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dc.contributor.authorAngelotti, Luca
dc.date.accessioned2020-07-30T12:14:30Z
dc.date.available2020-07-30T12:14:30Z
dc.date.issued2020-03
dc.identifier.urihttps://unire.unige.it/handle/123456789/2949
dc.description.abstractIl progetto di tesi sviluppato si pone l’obbiettivo di riqualificare e far rinascere un’area della città di Fivizzano dimenticata ed esclusa attualmente dalla vita quotidiana del cittadino così come dalla visita del turista; un’area che al contrario, nel corso della storia della città, ha costituito uno dei quartieri più dinamici e conosciuti del centro abitato. L’area oggetto di intervento è situata nella zona occidentale, comprendente le Mura storiche urbane con il relativo spazio circostante, e la zona residenziale prospiciente che, pur essendo contenuta all’interno del centro storico definito dal perimetro murario, è per lo più sconosciuta agli stessi cittadini, ad esclusione dei soli residenti. Un’attenta analisi urbanistica della zona, accompagnata da un’approfondita ricerca storica, ha permesso di individuare gli elementi peculiari dell’area, i valori potenziali nonché le numerose criticità su cui basare le linee guida del progetto di riqualificazione urbanistica. La ricerca storica, partendo da un’indagine generale della città e dalle sue origini, si sofferma sugli elementi che hanno da sempre costituito i principali caratteri di Fivizzano e che trovano particolare rilevanza all’interno dell’area di progetto di tesi: l’altopiano sul quale poggia la città, le Mura storiche urbane, la campagna ed il corso d’acqua che scorre alla base della collina che lo limita e ne indirizza il corso. Il progetto prevede un importante recupero funzionale dell’area attraverso l’interfacciarsi di molteplici attività di interesse collettivo che hanno come tramite la realizzazione di un nuovo spazio museale e culturale (Mu_Sta Museo della Stampa) incentrato sul legame profondo e radicato con la terra, con un basso impatto ambientale: “in between” fra città e campagna. L’invisibilità, l’integrazione con il paesaggio, la definizione delle curve di livello che diventano palinsesti progettuali, segni del territorio che diventano segni della nuova architettura che mutua ancora con i segni delle mura militari costruite dall’uomo. “Essere in mezzo” fra la semiotica naturale e quella antropica: le linee dritte, talvolta spigolose e severe, delle mura e dei percorsi si trasformano, con un processo graduale, in curve sinuose nella campagna sottostante. Lo scopo è quello che la nuova costruzione debba realizzarsi in totale armonia con il paesaggio, per questo si è pensato ad una architettura interrata con una sola facciata sinuosa verso valle, mentre il prato e le piante coprono l’intero edificio. Creare un luogo nuovamente vivo umanamente e culturalmente, riconnettendo un’area abbandonata che torna a far parte così della vita cittadina, e al contempo, una zona-filtro fra città e campagna. Nuove interattività e verde rigoglioso si diffonderanno all’interno dell’area a favore di un’idea di riconnessone al tessuto del centro storico. Mediazione, transizione, compenetrazione. Questo spazio sarà un paesaggio di mediazione molteplice sotto il profilo ecologico-ambientale, politico-sociale o funzionale e percettivo. Diventerà una zona di transizione in cui ci si sentirà in due territori contemporaneamente, con la possibilità di “entrare nell’uno o nell’altro” in un paesaggio in cui i caratteri urbani si compenetreranno con quelli agricoli-naturali. L'analisi storica e morfologica, la consapevolezza dei problemi territoriali ed urbani e l'analisi attraverso la percezione che gli abitanti hanno del territorio e della città (Lynch), sono stati gli strumenti indispensabili per coglierne le potenzialità progettuali implicite. Tutti i mezzi utilizzati nelle rappresentazioni, come la cartografia, la pittura, la fotografia sono stati strumenti analitici importanti perché hanno rivelato i caratteri più nascosti dei luoghi per mezzo dell’interpretazione, ma altrettanto importanti sono stati i testi scritti, e le testimonianze dirette. Gli interventi su una parte così importante per la città non devono prescindere, sicuramente, dall'elaborazione di un sistema di azioni condivise. E stato necessario favorire una visione collettiva dei problemi e delle aspirazioni del territorio per contribuire ad un utilizzo condiviso dello spazio pubblico. Tramite l'ufficio tecnico del comune di Fivizzano è stato possibile individuare le volontà dei cittadini e delle associazioni per ottenere una progettazione condivisa degli interventi di riqualificazione, valorizzazione e gestione dell'area d'intervento. Partendo da una fase analitica a vasto raggio e a grande scala che ha interessato il comprensorio lunigianese mi sono spostato sul territorio comunale per poi analizzare la città e l’area d’intervento. Di estremo interesse si è rivelata la ricerca condotta sulle tavole del Catasto Toscano ottocentesco, conservate presso l’Archivio di Stato di Massa, che ha consentito di mettere in luce alcuni importanti aspetti del territorio fivizzanese nel secolo scorso, soprattutto per quanto riguarda il centro storico della città e le aree immediatamente limitrofe, in gran parte trasformate dopo il disastroso terremoto del 1920. La posizione centrale del nuovo e riqualificato spazio urbano, la sua vicinanza con importanti elementi monumentali della città e la sua posizione all’interno della stessa, sulla tratta di collegamento di importanti spazi pubblici, ne faranno punto di riferimento per quanto riguarda tutto il ruolo turistico e storico della città e del suo territorio oltre a divenire luogo di passaggio e di sosta dei percorsi turistici.it_IT
dc.language.isoitit_IT
dc.title“IN BETWEEN”: ipotesi di un museo (Mu_Sta) fra città e campagna, ai margini del centro storico di Fivizzano (Msit_IT
dc.typeThesisit_IT
unire.supervisorLombardini, Gimpier
dc.publisher.nameUniversità degli Studi di Genova


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