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dc.contributor.authorSabbatini, Ludovica
dc.date.accessioned2020-02-03T11:00:47Z
dc.date.available2020-02-03T11:00:47Z
dc.date.issued2019-12
dc.identifier.urihttps://unire.unige.it/handle/123456789/2680
dc.description.abstractI territori che abitiamo, intesi come luoghi o costellazioni di luoghi, sono gremiti di valori e significati che li rendono identitari. I valori ed i significati, che da ora in poi chiameremo patrimonio territoriale, faticano ad essere notati nel caos urbano. Sono tante le distrazioni, le situazioni e gli atteggiamenti che ci portano a vagare in uno stato di alienazione. Verso la metà degli anni Cinquanta, un gruppo di artisti e filosofi noti come Internazionale Situazionista, delineano tre concetti quali la deriva, il détournement e la psicogeografia. Guy Debord, figura chiave del Situazionismo, sosteneva che “le nostre città sono luoghi densi, ricchi di incontri inaspettati, meravigliose architetture e complesse interazioni umane, che siamo però diventati incapaci di riconoscere”1. Il détournement è un metodo di straniamento che modifica il modo di vedere oggetti conosciuti, strappandoli dal loro contesto abituale e inserendoli in una nuova, inconsueta relazione, per avviare un processo di riflessione. Opera maggiormente sul piano culturale, in maniera specifica sulla comunicazione di massa e sulla pubblicità. In ambito visuale è doveroso citare il fotografo contemporaneo Matt Siber, che riprende banali scene di paesaggi urbani da cui estrae ogni traccia di testo, loghi commerciali, segnaletica. Il testo viene reso in nero su un foglio bianco, esattamente nel suo carattere, dimensione e posizione originali all’interno della cornice. Le due parti compongono un’opera unica: un mondo privo di elementi testuali e la composizione degli stessi in un contesto neutro. “Estirpando il linguaggio, diventiamo ancora più consapevoli della sua struttura, della sua pervasività e ubiquità, che non sempre notiamo nella routine quotidiana”2. Il concetto di estirpazione, o per meglio dire isolamento, è il punto di partenza di questo progetto, basato sull’antìtesi, “figura retorica che consiste nell’accostamento di parole o concetti contrapposti che acquistano maggior rilievo dalla vicinanza e dalla disposizione per lo più simmetrica”3. Fautore di questo concetto è Christo, che per gran parte delle sue opere assume un comportamento atto a nascondere per evidenziare: un tessuto occulta il Monumento a Vittorio Emanuele di Piazza Duomo a Milano, per evidenziarlo. Di questo atteggiamento progettuale si serve “Risponde Genova”. Il contesto in cui il progetto opera è la città di Genova, stretta a nord dagli Appennini e a sud dal Mediterraneo, dalla particolare morfologia urbana. “Il territorio metropolitano genovese è inserito in un’area geografica complessa e difficile. Tale complessità ha determinato una condizione di evidente svantaggio per l’organizzazione del sistema insediativo. Il territorio metropolitano è connotato da caratteristiche peculiari: è elevata la quota e la pendenza dei versanti montani che occupano il 69,5% del territorio provinciale”4, la città si sviluppa verticalmente, la Tramontana supera le catene montuose che delimitano l’area e soffia imperversa sulla città. La morfologia del territorio ha comportato una serie di adattamenti che diventano oggi immagini esclusive della città, capaci di raccontare storie. “Ogni spazio urbano ha la sua storia, magari non è fatta di opere d’arte, magari sono storie di persone, di fatti, di incidenti, di avvenimenti buoni e cattivi, tutte cose che i marciapiedi non sanno raccontare”5. Il patrimonio territoriale indagato si è identificato attraverso cinque peculiarità che appartengono solo al territorio Ligure, più specificatamente a quello Genovese: la stratificazione della città, le finestre dipinte, il Biscione, le Passerelle Volanti e il Melograno. Questi elementi sono stati fotografati. Le fotografie, con l’aggiunta di testi in relazione, composti in modo tale da raccontare e far risaltare le peculiarità, rappresentano un mezzo per esplorare il territorio e i comportamenti urbani. I luoghi sono stati mappati utilizzando i concetti delle mappe psicogeografiche situazioniste (cfr. Guide psychogéographique de Paris, Guy Debord, 1957). A seguito delle operazioni di ricerca, con i presupposti dettati dalla filosofia Situazionista si passa alla fase progettuale. “Risponde Genova” si compone di cinque installazioni urbane che tentano di porre l’attenzione sul patrimonio territoriale di Genova attraverso i 5 elementi precedentemente elencati. È stato definito un sistema progettuale, già delineato da Ugo La Pietra (cfr. Sistema disequilibrante, il Commutatore, Genova 1970), che si esprime attraverso tre parametri di conoscenza: l’oggetto (elemento che riceve la significazione), il supporto (elemento che trasmette il senso all’oggetto), la variante (valutazione di essenza o qualità che chiude il rapporto e lo caratterizza).6 Trovati e mappati i 5 elementi sono stati individuati dei punti di osservazione: elementi urbani già esistenti come vetrine dei negozi, fermate dell’autobus, cabine telefoniche forniscono, oltre ad un punto di vista specifico, una superficie che permette di lavorare sulla modificazione del paesaggio. Le superfici vetrate sono rivestite con un film adesivo bianco per cancellare il contesto. L’oggetto viene inquadrato dalle aperture della pellicola, progettate per visualizzare esattamente quell’elemento, ad una determinata distanza, da una corretta altezza, con il contributo di specifici supporti (sgabello, scaletta, pedana). I testi composti in relazione ad ogni luogo sono accessibili al fruitore attraverso un sistema di segreteria telefonica, chiamando il numero applicato sulla superficie dell’elemento urbano. I testi sono stati interpretati e raccontati da Genovesi, enfatizzando il loro accento singolare. Semplificando concretamente i parametri di conoscenza possiamo dire che: l’oggetto comprende i cinque elementi del patrimonio territoriale (la stratificazione della città, le finestre dipinte, il Biscione, le Passerelle Volanti e il Melograno), il supporto è la superficie attraverso la quale osservo (vetrine dei negozi, fermate dell’autobus, cabine telefoniche) e la variante è l’adesivo che cambia in base a quello che si vuole inquadrare. Il sistema progettuale e il progetto stesso rimangono aperti e possono essere declinati ed applicati a diverse città. “Risponde Milano”, “Risponde Torino”, “Risponde Roma” sono possibili declinazioni di nuovi progetti da esplorare in coerenza con il sistema già identificato. Alcune ipotesi saranno sviluppate alla fine di questa tesi.it_IT
dc.language.isoitit_IT
dc.titleRisponde Genova. Cinque installazioni astraenti per decifrare la cittàit_IT
dc.typeThesisit_IT
unire.supervisorRapp, Davide
unire.assistantSupervisorFagnoni, Raffaella


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