Show simple item record

dc.contributor.authorVarie provenienze
dc.date.accessioned2020-10-01T11:13:15Z
dc.date.available2020-10-01T11:13:15Z
dc.date.issued1910
dc.identifier.urihttps://unire.unige.it/handle/123456789/3200
dc.descriptionLa raccolta comprende una serie di tavole che rappresentano, nella quasi totalità dei casi, caldaie cilindriche a tubi di fiamma del tipo Scozzese, con e senza cassa o camera a fuoco, con combustione a carbone, di costruzione italiana e inglese, otre ad una tavola sulla quale è rappresentata una caldaia a tubi d’acqua a tre collettori. Sono presenti anche cinque tavole a china nero su lucido, con varie tipologie di caldaie, forse disegnate per esercitazioni a scopo didattico. Le condizioni delle tavole sono generalmente buone. La tecnologia per la costruzione delle caldaie dell’epoca (siamo ai primi del 900) adottava per l’unione delle lamiere la rivettatura. Questa metodologia consisteva nel forare le lamiere che erano a basso tenore di carbonio, alesare il foro per renderlo perfettamente cilindrico e previo riscaldamento si posizionava il rivetto eseguendo la sua ribattitura. Le lamiere provenienti dal laminatoio erano lavorate in apposite macchine costituite da un insieme di rulli dette “macchine curvatrici” con un raggio di curvatura secondo le dimensioni della caldaia e quindi venivano unite applicando dei coprigiunti rivettati. Lo stesso procedimento di rivettatura veniva eseguito nell’intestatura delle due pareti del corpo cilindrico (dorso e lamiera frontale). In certi casi si eseguiva anche la cianfrinatura dei bordi di lamiera rivettati. Gli elementi interni come il fascio tubiero e l’eventuale camera a fuoco venivano fissati al corpo cilindrico con tiranti. Questi tiranti venivano parzialmente forati verso l’esterno in maniera che in caso di rottura vi sarebbe stata fuoriuscita di acqua. La caldaia veniva corredata di accessori e fra questi di un passo d’uomo posto nella parte superiore per le operazioni di pulizia interna ed eventuali riparazioni. Le griglie dove veniva posto il carbone potevano essere in un unico pezzo oppure a più elementi. La parte finale della griglia terminava con il così detto “altare” al fine di convogliare i gas della combustione verso la cassa a fuoco. I fasci tubieri venivano mandrinati sulle rispettive lamiere di sostegno. Le caldaie venivano costruite nel tipo mono-fronte nel caso di un solo frontale munito di bocche di forno, oppure bi-fronte ed in questo caso si aveva un corpo cilindrico unico con una lamiera che separava le due camere di contenimento acqua e quindi due lamiere frontali opposte con le relative bocche di forno. È da notare che, sino al primo quarto del XX secolo il metodo della rivettatura era il modello standard. La saldatura elettrica, con tecniche moderne, verrà applicata in modo esteso come metodo di unione dopo il 1930, soprattutto con il progredire della metallurgia e lo sviluppo della costruzione delle caldaie a tubi d’acqua passando dal carbone al combustibile liquido con la conversione anche di quelle alimentate a carbone.it_IT
dc.language.isoitit_IT
dc.subjectCaldaie, Cochran, Warkworthit_IT
dc.titleCaldaie marineit_IT
dc.typePlan or blueprintit_IT


Files in this item

Thumbnail
Thumbnail
Thumbnail
Thumbnail
Thumbnail
Thumbnail
Thumbnail
Thumbnail
Thumbnail
Thumbnail
Thumbnail
Thumbnail
Thumbnail
Thumbnail
Thumbnail
Thumbnail
Thumbnail
Thumbnail
Thumbnail
Thumbnail
Thumbnail
Thumbnail

This item appears in the following Collection(s)

Show simple item record