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dc.contributor.authorTucceri, Federica
dc.date.accessioned2021-08-18T17:11:07Z
dc.date.available2021-08-18T17:11:07Z
dc.date.issued2021-03
dc.identifier.urihttps://unire.unige.it/handle/123456789/3834
dc.description.abstractIl presente elaborato vuole dimostrare l’importanza del processo progettuale che ovunque venga messo in pratica risulta essere il medesimo; è basato sulla proposta di un progetto per l’ampliamento di una specifica gamma del cantiere Rizzardi. Viene dunque menzionato il cantiere in quanto il processo progettuale di questa tesi parte dal cantiere Rizzardi yachts. Rizzardi fissa il suo quartier generale in provincia di latina ed è proprio qui, nella divisione nuovi progetti che è nata questa proposta. La divisione composta di architetti, ingegneri ed esperti si occupa di progettare nuove imbarcazioni e di soddisfare le richieste degli armatori. Negli ultimi anni la gamma di questo cantiere che ha avuto un successo fenomenale è la “In”, attualmente sono state progettate tre barche: l’In5, l’In6 e il 48In. Anche solo osservando le loro linee principali si può notare come tutte e tre facciano parte della stessa macro famiglia. La narrazione efficace per un progetto nasce da un concept sviluppato in modo tale da stabilire una semplice, efficace e chiara indicazione verso cui proseguire. in vista dell’ampliamento della gamma in del cantiere Rizzardi a cui sta lavorando attualmente la divisione nuovi progetti è stato pensato di fare una personale proposta per quanto concerne l’In four: un 49 piedi open. Sono state analizzate le caratteristiche principali di questa gamma: il massimo comfort a bordo, il total custom di ogni esemplare, le elevate prestazioni ed il made in Italy riportato su ogni singolo aspetto. Successivamente sono state analizzate le tre imbarcazioni precedentemente menzionate per capire i punti comuni e cosa fosse effettivamente riportabile sul nuovo progetto in4. Parallelamente sono nati dei vincoli non trascurabili da parte del cantiere, come le dimensioni non maggiori di 49 piedi, la doppia cabina matrimoniale aggiunte a quella del marinaio con due accessi indipendenti, la plancia centrale, la forma dello scafo già fornito dal cantiere, l’ipotesi di un top in optional, la cucina sul ponte di coperta, il bagno armatoriale compreso di bidet ma con locale separato per la doccia. La ricerca di mercato è basata e sulla ricerca e la raccolta delle richieste di chi acquista o affitta questi esemplari ma anche dei competitor in quanto negli ultimi anni questa tipologia ha preso piede nel mondo del lusso e dei cantieri navali più importanti. Sono dunque stati presi nove casi studio della stessa tipologia e dimensioni circa uguali a quelle del nuovo progetto. Una volta analizzate le loro specifiche tecniche è stato elaborato un riepilogo con dei grafici che potessero aiutare a capire su cosa si concentrassero maggiormente gli altri produttori di queste tipologie. Al fine di progettare un’imbarcazione coerente, questi dati sono stati collegati alle richieste del cantiere ed al family feeling con le altre imbarcazioni della gamma In di Rizzardi. Considerata la richiesta di una cabina per il marinaio si è valutata l’ipotesi che la maggior parte di queste imbarcazioni viene utilizzata per il charter, che consente alle persone di vivere esperienze decisamente diverse dal comune senza investire capitali importanti per acquistare una barca. Calipso è un’imbarcazione di 14, 82 M con un baglio di 4, 34 M, una velocità massima di 44 nodi e composta di due cabine matrimoniali, una cabina per il marinaio, una toilette armatoriale con locale doccia separato, una seconda toilette condivisa fra ospiti e marinaio ovvero, “di servizio”, cucina sul ponte di coperta come richiesto dal cantiere, spazio per un tender di massimo 2.60 m, e con la possibilità di ospitare circa 10/12 persone a bordo. Il disegno a mano ovvero lo sketch, sebbene sembri apparentemente in contrasto con l’affermazione della grafica digitale, è il punto di partenza in cui l’idea prende forma dal pensiero. Sono state volute evidenziare le linee principali che caratterizzano lo scafo e la possibilità di aggiungere un top senza cambiare la conformazione di base, ma anche una caratteristica che accomuna questo progetto agli altri già esistenti come il portellone del vano in cui viene stivato il tender. È stato studiato maggiormente il ponte di coperta in base alle richieste del cantiere, ovvero la plancia centrale e i due ingressi separati per ospiti e marinaio, ma anche la cucina, volutamente nascosta nello spazio retrostante la seduta di comando con cui condivide il mobile. Successivamente agli sketch si passa ai piani generali, quindi un disegno tecnico, attraverso specifici strumenti di rappresentazione questa tipologia di illustrazione comunica le informazioni relative alle dimensioni e alla forma della barca. Viene mostrato dunque il profilo e la vista dall’alto del progetto Calipso comprensiva di top. Vengono inoltre illustrati il ponte di coperta nella sua interezza ed il ponte di sottocoperta. Guardando il ponte di coperta si evince che si accede all’imbarcazione dalla poppa, si susseguono due gradini che portano ad una divaneria divisa fra prendisole e seduta, dinnanzi alla quale si trova il tavolo ed un’altra seduta. Successivamente si nota il mobile condiviso fra cucina e seduta di comando, e la plancia con i due tambucci. Nonostante i due tambucci abbiano la stessa forma non presentano lo stesso metodo di apertura, quello a dritta, per l’accesso degli ospiti ha un meccanismo di apertura scorrevole mentre quello a sinistra per l’accesso del marinaio prevede un meccanismo di apertura doppio, la parte alta viene tirata su, mentre la parte bassa ruota in senso antiorario adagiandosi sul bordo della plancia a destra. La zona di prua è divisa da tre gradini che consentono di percorrere i passavanti e di giungere al prendisole. Al ponte di sottocoperta si accede tramite due scale, la scala di dritta porta all’interno di una dinette/disimpegno dove si trova un mobile diviso fra pensili e cantina del vino, richiesta dal cantiere, ed il quadro elettrico. Svoltando verso dritta si giunge alla cabina degli ospiti, dove è stata riscontrata una notevole difficoltà a causa della altezza non disponibile ma che è stata ricavata dal passavanti superiore. Dalla dinette si può accedere alla toilette di servizio, che presenta due ingressi, uno anche dalla cabina del marinaio. In fine, sempre dalla dinette si accede alla cabina armatoriale, molto ampia e spaziosa. Qui si differenziano sostanzialmente tre ambienti: la cabina, la toilette ed il locale doccia. La cabina composta dal letto matrimoniale, due armadi e pensili alti e bassi a murata è decisamente confortevole. La toilette si compone di un mobile sul quale è posto il lavabo e verso murata sono disposti water e bidet. Il locale doccia separato, fortemente richiesto dal cantiere viene pensato come un ambiente in cui rilassarsi e godersi un momento unicamente per sé stessi. La seconda scala, quella verso sinistra, porta esclusivamente alla cabina del marinaio, questa cabina presenta unicamente un letto singolo, un armadio e un piccolo mobiletto posto ai piedi del letto al di sotto della scala. Ponendosi con le spalle al letto si vede la porta che permette di accedere alla toilette di servizio, in modo tale da non dover uscire fuori per giungere in dinette e utilizzare il servizio. Secondo la normativa UNI, le imbarcazioni di piccole dimensioni, inferiori ai 24 metri, con propulsione a motore e con velocità minima di dieci nodi devono seguire delle regole per quanto concerne il campo visivo dalla posizione di governo. Nei disegni illustrati viene analizzata la visibilità verticale, in cui vengono evidenziati i metri visibili in posizione eretta e in posizione seduta sia nella condizione normale che di planata; inoltre viene illustrato il campo visivo orizzontale in cui si evince che per 224 gradi non bisogna avere ostruzioni. Altri disegni invece evidenziano quelle che sono le luci di via: il fanale verde a dritta, come quello a sinistra rosso deve avere un’angolazione di 112,5 gradi ed è stato posto nella parte finale del parabrezza in modo tale che sia la versione con il top che quella open li abbiano posizionati nello stesso punto. Il fanale di poppa, posto sopra la scritta deve avere un’angolazione di 135 gradi. in fine il fanale in testa d’albero deve avere un’angolazione di 225 gradi e nella versione con il top è stato posto al di sopra di esso, mentre nella versione senza top, il fanale di testa d’albero è stato integrato nella struttura del parabrezza. Le sezioni longitudinali e trasversali sono state fondamentali, vista la poca altezza, a capire il livello di vivibilità degli ambienti, sebbene risulti abbastanza vivibile si sono dovute affrontare diverse criticità nella zona di poppa, di fatto, si nota come nella cabina degli ospiti l’altezza che divide il letto compreso di materasso e il cielino sia di 85 cm e che l’altezza per giungervi sia di 2 m circa esclusivamente in corrispondenza del passavanti. Nonostante lo scafo fosse lo stesso della barca infive e nonostante le strutture e i serbatoi fossero posizionati nello stesso punto, il lavoro si è basato sul ridisegnamento di essi da cui si è partiti per progettare il piano pagliolo. il piano pagliolo si compone di diverse stratificazioni. L’ultimo punto di questo progetto è quello che riguarda i render, considerati il mezzo più efficace per comunicare un progetto. Questo perché’ permette con estrema semplicità di immedesimarsi nello stesso e di capirne le criticità ancora prima di realizzarlo evitando indecisioni che andrebbero ad influire su costi e tempo. Nei render degli esterni si mostra sia la versione con il top che open, la conformazione dell’imbarcazione è la medesima e l’unica differenza è appunto questa. La versione con il top presenta dunque due montanti anteriori collegati al ponte e un roll-bar posizionato verso poppa sostenuto da due strutture sui lati della plancia. La versione senza top ha differentemente dall’altra due caratteristiche dovute all’assenza del top: la prima in cui il fanale di testa d’albero è parte integrante della struttura del parabrezza, la seconda è il tientibene che, non essendo posto sul top, è anch’esso integrato nella struttura del parabrezza. Quindi, oltre ad avere un senso estetico gli è stata attribuita una funzione di fondamentale importanza. Nei render degli interni si evince come scendendo la scala di dritta ci si trova in dinette, dove appunto come detto precedentemente si colloca un mobile composto di pensili con ante a specchio ed un frigorifero. La cabina armatoriale guardando verso prua in cui si intravede la porta del locale doccia, e la stessa cabina guardando verso poppa dove invece si notano la porta a sinistra della toilette e la porta che permette di tornare in dinette. Vengono illustrati anche la toilette armatoriale e il locale doccia. I materiali delle finiture sono sempre i medesimi utilizzati in base alla grandezza degli spazi in modo da non farli risultare troppo angusti. Si nota la zona del letto nella cabina degli ospiti, in particolar modo il cielino e la forma che segue quella del ponte di coperta sovrastante. La zona in cui sdraiandosi si pone la testa risulta comunque ariosa nonostante la poca vivibilità dell’ambiente. Alla cabina del marinaio si accede tramite la scala a sinistra, si intravede anche la toilette di servizio. È noto come solitamente le cabine per i marinai siano sempre invivibili e anguste, in questo caso si è voluto utilizzare gli stessi materiali e le stesse forniture nel caso in cui si volesse utilizzare, anziché per il marinaio, come una terza cabina singola. La maggior parte di tutte queste fasi progettuali sono state sviluppate durante la pratica professionale, e solo successivamente continuate e completate. Essere seguiti da chi progetta secondo un’esperienza è stato fondamentale per avere il giusto indirizzo verso cui proseguire. Avere dei vincoli di una rilevanza notevole e delle necessità a cui non si può negare attenzione mi ha fatto rendere conto di quanto realmente sia complessa la progettazione, ma allo stesso tempo soddisfacente in quanto si raggiunge un livello di consapevolezza tale con il quale ci dovremmo sempre confrontare.it_IT
dc.language.isoitit_IT
dc.titleCalipso. Proposta per l'ampliamento di gamma dello storico cantiere Rizzardiit_IT
dc.typeThesisit_IT
unire.supervisorMorozzo della Rocca, Maria Carola
unire.supervisorCarassale, Enrico
unire.assistantSupervisorRizzardi, Damiano
dc.publisher.nameUniversità degli Studi di Genova


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