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dc.contributor.authorFario, Cecilia
dc.date.accessioned2020-08-25T18:33:40Z
dc.date.available2020-08-25T18:33:40Z
dc.date.issued2020-07
dc.identifier.urihttps://unire.unige.it/handle/123456789/3153
dc.description.abstractIl punto di partenza della presente ricerca progettuale si configura con la consapevolezza di trovarsi in un delicato periodo storico. L’emergenza sanitaria attualmente in corso condizionerà a lungo i nostri comportamenti. Il dato più significativo introdotto da tale emergenza, riguarda il distanziamento, inteso nella sua più ampia accezione, non solo quindi l’ampiamente codificato “distanziamento sociale” intercorrente tra gli individui, ma quello tra individui ed oggetti e tra oggetti stessi. La necessità di rispettare le misure del distanziamento si protrarrà, secondo l’opinione unanime degli studi più accreditati, per un periodo di tempo significativo e non è da escludere che, anche una volta usciti dalla crisi odierna, determinate modalità di gestione delle relazioni interpersonali, di organizzazione degli spazi lavorativi, di fruizione degli esercizi commerciali, di frequentazione dei luoghi della cultura, nonché di fruizione degli spazi pubblici, saranno cambiate in modo irreversibile. L’epidemia da Coronavirus, in altri termini, verosimilmente introdurrà dei cambiamenti sensibili e duraturi nell’ambito del nostro costume sociale, modificando le nostre condotte quotidiane. Sebbene in un momento di forte difficoltà, in questi mesi le immagini della città senza auto in movimento hanno restituito il fascino di una città a ritmo lento, a scala umana, e ricordato l’impatto quotidiano che il traffico genera sul benessere delle persone e dell’ambiente. La crisi sanitaria può essere l’occasione per decidere di dare più spazio alle persone e migliorare le condizioni ambientali della città, aumentare gli spostamenti di superficie non inquinanti e ridefinire l’uso delle strade e degli spazi pubblici per usi commerciali, ricreativi, culturali, sportivi, rispettando i distanziamenti fisici previsti. Ponendosi come un segno effimero finalizzato al miglioramento della qualità dell’abitare collettivo, il progetto nasce dall’individuazione di un vuoto urbano, rappresentato dall’ex scalo ferroviario Brunelleschi e dalla conseguente strategia riorganizzativa degli spazi utili per le aggregazioni urbane, evitando assembramenti e garantendo agli utenti l’opportuno distanziamento sociale. Il lavoro è stato eseguito partendo dall’analisi storica dell’area di progetto e del suo ambiente, sono state realizzate una serie di diacroniche che vanno ad analizzare il sistema edificato, la viabilità, il sistema ferroviario e i parchi urbani. In seguito sono state eseguite delle analisi del contesto che trattano lo stato di fatto dell’area, si riportano: le “Trasformazioni e i Vincoli” dal PRG, la Viabilità, le Aree verdi e i servizi. Inoltre vengono eseguite delle analisi più specifiche per quanto riguarda l’edificato e le aree di pertinenza dell’edificato, questi concetti vengono approfonditi per spiegare in maniera chiara il concept di progetto. Il progetto viene trattato a due diverse scale di livello, progetto a “scala urbana” (1:5000) e progetto a “scala di dettaglio” (1:500). Per il progetto a “scala urbana” vengono fatte delle riflessioni sul distanziamento sociale e spaziale e viene proposta una strategia che agisce sulla riqualificazione di tutto il collegamento stradale e che vuole promuovere una mobilità attiva ed efficace, con un ricalcolo di tutta la maglia stradale, a favore della viabilità dolce. Il progetto a “scala di dettaglio” va a concentrarsi sull’area dell’ex scalo ferroviario e del Corso Brunelleschi, vengono adottate delle strategie che seguono un’idea di concept ben definita. L’idea parte dal riconoscimento di due tematiche molto importanti: la “tematica delle pertinenze” e la “tematica del recinto”, questi due temi nascono da una lunga riflessione sul distanziamento sociale e dalla creazione di una strategia che tiene fortemente conto del contesto in cui l’area si trova. Tutto il lavoro di analisi e tutta l’idea progettuale, nascono dall’esigenza di una riformulazione dello spazio pubblico rimasto ad una concezione obsoleta concepita prevalentemente nel ‘900 e rimasta pressoché invariata fino ai giorni nostri. Ciò che invece si auspica possa accadere a seguito della pandemia attualmente in atto di Covid19 è di saper cogliere e trasmettere una nuova concezione di vivibilità e fruibilità dello spazio, attraverso l’elaborazione di una nuova idea di limite, non più concepito come accentuazione della cultura del muro e della segregazione, ma come valorizzazione della libertà individuale che tende a proteggere anziché dividere.it_IT
dc.language.isoitit_IT
dc.titleSpazio pubblico e distanziamento sociale. Sperimentazioni progettuali per l’ex scalo ferroviario Brunelleschi a Torinoit_IT
dc.typeThesisit_IT
unire.supervisorGabbianelli, Alessandro
unire.assistantSupervisorVagge, Ilda
dc.publisher.nameUniversità degli Studi di Genova


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