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dc.contributor.authorMaccarone, Fulvio
dc.date.accessioned2020-02-16T12:31:01Z
dc.date.available2020-02-16T12:31:01Z
dc.date.issued2019-12
dc.identifier.urihttps://unire.unige.it/handle/123456789/2708
dc.description.abstractA fronte dell’analisi eseguita sul costruito e le considerazioni sull’attuazione di politiche di rigenerazione urbana a Genova, ho deciso di strutturare un progetto a scala urbana. Nonostante in un primo momento avessi intenzione di analizzare solo un edificio abbandonato, in particolare l’ex “Magazzino dei Tabacchi” in via Eustachio Degola. Successivamente mi sono reso conto di quanto fosse più necessaria e attuale la scelta di immaginare il funzionamento di un organismo complesso come il quartiere di Sampierdarena, immerso in un territorio che negli anni, ha visto aumentare il grado di complessità per ogni tipo di intervento possibile. Dovendo fronteggiare problematiche legate alle infrastrutture, alla densità del costruito e all’ampio uso delle sue arterie principali. Analizzando Genova, si può notare come sia una città policentrica e ancor più il ponente cittadino. Infatti in tutti i quartieri ad Ovest della Lanterna permane una forte componente identitaria, tanto negli anziani, quanto nei giovani. In questa caratteristica intravedo un punto di forza piuttosto che una debolezza. Per contrastare l’idea di società promossa dagli stakeholders, basata sulla concentrazione di capitali in poli privilegiati, di cui Sampierdarena non fa parte, ho deciso di improntare il mio progetto su una dinamica più Neorealista, dove la vita di quartiere torna nelle strade e nelle piazze, rafforzando il rapporto tra pubblico e privato. In un’ottica estremamente positiva la Genova del futuro è una città metropolitana composta dalla sommatoria tra la città che conosciamo oggi e i borghi costieri intersecati da vallate. Uno di questi punti d’intersezione interessa proprio la zona di Sampierdarena e Cornigliano. La difficoltà ad intervenire su questi luoghi, a parer mio, costituisce la sfida più interessante, sfida alla quale architetti e pianificatori dovranno rispondere tenendo conto delle sensibilità locali. Sampierdarena è un organismo simbiotico tra il paesaggio rurale e quello metropolitano, tra costa e valle. Per riuscire a sopravvivere il quartiere dovrà essere capace di improntare i cambiamenti sul modello di società sostenibile, che predilige lo spostamento a piedi, con i mezzi pubblici o tramite l’utilizzo di servizi di sharing per una mobilità lenta come nelle città più smart del panorama europeo. Qualsiasi sia lo scenario pensato, si deve fare i conti con la realtà genovese, che segue percorsi in controtendenza rispetto alla crescita di città come Milano o Torino. Quest’ultime possono costituire un modello solo in parte. In questi paesaggi di confine la strategia d’intervento non si deve incentrare sul carattere identitario delle singole componenti, come per esempio le ville a Sampierdarena, ma al contrario sulla rete infrastrutturale della mobilità lenta con annesso lo spazio pubblico; per toglierci le catene dal vecchio modello di società che fondava l’idea di progresso nella possibilità di spostarsi in macchina e proporre invece dei quartieri più vivibili. Questo a grandi linee è l’obiettivo che mi sono dato dopo un lungo studio sull’area.it_IT
dc.language.isoitit_IT
dc.titleScenari di una Genova possibile. Riqualificazione dello spazio urbano di Sampierdarenait_IT
dc.typeThesisit_IT
unire.supervisorAndriani, Carmela
unire.assistantSupervisorPorcile, Gian Luca


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