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dc.contributor.authorBruni, Cecilia
dc.date.accessioned2020-08-03T12:11:25Z
dc.date.available2020-08-03T12:11:25Z
dc.date.issued2020-04
dc.identifier.urihttps://unire.unige.it/handle/123456789/3092
dc.description.abstractIl tema della Villla legato al rilievo metrico geometrico e cromatico si pone come oggetto di studio di questa tesi anche in riferimento al tessuto di Villa del territorio di Albisola (sv). Le diverse tipologie architettoniche, la decorazione con la tecnica dell’affresco e dello stucco, il nuovo spazio del giardino, le dimensioni monumentali della villa e il rapporto con la città in cui il complesso è inserito sono tutti fattori che identificano il modello di dimora patrizia nel momento di massimo splendore dell’aristocrazia genovese, tra il sedicesimo e il diciassettesimo secolo. A livello architettonico le dimensioni della villa definiscono la magnificenza del committente; mentre le opere degli artisti hanno lo scopo di trasportare il visitatore nei diversi miti ricreati attraverso dipinti o mediante l’utilizzo di stucchi plastici. Differente è la funzione del giardino dove la connessione tra le scelte artistiche e il ruolo politico del commissionario è meno evidente. Questa parte della dimora oltre a rispondere ai canoni classici del decoro deve soddisfare bisogni quali la comodità, il piacere e il godimento del bello. Nello spazio verde del palazzo il mito viene approcciato in maniera differente rispetto agli interni: non usando la pittura bidimensionale e richiami allegorici ma ricreando il luogo stesso della narrazione arrivando ad eliminare il confine tra fantasia e realtà. Vi è un consistente patrimonio di ville storiche in Liguria, spesso in condizioni degradate e/o dimenticate la cui riqualificazione potrebbe portare alla creazione di itinerari culturali. Il Consiglio d’Europa promuove il “Cultural Routes” che consiste nella valorizzazione degli itinerari storici, due esempi internazionali sono il Cammino di Santiago di Compostela e la via Francigena. In Italia attualmente ventinove percorsi, che toccano complessi architettonici e parchi storici fanno parte del Patrimonio dell’Unesco. In tutta la regione Liguria vi sono molteplici punti su cui sorgono ville e giardini collegati tra loro da strade urbane e percorsi a mezzacosta. l Consiglio d’Europa promuove il “Cultural Routes” che consiste nella valorizzazione degli itinerari storici, due esempi internazionali sono il Cammino di Santiago di Compostela e la via Francigena. In Italia attualmente ventinove percorsi, che toccano complessi architettonici e parchi storici fanno parte del Patrimonio dell’Unesco. In tutta la regione Liguria vi sono molteplici punti su cui sorgono ville e giardini collegati tra loro da strade urbane e percorsi a mezzacosta. Alassio e le zone limitrofe hanno richiamato l’attenzione nel corso dell’Ottocento del turismo inglese, grazie a questo si deve la costruzione di una ventina di dimore con parchi annessi sui versanti del promontorio: La Pergola, Molino di Sopra, Vald’Ulivo, Lenguade Ca’,ville Montana, Vignetta e Francesca, questi sono solo alcuni esempi. Un altro gruppo di ville storiche è raggruppato lungo la via Adelasia, il cui grande promotore dello sviluppo edilizio fu Thomas Hanbury. Tutte le costruzione del XIX secolo rispettano i caratteri del paesaggio e anche le specie botaniche introdotte nei nuovi giardini non sono in contrasto con la preesistenza, piante come i tradizionali agrumeti vengono inseriti mentre eucalipti e cedri sono piantati a piccoli gruppi. I terrazzamenti, le mulattiere e le coltivazioni d’ulivo non vengono modificati. Nella vicina Bordighera le abitazioni iconiche sono Villa Bischoffsheim o Villa Etelinda, datata fine ottocento, Villa Margherita, residenza privata della regina Margherita di Savoia, e l’attuale Municipio progettato da Garnier nel 1886. Dalla parte opposta della Liguria il golfo di Lerici ospita costruzioni religiose e civili di grande valore architettonico. Villa Marigola costruita durante il settecento dagli Ollandini possiede uno tra i più celebrati giardini della regione, con vista sul Golfo dei Poeti. Residenza di Mary e Percy Shelley nel 1890 coinvolsero Arnold Bocklin, pittore svizzero, per la realizzazione di un bosco con concertazioni calcaree nella porzione a monte del giardino. La forma attuale è datata 1926 per mano di Franco Oliva su commissione dell’ingegnere navale Gio Batta Bibolini. Oggi di proprietà della Cassa di Risparmio della Spezia è visitabile. Altre strutture di pregio, sempre nel Golfo dei Poeti, sono: Villa Padula, Villa Cochrane con il parco di cipressi, lecci ed eucalipti, Palazzo Doria e l’ottocentesca Villa De Benedetti. Non solo Levante e Ponente ma anche il capoluogo di regione ospita architetture molto interessanti: gli insediamenti di Villa cinquecentesca.Questa tematica racchiude in se il fenomeno di nascita e sviluppo, e successivamente l'urbanizzazione e la trasformazione industriale dell'attuale quartiere di Sampierdarena. Lo sviluppo è avvenuto lungo due assi principali: quello che collega la foce del Polcevera con Capo di Faro, questa direttrice ha l'affaccio sul mare, mentre la seconda interna comprende i rilievi del Promontorio, del Belvedere e della Collina degli Angeli. Tra fine del Quattracento e l'inizio del Cinquecento, in seguito all'acquisizione da parte di nobili famiglie locali di appezzamenti di terra, inizia la costruzione di dimore con grande prestigio architettonico e paesaggistico, in sintonia col sistema “palazzo-terreno coltivo-giardino”; questo col tempo diventerà uno dei luoghi più frequentati per la villeggiatura. La ricchissima cartografia storica, dimostra come nella zona considerata convivessero una molteplicità di valori insediativi, paesaggistici, tipologici e architettonici, oltre che i particolori decorativi e costruttivi di spazi aperti e di volumi chiusi. Le pertinenze dei palazzi sono arricchiti da peschiere, ninfei e fontane. L'attuale Via Daste ospita la "triade alessiana", ville antiche e pregevoli architettonicamente i cui caratteri vengono spesso messi in relazione con quelli dell'Alessi: Villa Grimaldi detta la Fortezza (1565), Villa Scassi soprannominata la Bellezza (1560) e Villa Lercari, detta la Semplicità (inizi seconda metà del ‘500). Altri elementi di prestigio risalgono agli inizi del novecento, grazie alla presenza di Gino Coppedè che utilizza elementi tipici del giardino all’inglese riadattati e reinterpretati al paesaggio genovese. Le ville o i castelli sono perfettamente integrati col paesaggio da cui in ogni caso emergono come dei punti focali, concentrati a Castelletto, Centro e Corso Italia. Coppedè realizza diverse tipologie di abitazioni: edifici castello come il Mackenzie, Bruzzo, Turke, Coppedè e ville (Villa Canali); villini tipo “cottage di campagna” Villa Martini e Villino Cogliolo oppure “chalet montano” Villa Delle Piane e Villino Bozzano, Villa Maria Cerruti; infine anche il gusto rinascimentale trova spazio in Villa Cerruti, Villa Canepa, Villino Queirolo e Palazzina Profumo. L’oggetto di ricerca del suddetto lavoro è Villa Gavotti_Della Rovere sita in Albisola. L’elaborato è stato suddiviso in sei capitoli; nel primo viene descritta la piana albisolese, dal punto di vista morfologico, dell’evoluzione storica-urbanistica con approfondimenti su Via Della Rovere. Nella parte II vengono esposte le generalità delle dimore aristocratiche, dei giardini e parchi della Liguria; successivamente sono affrontati i temi della rappresentazione e del rilievo architettonico. Il capitolo terzo è interamente dedicato alle facciate e ai dettagli decorativi di Villa Gavotti Della Rovere; è stato consultato inoltre il piano colore risalente al 2012 in cui non è inserito l’edificio principale ma le ex pertinenze (stalle e rimesse) trasformate in abitazioni, questo ha aiutato nella ricostruzione delle decorazioni e nell’individuazione del pigmento originale del complesso. Le decorazioni dei prospetti di tutta la dimora storica sono stati realizzati mediante una prospettiva percettiva, una sorta di “trompe-l’œil” che inganna l’osservatore facendogli percepire tutti i decori affrescati come tridimensionali. E’ stato condotto anche uno studio e una campionatura delle valenze cromatiche di facciata, sono stati individuati i chiari scuri, le ombre dipinte e le differenti sfumature. Per quanto riguarda il giardino monumentale, le riceche storico-iconografiche e bibliografiche d’archivio, e il rilievo hanno evidenziato il carattere dello spazio come teatrale oltre che luogo di piacere e del mito. Sono stati individuati gli schemi planimetrici, la rete dei percorsi, le diverse specie botaniche, i sistemi idrici, gli apparati ornamentali e l’utilizzo della natura come artificio decorativo. Sull’imponente parco si aprono quattro differenti gallerie dedicate ognuna ad una stagione. Sul lato nord si trovano la primavera, l’estate, e l’autunno decorate mediante affreschi e stucchi dove, è ben visibile come la natura venga proiettata sugli spazi chiusi del palazzo. Sul versante sud, a rappresentare l’inverno, si trova una vera e propria grotta artificiale in uno spazio chiuso, immagine del creato e il mistero della natura si incontrano in questo luogo interamente ricoperto da stalattiti, conchiglie e coralli provenienti dalla vicina Bergeggi. Infine è stato redatto un percorso culturale, in quanto Villa Gavotti_Della Rovere non è l’unica residenza aristocratica sita fra le due Albisole. Vi sono altri tre complessi: Villa De Mari (restaurata ed ora adibita a residenza privata), Villa Farragiana, proprietà del comune di Novara ( una parte di essa è un museo l’altra usata per eventi) e Villa Balbi dal punto di vista della decorazione in facciata la più interessante (appartamenti privati). La tesi vuole dimostrare come l’osservazione diretta, le ricerche d’archivio e una sensibilità verso le costruzioni storiche appartenenti al territorio possano far emergere l’apparato disegnativo delle decorazioni di facciata e in generale la complessità architettonica di Villa Gavotti Della Rovere ad Albisola Superiore (SV), tramite uno studio diretto della struttura: disegni, misurazioni e fotografie in loco, oltre al campionamento del colore nei punti meno degradati della facciata. Ricerche in archivi e biblioteche locali hanno permesso la ricostruzione di dettagli decorativi, come ad esempio la gradazione del colore dei cantonali, ricostruita mediante l’utilizzo di una fotografia storica, o le decorazioni poste sulle porte della galleria delle stagioni, che altrimenti non sarebbero riemersi. Dal punto di vista informatico vengono utilizzati software per il fotoraddrizzamento, RDF e Perspective rectifier. La motivazione che ha portato alla scelta del recupero delle decorazioni pittoriche di facciata di Villa Gavotti Della Rovere si deve alla necessità di porre in evidenza un caso particolare di grande pregio architettonico e decorativo che rappresenta uno spazio “storico” identitario di una comunità e di un territorio.it_IT
dc.language.isoitit_IT
dc.titleVilla Gavotti della Rovere, Albissola Superiore, Savona. Documentazione, rilievo architettonico e recupero delle decorazioni dipinte di facciata.it_IT
dc.typeThesisit_IT
unire.supervisorPellegri, Giulia
dc.publisher.nameUniversità degli Studi di Genova


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