrive la capacità dell’Unione di riuscire a proiettare i propri standard normativi anche oltre i confini nazionali. In questo contesto si inserisce la Direttiva (UE) 2024/1760: unica nel suo genere, impone degli standard uniformi e dei criteri di responsabilità capaci di incidere direttamente sulle condotte aziendali, segnando un passaggio decisivo dal modello volontario di responsabilità delle imprese a quello di una responsabilità giuridica sostanziale. I casi Milieudefensie v. Shell ed Greenpeace/ReCommon v. ENI rappresentano due casi emblematici di climate change litigation, non solo per come le vicende si sono svolte, ma perché entrambe le sentenze mostrano come la questione ambientale non sia più una questione marginale e trascurabile, ma al contrario costituisca un tema sempre più importante e centrale nei rapporti fra Stato, imprese e società civile. | it_IT |
| dc.description.abstract | Corporate accountability for environmental damage lies within a complex process in which the international, supranational, and national judicial levels interact and influence each other. Environmental issues can no longer be regarded as a marginal aspect in the shaping of public policies and corporate strategies. On the contrary, they must represent a genuine starting point for reshaping the economic and social reality of our Planet. It is clear that, in order to have a greater influence on the behavior of States and corporations with respect to environmental matters, a new approach was needed: one capable of overcoming the structural limits of international law. The European Union has played a crucial role in this regard, as its approach has often been distinguished by the ability to anticipate themes and solutions that were later addressed in international law. The influential Brussels effect aptly describes the Union’s capacity to project its regulatory standards beyond its own borders. It is within this framework that Directive (EU) 2024/1760 is situated. Unique in its nature, the Directive introduces uniform standards and clear liability criteria capable of directly influencing corporate behavior, marking a decisive transition from a voluntary model of corporate responsibility to one grounded in substantive legal obligations. The cases Milieudefensie v. Shell and Greenpeace/ReCommon v. ENI represent two emblematic examples of climate change litigation. They are significant not only for the way the proceedings unfolded, but also because both judgments demonstrate that environmental protection is no longer a marginal or negligible issue. On the contrary, it has become an increasingly central theme in the relations between States, corporations, and civil society. | en_UK |
| dc.language.iso | it | |
| dc.rights | info:eu-repo/semantics/closedAccess | |
| dc.title | La responsabilità delle imprese multinazionali per danni ambientali tra diritto internazionale e diritto dell'Unione europea: il caso della Direttiva (UE) 2024/1760. | it_IT |
| dc.title.alternative | Corporate Accountability of Multinational Enterprises for Environmental Damage between International Law and European Union Law: The Case of Directive (EU) 2024/1760. | en_UK |
| dc.type | info:eu-repo/semantics/bachelorThesis | |
| dc.subject.miur | IUS/14 - DIRITTO DELL'UNIONE EUROPEA | |
| dc.publisher.name | Università degli studi di Genova | |
| dc.date.academicyear | 2024/2025 | |
| dc.description.corsolaurea | 8768 - SCIENZE INTERNAZIONALI E DIPLOMATICHE | |
| dc.description.area | 2 - SCIENZE POLITICHE | |
| dc.description.department | 100015 - DIPARTIMENTO DI SCIENZE POLITICHE E INTERNAZIONALI - DiSPI |
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Laurea Triennale [3737]

