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dc.contributor.advisorBracco, Fabrizio <1973>
dc.contributor.authorToso, Nina <2003>
dc.date.accessioned2025-09-25T14:10:43Z
dc.date.available2025-09-25T14:10:43Z
dc.date.issued2025-09-18
dc.identifier.urihttps://unire.unige.it/handle/123456789/12856
dc.description.abstractNelle organizzazioni complesse, come quelle ferroviarie, si sta assistendo a un cambio di paradigma nella gestione della sicurezza: dalla Safety-I, incentrata sul rigido controllo della conformità e sulla non tolleranza dell'errore, alla Safety-II, che pone il focus sulle attività quotidiane e sulla capacità degli operatori di adattarsi. Si tratta di un cambiamento culturale che richiede il coinvolgimento attivo di tutti gli attori organizzativi. La Comunità di Pratica (CdP) può rappresentare uno strumento utile per supportare questa transizione nel settore ferroviario, offrendo uno spazio di apprendimento collettivo dove la riflessione tra pari consente l’emersione di saperi taciti, competenze e strategie adattive. Il ruolo del facilitatore è centrale per attivare processi riflessivi e sostenere la partecipazione attiva. Questo studio, condotto in un’organizzazione ferroviaria italiana attraverso un’action-research, ha attivato una Comunità di Pratica per promuovere la Safety-II. L’obiettivo della ricerca si concretizza nella volontà di costruire un profilo di competenze del facilitatore capace di sostenere tale approccio. Attraverso osservazioni e focus group, analizzati con l’analisi tematica riflessiva di Braun e Clarke (2019), sono emerse competenze chiave, come la capacità di stimolare feedback e riflessione, che facilitano la condivisione di pratiche reali, poste a confronto con la procedura standardizzata del lavoro, contribuendo così alla diffusione di una cultura della sicurezza proattiva e adattiva.it_IT
dc.description.abstractIn complex organizations, such as those in the railway sector, a paradigm shift in safety management is currently underway: from Safety-I, which focuses on strict compliance control and zero tolerance for error, to Safety-II, which emphasizes everyday activities and the operators’ ability to adapt. This represents a cultural change that requires the active involvement of all organizational actors. The Community of Practice (CoP) can serve as a valuable tool to support this transition in the railway sector, providing a space for collective learning where peer reflection enables the emergence of tacit knowledge, skills, and adaptive strategies. The role of the facilitator is central in activating reflective processes and supporting active participation. This study, conducted in an Italian railway organization through an action-research approach, activated a Community of Practice to promote Safety-II. The aim of the research is to develop a competency profile for the facilitator capable of supporting this approach. Through observations and focus groups, analyzed using Braun and Clarke’s (2019) reflexive thematic analysis, key competencies emerged—such as the ability to stimulate feedback and reflection—that foster the sharing of real practices, compared with standardized procedures, thereby contributing to the spread of a proactive and adaptive safety culture.en_UK
dc.language.isoit
dc.rightsinfo:eu-repo/semantics/restrictedAccess
dc.titleComunità di pratica e Safety-II:il profilo di competenze per il facilitatore.it_IT
dc.title.alternativeCommunity of practice and Safety-II:the skills profile of the facilitator.en_UK
dc.typeinfo:eu-repo/semantics/bachelorThesis
dc.subject.miurM-PSI/06 - PSICOLOGIA DEL LAVORO E DELLE ORGANIZZAZIONI
dc.publisher.nameUniversità degli studi di Genova
dc.date.academicyear2024/2025
dc.description.corsolaurea8751 - SCIENZE E TECNICHE PSICOLOGICHE
dc.description.area5 - SCIENZE DELLA FORMAZIONE
dc.description.department100014 - DIPARTIMENTO DI SCIENZE DELLA FORMAZIONE


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