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dc.contributor.advisorDominelli, Stefano <1986>
dc.contributor.authorMancuso, Chiara Isabella <2001>
dc.date.accessioned2025-03-27T15:30:19Z
dc.date.available2025-03-27T15:30:19Z
dc.date.issued2025-03-19
dc.identifier.urihttps://unire.unige.it/handle/123456789/11620
dc.description.abstractIl primo capitolo di questa tesi esamina la normativa internazionale sulla protezione dei rifugiati, soffermandosi sulla Convenzione di Ginevra del 1951 - nota per aver definito lo status di rifugiato e i criteri per il suo riconoscimento - e sul Protocollo di New York del 1966 che ne ha ampliato l’applicazione. Viene inoltre analizzato il principio di non-refoulement, pilastro della tutela internazionale dei rifugiati, e affrontata la complessità nel definire i rifugiati climatici, a causa dell’assenza di una definizione giuridica condivisa nonostante il crescente impatto che sta avendo il cambiamento climatico sui flussi migratori. Nella seconda e ultima parte dell’elaborato, l’attenzione viene posta sulla situazione dei microstati insulari del Pacifico, sempre più minacciati dall’innalzamento del livello del mare, prendendo in considerazione il caso di Ioane Teitiota, cittadino della Repubblica del Kiribati, che ha richiesto asilo in Nuova Zelanda sostenendo di essere a rischio di persecuzione a causa dagli effetti del cambiamento climatico. In questo contesto, va data particolare rilevanza alle considerazioni adottate dal Comitato per i diritti umani delle Nazioni Unite, ritenute storiche, in quanto le condizioni climatiche sono state riconosciute per la prima volta come un possibile fattore che impone l’applicazione del principio di non-refoulement.it_IT
dc.description.abstractThe first chapter of this thesis examines international refugee protection law, focusing on the 1951 Geneva Convention - known for defining the refugee status and the criteria for its recognition - and the 1966 New York Protocol, which expanded its application. The principle of non-refoulement, a cornerstone of international refugee protection, is also analyzed, along with the complexity of defining climate refugees due to the absence of a shared legal definition, despite the growing impact of climate change on migration flows. In the second and final part of the paper, attention is given to the situation of the small island states in the Pacific, increasingly threatened by rising sea levels, with a focus on the case of Ioane Teitiota, a citizen of the Republic of Kiribati, who sought asylum in New Zealand, claiming he was at risk of persecution due to the effects of climate change. In this context, particular importance is given to the considerations adopted by the United Nations Human Rights Committee, which are considered historic, as climate conditions were recognized for the first time as a possible factor that requires the application of the principle of non-refoulement.en_UK
dc.language.isoit
dc.rightsinfo:eu-repo/semantics/restrictedAccess
dc.titleIl riconoscimento internazionale dei rifugiati climatici: il caso di Ioane Teitiota e la sua portata innovativait_IT
dc.title.alternativeThe international recognition of climate refugees: the case of Ioane Teitiota and its innovative scopeen_UK
dc.typeinfo:eu-repo/semantics/bachelorThesis
dc.subject.miurIUS/13 - DIRITTO INTERNAZIONALE
dc.publisher.nameUniversità degli studi di Genova
dc.date.academicyear2023/2024
dc.description.corsolaurea8768 - SCIENZE INTERNAZIONALI E DIPLOMATICHE
dc.description.area2 - SCIENZE POLITICHE
dc.description.department100015 - DIPARTIMENTO DI SCIENZE POLITICHE E INTERNAZIONALI - DiSPI


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