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dc.contributor.authorCaramelli, Carlotta
dc.date.accessioned2020-08-04T14:08:06Z
dc.date.available2020-08-04T14:08:06Z
dc.date.issued2020-04
dc.identifier.urihttps://unire.unige.it/handle/123456789/3113
dc.description.abstractDalla fine degli anni ‘90 il Giappone sta assistendo a un affascinante e unico processo di rigenerazione delle aree rurali grazie alla proliferazione nelle zone più marginali del paese di Festival di Art Projects, progetti creativi con la finalità di produrre un cambiamento all’interno della comunità coinvolgendone la popolazione. Se da un lato il ventesimo secolo si è affermato come l’era dell’arte della città, dall’altro il mondo rurale giapponese è stato messo in serio pericolo: dagli anni ’50 fino ai primi anni ’90 è stato gradualmente tagliato fuori dalle politiche di sviluppo del paese per via della sua non totale efficienza in termini produttivi; le giovani generazioni diedero così inizio al movimento migratorio verso i centri urbani abbandonando le campagne, e le restanti comunità agricole, in particolare le comunità montane, iniziarono il loro deterioramento sociale e culturale. Oggi nelle aree interessate dalle strategie dei festival si può notare come la natura ha ispirato artisti e architetti a recuperare nei loro progetti il modello ecologico chiamato satoyama, a ripristinare l’importanza del matsuri, ovvero della celebrazione collettiva all’interno delle piccole comunità, e a restituire alla creatività la capacità di intessere relazioni, secondo il concetto spaziale del wa. Può dunque la creatività, nella forma dell’Art Project teorizzata forse inconsapevolmente dai giapponesi in questo ventennio, essere la chiave di volta per la rivitalizzazione di contesti marginali e per la tutela e il rafforzamento della loro identità? Il viaggio proposto dalla tesi tenta di rispondere a questo quesito gradualmente, studiando le specifiche risposte per arrivare a formulare un modello generale di strategia di rivitalizzazione rurale, efficace anche altrove. Ripercorrendo i vari passaggi, nella prima parte si fa chiarezza sulla cronologia, la tipologia di interventi e gli obiettivi adottati dai numerosi Festival di Art Projects in Giappone per invertire la tendenza al declino del mondo agricolo. Da questi emerge l’importanza del contributo del festival di Echigo-Tsumari nella prefettura di Niigata, assunto quindi come principale modello da teorizzare. Infine, nell’ultima parte si rientra in Italia. Un’introduzione del contesto della provincia della Spezia e delle sue aree interne fornisce una base di applicazione del modello teorizzato per la rivitalizzazione rurale attraverso gli Art Projects. Oltre quindi all’applicazione della strategia generale sull’esteso territorio della provincia, vengono qui ipotizzati e declinati diversi interventi puntuali di Art Projects riprendendo alcune delle affascinanti e molteplici concezioni spaziali giapponesi, in modo da fornire principi guida di riuso e di recupero di strutture esistenti in grado di innescare un nuovo sviluppo sociale, e non solo economico, proprio in quelle aree non urbane che in ultima analisi rappresentano l’essenza più profonda del Giappone quanto del nostro paese.it_IT
dc.language.isoitit_IT
dc.titleNiigata A/R. Rivitalizzare comunità rurali attraverso la pratica giapponese degli art projects. Visioni per le aree interne di La Speziait_IT
dc.typeThesisit_IT
unire.supervisorGausa Navarro, Manuel
unire.assistantSupervisorCanessa, Vittorio Valentino
dc.publisher.nameUniversità degli Studi di Genova


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