dc.description.abstract | Attraverso il percorso di ricerca, il lavoro di tesi si pone l’obiettivo del riconoscimento della coesistenza di valori pluridisciplinari a diverse scale che determinano la complessità, l’unicità e l’eccellenza dell’«acropoli delle arti» voluta dalla famiglia Ottolenghi ad Acqui Terme. Oltre all’individuazione di questi valori l’indagine si spinge nel tracciare e comprendere i reciproci legami insiti tra gli stessi, al fine di offrire un’acuta integrazione della conoscenza dell'eredità culturale di Villa Ottolenghi Wedekind. Insieme alla comprensione e all’analisi dell’iter creativo e realizzativo del complesso di Monterosso, nel quale si riversano i contributi di committenti e artisti, lo studio condotto vuole inquadrare il caso in esame nel contesto territoriale e nel panorama culturale del Novecento. Considerando l’interesse principale di questo lavoro legato alle tematiche del giardino e del paesaggio, si propone una approfondita disamina del contributo, tra il 1955 e gli anni Settanta, del paesaggista Pietro Porcinai alla crescita dell’«acropoli delle arti» per quanto concerne la progettazione, la gestione e la manutenzione degli spazi esterni. In questo modo si pongono i presupposti per una consapevole proposta di restauro del giardino e del parco di Monterosso, la quale offre l’occasione per realizzare un processo di ricucitura delle relazioni tra villa Ottolenghi Wedekind e il contesto territoriale e paesaggistico in cui è inserita, al fine di innescare opportune strategie per la piena messa in valore dell’intero complesso. La finalità progettuale è in particolare legata alla sistemazione e alla gestione della componente vegetale, risultata oggetto del principale degrado rinvenuto riguardo la condizione attuale di impoverimento floristico rispetto alla ricchezza botanica proposta dal Porcinai. | it_IT |