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dc.contributor.authorCavallini, Massimiliano
dc.date.accessioned2020-07-22T21:34:05Z
dc.date.available2020-07-22T21:34:05Z
dc.date.issued2020-04
dc.identifier.urihttps://unire.unige.it/handle/123456789/2888
dc.description.abstractNelle ultime due decadi, il lavoro di preservazione del patrimonio artistico e storico si è arricchito di una nuovo mezzo, il computer, che ha portato con sé la sua capacità intrinseca di poter archiviare e conservare grandi quantità di dati in forma digitale, occupando un volume fisico estremamente ridotto che si è andato a miniaturizzare sempre di più di pari passo col progresso tecnologico. I software di realtà virtuale e modellazione tridimensionale, all'odierno stato dell'arte ed utilizzati in congiunzione con i suddetti dati, forniscono uno potente strumento polivalente nelle mani dei ricercatori, permettendo di eseguire analisi approfondite, verifica delle ipotesi e creazione di archivi organizzati in maniera inimmaginabile prima dell'avvento di tali innovazioni. Inoltre, la facilità e velocità di condivisione di questi dati, intrinseche del loro essere in forma digitale, rende questo patrimonio culturale accessibile ad un pubblico sempre più vasto e rappresenta un mezzo insostituibile per le operazioni odierne di documentazione, educative e di preservazione (Menna, Nocerino, Scamardella, 2011). Nell'ambito del recupero delle imbarcazioni storiche, spesso si incorre nel problema del reperire la documentazione di progetto della barca. Attraverso la scansione tridimensionale ed i programmi di 3D-CAD come Rhinoceros possiamo ottenere la ricostruzione delle superfici esterne che, unite ad una attenta osservazione dell'oggetto nautico, permettono una ricostruzione di massima dell'imbarcazione. Per arrivare al risultato si presuppone di poter collocare l'imbarcazione in esame in un invaso adeguato che non ne modifichi le forme: nel caso delle imbarcazioni storiche è possibile ritrovare anche l'invaso originale preparato dal cantiere durante la costruzione della barca. Ad ogni modo, questa operazione viene eseguita dagli addetti del cantiere che dispongono di conoscenze adatte allo scopo. Una volta alata l'imbarcazione e messa in sicurezza, si può procedere alla scansione in diversi modi, tra cui fotogrammetria e LiDAR, acronimo di Light Detection And Ranging (Bortolami, 2018). Questa tesi vuole contribuire documentando e ragionando sul processo di rilievo delle imbarcazioni storiche, facendo luce su quali siano gli strumenti e le metodologie più efficaci per giungere al risultato richiesto dagli obiettivi del restauro. Per farlo si andranno ad analizzare le diverse tecniche di rilievo nautico, individuandone criticità e punti di forza; dopodichè si passerà all'analisi del caso studio di Bigrin, imbarcazione donata allo Yachting Club Italiano di Genova, i cui piani generali sono andati perduti e vi è la necessità di ricostruirli in vista delle riparazioni previste. Verrà eseguita una ricerca storica dell'imbarcazione e raccolte le testimonianze di armatori, passeggeri e marinai passati, nonchè una mappatura del degrado attuale. Con questi dati in mano, si passerà all'elaborazione di una proposta di restauro seguendo le linee guida del restauro nautico già analizzate in precenza dal dipartimento di Architettura e Design dell'Università di Genova.it_IT
dc.language.isoitit_IT
dc.titleBigrin. Ricostruzione degli apparati grafici per il progetto fra analogico e digitaleit_IT
dc.typeThesisit_IT
unire.supervisorMorozzo della Rocca e di Bianzé, Maria Carola
unire.assistantSupervisorZappia, Giulia
dc.publisher.nameUniversità degli Studi di Genova


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