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dc.contributor.authorCute Pelle, Loris
dc.date.accessioned2021-02-03T12:45:59Z
dc.date.available2021-02-03T12:45:59Z
dc.date.issued2020-10
dc.identifier.urihttps://unire.unige.it/handle/123456789/3324
dc.description.abstractLa piazza Am Hof di Vienna, circondata da edifici in stile barocco, è uno dei luoghi più antichi e ricchi di storia della città. È qui che dovrebbe sorgere la nuova School of Arts, edificio che sarà, citando testualmente dal bando di concorso, il tassello di chiusura di un nuovo distretto per la cultura. L’idea di progetto nasce dalla decisione di dividere l’edificio in due blocchi che sorgono a partire dal piano terreno separati, ma con la condivisione dei due piani interrati. Questa scelta è dettata dalla volontà di avere uno spazio privato, dedicato agli atelier, che possiamo definire in un certo senso sacro (intangibile/inviolabile/velato) e uno pubblico, quindi aperto, profano, in cui si collocano le sale espositive e tutti quei servizi che possono essere fruiti da chi arriva dall’esterno. I due piani interrati uniscono i due blocchi in modo da renderli comunicanti per il trasporto delle opere e per quanto riguarda i locali di servizio. Le due aree dell’edificio, quella privata e quella pubblica, necessitano infatti di una base comune che renda la Scuola un insieme funzionante. Concettualmente inoltre lo spazio che separa i due edifici è la prosecuzione immaginaria di Via Schulhof, strada che costeggia il lato sinistro della Kirche am Hof. Il materiale di rivestimento è il vetrocemento: resistente, isolante e semi-trasparente, caratteristica in questo caso fondamentale, tale da permettere il passaggio della luce senza compromettere la privacy. Questa scelta è dettata anche dal contesto; il lotto di progetto, circondato da edifici barocchi ricchi di ornamenti, si presta ad accogliere un’architettura meno invasiva sia per quanto riguarda le forme che i materiali. Ognuno dei due blocchi, di uguale forma e simmetrici tra di loro, si compone di sei piani fuori terra e due piani interrati, ognuno dei quali ha un’altezza di 3.60 metri. I due edifici si elevano di 24 metri, misura che non supera quella degli edifici circostanti. All’interno di un singolo blocco, ogni livello ha area di circa 200 mq. I piani sono così composti: Il livello -2 accoglie un locale macchine di 280 mq; Al livello -1 troviamo un’area a disposizione degli spazi espositivi composta da servizi igienici e da un guardaroba, un’area a disposizione degli spazi adibiti a workshop con servizi igenici, spogliatoio e uffici per il personale; inoltre un’area di 150 mq adibita a magazzino funge da collegamento tra i due blocchi servendosi dei relativi montacarichi; Dal piano terra in poi l’edificio si divide. L’attacco a terra prevede l’utilizzo del vetro che, grazie alla sua trasparenza, non interrompe la visuale e mantiene la continuità della piazza. È per questo che qui troviamo, oltre a spazi di accoglienza, un’area di mediazione tra l’edificio e la piazza, disponibile per esposizioni temporanee aperte al pubblico. L’edificio “privato”, con affaccio su Am Hof, prevede dal piano 1 al piano 4 gli spazi di workshop per pittura, fotografia, scultura e architettura. Il piano 5 accoglie un’area di meditazione composta da un giardino all’aperto e uno spazio voltato. Nell’edificio retrostante, quello “pubblico”, troviamo al primo piano una libreria mentre l’ultimo piano è adibito a ristorante. I piani dal 2 al 4 accolgono le sale espositive, le cui piante permettono diverse disposizioni delle strutture di allestimento adattabili agli oggetti in mostra. La composizione architettonica è la ricerca di qualcosa che non corrisponda solo alla funzione, ma che non sia neanche mera scultura: la forma deriva dalla sintassi e da un insieme di regole ben definite. Il processo adoperato è una sequenza continua che ha lo scopo di trovare una legge che regoli lo sviluppo della forma dall’inizio alla fine, che parta da forme geometriche elementari quali quadrato, cerchio e triangolo e ad ogni passaggio trovi delle regole che permettono di selezionare forme per arrivare allo scopo.it_IT
dc.language.isoitit_IT
dc.titleNuova Scuola d'Arte Contemporanea, Viennait_IT
dc.typeThesisit_IT
unire.supervisorGalli, Giovanni
dc.publisher.nameUniversità degli Studi di Genova


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