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dc.contributor.authorMazzoni, Arianna
dc.date.accessioned2020-09-01T07:23:07Z
dc.date.available2020-09-01T07:23:07Z
dc.date.issued2020-07
dc.identifier.urihttps://unire.unige.it/handle/123456789/3169
dc.description.abstractPartendo dal presupposto che la crisi climatica che stiamo vivendo in questi anni è in buona parte causata dalle emissioni inquinanti dovute allo stile di vita dell’uomo contemporaneo (circa il 40% delle emissioni sono dovute agli impianti di riscaldamento/climatizzazione degli edifici), ai suoi spostamenti e alla sua gestione territoriale, è ormai d’obbligo cerca-re di trovare una risposta a tali problematiche. Le Nazioni Unite e l’Unione Europea hanno cercato negli anni di stabilire delle Linee Guida da applicare a livello governativo, individuando una definizione precisa di “Sviluppo Sostenibile” e identificando 17 obietti-vi sostenibili da raggiungere in diversi ambiti (tra i quali: quello ambientale, quello sociale e quello economico) definiti nell’Agenda ONU 2030. La tesi si pone dunque lo scopo di individuare quali siano le buone pratiche di progettazione sostenibile urbana messe in opera nello sviluppo dei quartieri ecosostenibili in Europa (solarcity, Linz / Hedebygade, Copenaghen / Eco-Viikki, Helsinki / La Courrouze, Rennes / La Confluence, Lione / Kronsberg, Hannover / Quartier Vauban, Friburgo in Brisgovia / BedZED: Zero Energy Developement, Hackbridge / Hammarby Sjöstad, Stoccolma / Västra Hamnen - Bo01, Malmö) al fine di confrontare tali distretti con tre realtà individuate in Liguria. La prima, ad oggi completata, è l’area dell’ex Cava di refrattaria a Noli, le altre due sono ancora in fase di progettazione: l’area ex Cava Ghigliazza a Finale Ligure e l’Area ex Gavarry ad Albisola Superiore. La dimensione studiata a livello europeo è quella del quartiere che nell’ambito territoriale ligure si può identificare a livello di P.U.O (Piano Urbanistico Operativo) o S.U.A. (Strumento Urbanistico Attuativo). La metodologia utilizzata per la valutazione delle “buone pratiche” fa riferimento ad una metodologia denominata “21CD: Twenty-first Century Development” sviluppata negli Stati Uniti dall’Università del Minnesota in collaborazione con altri enti e che, a sua volta, si basa sulle certificazioni fornite dal Living Fu-ture Institute, un’organizzazione anch’essa americana che dal 2015 ha esportato il suo progetto in Europa introducendo il “LFE – Living Future Europe” tramite un concorso che si è svolto proprio in Italia, a Dro (Trento). La metodologia propone una “matrice di valutazione” composta da sette categorie che individuano le tematiche di studio (Luoghi, Acqua, Energia, Salute e Felicità, Materiali, Equità e Bellezza) che, a loro volta, so-no suddivise in sottocategorie per un totale di 18. Sono poi individuati 5 criteri di valutazione (Standard, Good, Better, Living Community Principles e Regene-rative) da applicare alle tematiche di cui prima. La valutazione dei quartieri fornita dall’Università del Minnesota garantisce una “certezza” nei risultati a livello europeo mentre la chiarezza della metodologia ha consentito una “facile” valutazione delle aree individuate in Liguria. Questo ha permesso il confronto tra le varie realtà, evidenziando una netta differenziazione tra i due ambiti. Il risultato di tale ricerca mette in luce quanto, oltre alle necessarie attenzioni che vanno poste in una progettazione accorta nell’arginare le problematiche ambientali, è altrettanto importante aver cura di coinvolgere i cittadini sia durante la progettazione, affinché siano soddisfatte le loro esigenze, che durante la gestione, per garantire la massima efficienza del programma. Viene inoltre sottolineato che ciò che realmente fa la differenza tra una valutazione scarsa ed una valutazione distinta risulta essere la capacità della Governance di saper guidare il progetto, di fornire ai vari attori che sono coinvolti nello sviluppo di un nuovo distretto gli strumenti necessari ad ottenere i migliori risultati. Di fatto le due città che hanno ottenuto i risultati più elevati sono quelle che si sono poste l’obiettivo di definire un vero e proprio modello di sviluppo che metta in relazione la questione ambientale, la questione economica e la questione sociale. Lo studio si conclude con un’idea di progetto dell’area Ex Tubi Ghisa a Cogoleto con l’intento di mettere in luce le problematiche che un progettista deve affrontare in Liguria per coniugare le tematiche della sostenibilità ambientale e dello sviluppo sostenibile con alcune normative attualmente vigenti.it_IT
dc.language.isoitit_IT
dc.titleLe buone pratiche nella progettazione di quartieri ecosostenibili. Realtà europee e liguri a confrontoit_IT
dc.typeThesisit_IT
unire.supervisorLombardini, Giampiero
unire.assistantSupervisorVallerga, Mauro
dc.publisher.nameUniversità degli Studi di Genova


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