dc.description.abstract | L'idea di basare la propria tesi di laurea sul tema dell'arco in muratura è nata dalla presa di coscienza del ruolo che la ricerca storico-critica può giocare nella formazione dell'architetto, in particolare quando egli è posto di fronte al compito di formulare giudizi sulla stabilità di costruzioni del passato.
Come noto, la vicenda storica riguardante le strutture voltate in muratura, e il modo più appropriato per analizzarle dal punto di vista meccanico, si è conclusa sulla fine del XIX secolo con un verdetto in apparenza inappellabile: tutti i materiali, compresi quelli lapidei, godono di un certo grado di deformabilità e di resistenza, per cui anche le costruzioni murarie possono essere trattate come “sistemi elastici iperstatici” e venir calcolate con i metodi concepiti per tali sistemi.
Questo verdetto, per quanto tale storicamente giustificabile, non va inteso, però, come definitivo e senza alternative. In effetti, il professionista che oggi si occupa di costruzioni voltate in muratura non lo fa nel ruolo di che deve progettare una nuova opera, e quindi nella privilegiata condizione di poter controllare tutte le circostanze affinché le ipotesi a base del calcolo elastico siano rispettate, quanto piuttosto nel ruolo di chi deve verificare la stabilità di un’opera antica nell'incertezza su quali siano le effettive proprietà meccaniche dei materiali, lo stato di connessione degli elementi, le attuali condizioni di vincolo rispetto a quelle originarie.
Ecco, di fronte a queste incertezze è forse più sensata una stima ragionata del grado globale di stabilità rispetto al rischio di collasso, piuttosto che un'analisi mirata alla determinazione, probabilmente illusoria, dello stato puntuale di sollecitazione. Per tale motivo ci è sembrato giusto riconsiderare gli studi pre-elastici sul tema, fra i quali spicca quello proposto nel 1904 dallo studioso serbo Milutin Milankovitch con la sua teoria della curva delle pressioni. | it_IT |