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dc.contributor.authorSantamaria, Federica
dc.contributor.authorStatini, Margheriti
dc.date.accessioned2019-12-03T11:13:17Z
dc.date.available2019-12-03T11:13:17Z
dc.date.issued2019-10
dc.identifier.urihttps://unire.unige.it/handle/123456789/2636
dc.description.abstractLa presente tesi di laurea nasce dall’interesse scaturito a seguito di un semplice consiglio da parte del nostro relatore che ci ha messo in contatto con il sindaco del comune di Pontremoli, Lucia Baracchini. Fin dal primo incontro siamo state trasportate in una realtà ricca di risorse e potenzialità, di un territorio a noi sconosciuto se non per qualche rara occasione culinaria. Dopo una nostra prima impressione molto positiva, data dall’innumerevole elenco di idee, iniziative e consigli dettati dal Sindaco, dal professore Paolo Lapi e l’architetto Mauro Lombardi, abbiamo iniziato questo percorso con un seminario di tre giorni svoltosi all’interno del Castello del Piagnaro, dal titolo “La Rigenerazione dei borghi e dei centri storici minori”, l’argomento perfetto da trattare nel comune di Pontremoli in quanto è un territorio ricco di questi piccoli nuclei storici. Da qui siamo entrate in contatto con numerose persone, soprattutto giovani provenienti da ogni parte d’Italia, e abbiamo assistito a tanti argomenti interessanti che ci hanno aiutato a prendere spunto per la nostra tesi. Dopo di che è iniziato il nostro lavoro di analisi territoriale, grazie alla disponibilità e l’aiuto dell’architetto Ramona Martinelli per la consultazione di elaborati e relazioni in comune, siamo arrivate alla scelta di focalizzare le nostre analisi sui borghi della Valle del Verde. Una scelta presa per motivi, secondo le nostre analisi, di maggiore bisogno di “rigenerazione”, in una parte di territorio che oltre ad essere più suggestiva per caratteristiche di paesaggio e naturalità, è anche ricca di elementi e particolarità che non possono essere destinate all’abbandono o ad essere dimenticate e rimanere ignote. E così siamo arrivate alla scelta dei nostri sei borghi: Braia, Bratto, Cervara, Grondola, Guinadi e Vignola, ognuno dei quali ha una caratteristica che li distingue e rispecchia una piccola realtà da salvaguardare e valorizzare. Il nostro obiettivo è quindi dare una visione d’insieme della situazione attuale, strutturando la tesi in tre parti. Il capitolo in apertura ha lo scopo di descrivere e dare una visione generale, anche numerica, della condizione in cui si trovano attualmente i comuni montani e le aree interne presenti sul territorio italiano; la seconda parte, invece, è dedicata all’inquadramento della Lunigiana, antica regione madre che comprende l'area di nostro interesse, in cui abbiamo evidenziato gli aspetti storici, antropici e naturali, le risorse e i punti critici, fino ad arrivare al comune di Pontremoli con lo stesso procedimento del precedente ma più puntuale; e concludere poi con l'introduzione dei borghi presi in analisi, con le proprie caratteristiche e situazioni attuali a confronto di quelle di un tempo. La terza, e ultima, sezione del nostro elaborato, invece, è incentrata sul concetto di Rigenerazione con lo scopo di dare idee, esempi e conoscenze su argomenti e attività che oggi sono poco conosciuti, tra cui l’albergo diffuso pensato da noi nel borgo di Cervara in quanto ritenuto più idoneo per la presenza degli elementi e delle risorse che lo caratterizzano. L'obiettivo di far nascere attività che possono essere svolte in piccoli paesi, non solo legate al turismo e al consumo di massa, ma anche di produzione, più vicine all'artigianato, attività che non necessitano di ambienti caotici tipici delle grandi città. Unire quindi la tranquillità di un paese isolato con tecnologie avanzate, come sedi operative distaccate che fanno parte di grandi aziende. Tutto ciò è possibile anche per la centralità del territorio che permette di raggiungere i poli principali in tempi brevi. È' quindi fondamentale, ai fini della nostra tesi, specificare il concetto di “Rigenerazione”. Dal latino regeneratio –onis, regenerare, “generare di nuovo”, rendere qualcosa di nuovo efficiente e funzionante. È una parola che viene usata spesso nel quotidiano, in ogni campo e situazione, e indica, in senso sociale e morale, una rinascita. Comunica un senso positivo di nuovo inizio da ciò che è già esistente, di un cambiamento radicale che migliora le condizioni attuali. In architettura viene usata con il titolo inglese “Urban Regeneration”, andando a indicare tutte quelle azioni di recupero e riqualifica sul patrimonio edilizio esistente. Si agisce soprattutto nelle periferie di grandi città o in centri storici dimenticati. Riguarda quindi tutto ciò di esistente che un tempo aveva miglior vita e che oggi viene messo in secondo piano rispetto al nucleo principale. Per fare ciò, è necessario un approccio di studio sul territorio sotto tutti gli aspetti, quindi non solo dal punto di vista architettonico e del disegno urbano ma anche sociale, morale, culturale, economico, ambientale e soprattutto con un’attenta analisi sulle cause che hanno portato a condizioni di disagio e degrado. E il tutto ruota intorno a un concetto di sostenibilità e salvaguardia dell’ambiente, soprattutto per i piccoli borghi che sorgono immersi nel verde in cui si cercano idee innovative che vanno a collaborare con la natura stessa, una natura che fa da madre e allo stesso tempo da matrigna, che protegge e distrugge. Come per il caso in analisi, si parla di rigenerazione legata al concetto di riqualificazione dei centri storici, un’azione nata negli anni ’70, periodo storico in cui ci si è resi conto dell’importanza di salvaguardare la nostra storia, la voglia di riaffermare le proprie identità locali e del grande valore che possiede il tessuto edilizio storico. Fondamentale è entrare in contatto non solo con enti locali, utenti e operatori della zona, ma con gli abitanti stessi, coloro che sono nati e cresciuti nel posto, che hanno vissuto e visto tutte le trasformazioni che il paese ha subito, coloro che possono raccontare di come un tempo viveva il borgo, quali erano le abitudini e le tradizioni che oggi sono andate perse. Diventano quindi la principale fonte di ispirazione da cui partire per un progetto adeguato, che mira ai bisogni e alle necessità di primo ordine, trasportano il forestiero all’interno di una realtà nuova, semplice, legata alle proprie origini e alla natura, trasmettendo tutto l’affetto e l’amore che hanno per la propria terra. Gli abitanti locali diventano, in questo modo, parte integrante e fondamentale del processo di “Rigenerazione”. L’obiettivo della nostra esposizione, è quello di facilitare a livello locale la concreta applicazione di programmi di recupero, conservando anche i fattori immateriali che vanno a comporre l’immagine e l’identità del posto, dettato da un disperato bisogno di trasformazioni che migliorino la qualità di vita. Per questo motivo, nasce l’idea della “Tesi-Manifesto”: Come riporta la definizione enciclopedica, il manifesto indica una forma di comunicazione di massa attraverso la quale, in passato, venivano divulgate tutte le notizie di pubblico interesse, con lo scopo di informare e “fare pubblicità”. Diverse sono state le tipologie di uso del manifesto nel corso della storia, ma sempre con lo scopo di rendere noti i principi e gli obiettivi fondamentali di un programma: una sorta di mappa puntuale di facile lettura. Noi ci siamo ispirate più al concetto che alla forma, un modo per unire tutte le informazioni, le caratteristiche e gli obiettivi del territorio e renderli noti a tutti. Presentare una visione d’insieme su un territorio unico nel suo genere, ricco di risorse, storia, cultura, tradizioni e anche numerosi segreti che permangono vivi ancora oggi. Trasmettere l’importanza della natura e della terra, dalla quale si è ricavato nel corso dei secoli tutto ciò che abbiamo noi oggi. Fare un’analisi e un’esposizione di tutti i punti di forza da valorizzare e mettere in evidenza per incentivare l’attrazione non solo del turista, e mettere in ordine i punti deboli per trovare soluzioni che rendano il territorio sempre più fruibile. Nel corso dell'elaborazione della nostra tesi, una volta messi insieme i dati e gli obiettivi appena elencati, è nata l'idea di completare la dicitura tradizionale "Tesi" con il sostantivo “Manifesto”: una raccolta unica da consultare per avere le conoscenze di base e dare sfogo a nuove idee per la migliore rigenerazione del luogo e possibile punto di partenza per lo sviluppo di progetti futuri.it_IT
dc.language.isoitit_IT
dc.titleTesi manifesto per la rigenerazione dei borghi della Valle del Verde nel territorio di Pontremoli. Braia, Bratto, Cervara, Guinadi, Grondola, Vignolait_IT
dc.typeThesisit_IT
unire.supervisorLombardini, Giampiero


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