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dc.contributor.authorCalvi, Giacomo
dc.date.accessioned2021-08-19T14:26:56Z
dc.date.available2021-08-19T14:26:56Z
dc.date.issued2021-07
dc.identifier.urihttps://unire.unige.it/handle/123456789/3891
dc.description.abstractIn questa tesi di laurea si è svolta un’approfondita indagine storica su un Bene Vincolato dalla Soprintendenza, ossia l’Ex-Magazzino del Sale, sito nel quartiere del Molo di Genova al civico Vico Malatti 13r. Le informazioni e fonti bibliografiche su questo manufatto, che fa parte di un complesso di antiche strutture portuali, su alcune delle quali sono già stati svolti lavori di studio e restauro, come i Magazzini dell’Abbondanza in Via del Molo, sono apparse sin da subito esigue e insufficienti per poterne tracciare un quadro completo di come questo si sia sviluppato nel tempo, e addirittura vi erano pareri discordanti su quando il magazzino fu edificato. Perché una struttura così affascinante, apparentemente in buono stato di conservazione, con un’imponente copertura lignea a struttura portante a cavalletti e capriate, visibile dal basso nella sua interezza, e con un comparto murario, che, per le porzioni fruibili, mostrava numerosi segni del tempo su di esso, è stata soggetta a questo disinteresse nei confronti della sua storia ed evoluzione edilizia nel corso dei secoli? Queste sono state le motivazioni principali che hanno acceso in me il desiderio di indagare a fondo il magazzino, applicando la metodologia dell’archeologia dell’architettura. Il lavoro si è svolto sostanzialmente in due fasi: la prima, è stata la ricerca e lo studio delle fonti indirette, presso tutti gli archivi presenti nella città di Genova, per cercare di tracciare una cronistoria dell’Ex-Magazzino del Sale. Nella seconda fase, si è passati all’analisi diretta del manufatto, concentrandomi principalmente sul rilievo e lo studio della copertura, sia dal punto di vista storico che tecnologico, e sull’analisi e rilievo della muratura, cercando, tramite l’indagine mensiocronologica, di datare più porzioni possibili dell’edificio, per poter poi confrontare il tutto con le informazioni recepite nella fase di studio delle fonti indirette. Inoltre si è cercato da stilare un primo quadro delle condizioni di degrado della struttura di copertura, sia per ciò che concerne la travatura principale, sia per quella secondaria che per il manto in ardesia, nei limiti dell’accessibilità del magazzino. Infatti, per quanto la ricerca sia stata stimolante, mi si sono presentate davanti delle sfide durante lo svolgimento della tesi, riguardanti, appunto, l’accessibilità alle varie parti della struttura; infatti il magazzino assolve ancora oggi al suo compito che aveva storicamente, cioè deposito di materiale, ma, invece che il sale, oggi contiene viti e bulloni della ditta SOBOLT s.r.l.. L’interno, un ambiente unico alto 13 metri, è coperto su tutte le pareti perimetrali e non solo, da una scaffalatura che in media raggiunge un’altezza di 6,50 metri, impedendone la lettura completa di tutte le sue parti, e rendendo impossibile lo studio da vicino della copertura e di tutte le porzioni murarie, tramite l’utilizzo di trabatelli. Questo è stato un ulteriore stimolo per me, per cercare soluzioni di studio alternative, ma altrettanto valide, per tentare di condurre un’analisi significativa dal punto di vista scientifico, per lo studio dell’Ex-Magazzino del Sale al Molo.it_IT
dc.language.isoitit_IT
dc.titleEx-magazzino del sale al molo: indagine storica tra fonti dirette e indiretteit_IT
dc.typeThesisit_IT
unire.supervisorPittaluga, Daniela
unire.assistantSupervisorStagno, Gerolamo
unire.assistantSupervisorForte, Riccardo
unire.assistantSupervisorMor, Giorgio
dc.publisher.nameUniversità degli Studi di Genova


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