Tecnologie assistive e comunicazione aumentativa e alternativa: strategie innovative per l'inclusione scolastica dei bambini con disturbo dello spettro autistico.

Abstract

Il disturbo dello spettro autistico si manifesta solitamente con difficoltà nel linguaggio, nell’interazione, nei modelli comportamentali. E in questo spazio di complessità, la scuola diventa il primo terreno di confronto, il luogo in cui l’inclusione non è solo un principio, ma una necessità concreta. Tecnologie assistive, Comunicazione Aumentativa e Alternativa (CAA) rappresentano strumenti che non sono semplicemente ausili, ma chiavi per aprire possibilità, per tradurre il pensiero in segni, per trasformare l’incomunicabilità in dialogo. Questo studio si muove lungo un percorso che attraversa teoria e pratica, analizzando come questi strumenti possano incidere sulla vita scolastica dei bambini con autismo. Un itinerario in quattro tappe: dapprima la comprensione del disturbo, le sue manifestazioni, i bisogni educativi, la diversità con cui si esprime e si declina. Poi, il focus sulle tecnologie: come funzionano, quali benefici apportano, in che modo modulano la capacità comunicativa e cognitiva. Il terzo passaggio è l’inclusione scolastica perché non basta offrire strumenti, bisogna capire se e come questi trasformano l’esperienza educativa, riducono i comportamenti problema, amplificano le opportunità di apprendimento. Infine, due storie, due studi di casi concreti in cui sono state applicate le tecnologie ausiliarie in un nido e in una scuola primaria. Queste esperienze parlano non solo di strategie didattiche, ma di vite che cambiano, di percorsi costruiti su misura, di piccoli successi quotidiani. L’uso di tecnologie assistive e strategie mirate permette a questi studenti di partecipare, di sentirsi parte attiva della comunità scolastica. Ma c’è di più: dietro l’efficacia degli strumenti c’è un sistema, una rete di collaborazioni che tiene insieme docenti, terapisti, famiglie. Perché l’inclusione non è mai il risultato di un singolo intervento, ma di un equilibrio tra innovazione, formazione e sensibilità pedagogica.

Autism spectrum disorder usually manifests itself with difficulties in language, interaction, and behavioural patterns. And in this space of complexity, the school becomes the first ground for confrontation, the place where inclusion is not just a principle, but a concrete necessity. Assistive technologies, Augmentative and Alternative Communication (AAC) represent tools that are not simply aids, but keys to open up possibilities, to translate thought into signs, to transform incommunicability into dialogue. This study moves along a path that crosses theory and practice, analysing how these tools can affect the school life of children with autism. An itinerary in four stages: first, an understanding of the disorder, its manifestations, educational needs, the diversity with which it is expressed and declines. Then, the focus on technologies: how they work, what benefits they bring, how they modulate the communicative and cognitive capacity. The third step is school inclusion because it is not enough to offer tools, we need to understand if and how these transform the educational experience, reduce problem behaviours, amplify learning opportunities. Finally, two stories, two case studies in which assistive technologies were applied in a nursery and a primary school. These experiences speak not only of teaching strategies, but of changing lives, of tailor-made pathways, of small daily successes. The use of assistive technology and targeted strategies allows these students to participate, to feel an active part of the school community. But there is more: behind the effectiveness of the tools there is a system, a network of collaborations that holds together teachers, therapists, families. Because inclusion is never the result of a single intervention, but of a balance between innovation, training and pedagogical sensitivity.