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dc.contributor.authorGaravaglia, Paolo Maria
dc.contributor.authorPacella, Federico
dc.date.accessioned2020-02-16T12:06:32Z
dc.date.available2020-02-16T12:06:32Z
dc.date.issued2019-12
dc.identifier.urihttps://unire.unige.it/handle/123456789/2705
dc.description.abstractDal punto di vista degli strumenti che il professionista si trova a dover utilizzare per poter stare al passo con le normative, le quali risultano sempre più stringenti ed attente in ambito di software certificati, non è sbagliato dire che il panorama attuale del mondo dei software professionali sia in una fase di forte ridiscussione. A causare questo innesco di cambiamento è stata l’introduzione dei software BIM (Building Information Modeling), strumenti che, grazie ad un sistema di modellazione per informazioni, risultano estremamente potenti e mirano a facilitare e semplificare una progettazione integrata nei vari aspetti che concorrono alla realizzazione del progetto stesso. Questo momento di passaggio, prettamente tecnologico, è stato sin dagli inizi supportato anche da un punto di vista normativo: nonostante vi siano ritardi fisiologici nell’effettiva applicazione, una legge che stabilisce, in Italia, l’adozione di software di questo tipo nell’ambito del pubblico è già stata preparata ed approvata. Considerando dunque che, volenti o nolenti, la direzione nello scenario professionale confluirà, presto o tardi, definitivamente nell’ambito BIM, diviene opportuno valutare quelle che sono le potenzialità di questi software sin dalle fasi iniziali dello sviluppo degli stessi, anche in un meccanismo virtuoso che concorre, in accordo con la volontà delle stesse case produttrici, a migliorare e dunque rendere pienamente funzionale il software. Grazie all’opportunità fornitaci dal prof. Stefano Bergero, l’Ing. Daniele Costanzo e l’Arch. Carlotta Barabino, è stato possibile eseguire questa valutazione mediante un confronto, e dunque un’analisi critica, nell’ambito della classificazione del bilancio energetico degli edifici. Nello specifico sono state messe a confronto due differenti procedure pratiche: la prima, eseguita con software quasi-stazionario, ossia un software definibile come tradizionale, che rappresenta la procedura principalmente adottata allo stato dei fatti. La seconda, che prevede la collaborazione tra software quasi-stazionario e software BIM, valuterà, invece, la procedura che potrebbe divenire prassi, ma che attualmente rappresenta un percorso poco battuto e presenta non poche difficoltà, che meglio verranno analizzate nella dissertazione. Quale sarà il risultato delle due simulazioni? In quali aspetti le due procedure risulteranno concordi? Ed in quali aspetti, viceversa, vi saranno divergenze nei parametri? La procedura rappresenta realmente una semplificazione da un punto di vista organizzativo e lavorativo? Domande, queste, che sono divenute motivo di dissertazione in una tesi che mira da un lato a fornire un vero e proprio “tracciato” di quello che risulta il lavoro pratico implicato in una modellazione BIM, e dall’altro, in maniera critica, a valutare i risultati di tale procedura e fornire ad interrogativi leciti riguardo quella che sembra essere sul punto di divenire, la tecnologia/ procedura leader in molti settori.it_IT
dc.language.isoitit_IT
dc.titleAnalisi critica dell'interazione tra software BIM e software quasi-stazionario per il calcolo della prestazione energetica degli edifici attraverso un caos studioit_IT
dc.typeThesisit_IT
unire.supervisorBergero, Stefano
unire.assistantSupervisorCostanzo, Daniele
unire.assistantSupervisorBarabino, Carlotta


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