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dc.contributor.authorGaino, Margherita
dc.contributor.authorSpalla, Vittoria
dc.date.accessioned2019-08-06T15:32:41Z
dc.date.available2019-08-06T15:32:41Z
dc.date.issued2019-07
dc.identifier.urihttps://unire.unige.it/handle/123456789/2593
dc.description.abstractL’avvio del progetto é legato ad una committenza reale locale che si identifica nel personaggio di David G. Maillu, scrittore e artista keniota nato presumibilmente nel 1939. Dedito a diverse espressioni artistiche – tra cui letteratura, poesia, pittura, musica - il suo principale interesse riguarda tuttavia l’architettura ed è legato al desiderio di creare manufatti che possano fornire “rifugio” all’uomo, nel rispetto dell’ambiente naturale circostante, utilizzando materiali e tecnologie disponibili in loco. La missione principale di Maillu è incoraggiare tra gli africani il libero pensiero e promuovere l’autoespressione creativa attraverso le arti, realizzando una struttura culturale, in cui si possa godere di una vita comunitaria e dove gli artisti locali possano recarsi per incrementare lo sviluppo culturale nelle aree rurali. Il progetto per il Centro di arti e mestieri a Kola nasce quindi in parte dagli ideali cari a Maillu: il principio cardine del progetto è quello di promuovere la cultura, il sapere all’interno dei contesti rurali più isolati e di porsi in continuità con le caratteristiche straordinarie del sito per continuare a renderlo il luogo ideale in cui “rifugiarsi”. La magia di questo posto si ispira a quella che Maillu chiama “agrotecture”, il perfetto sodalizio tra architettura e agricoltura, in cui natura e artificio collaborano in una perfetta armonizzazione. Una differenza sostanziale emerge da principio nella scelta architettonica che riguarda la forma assegnata al progetto: essa infatti si discosta fortemente e volutamente dalla forma della tradizionale capanna Kamba – cui si rifa’ appunto la casa di Maillu ed i manufatti ad essa attigui – denotando l’intenzione del Centro di palesarsi apertamente e di evitare la mimesi con il contesto. Il Centro di arti e mestieri si sviluppa infatti al di sopra di un basamento in mattoni a forma quadrata, opportunamente rialzato dal suolo per sfuggire ai danni delle piogge. Su tale basamento, come una sorta di gigantesca piazza, si dispongono i volumi interni che racchiudono le principali funzioni, a cui si alternano spazi comuni liberi. Il progetto da’ vita ad un centro di apprendimento sperimentale, una sorta di microcosmo autosufficiente, antagonista del vicino modello urbano rappresentato da Nairobi. La dimensione che si offre all’individuo all’interno del Centro di arti e mestieri di Kola è quella dell’integrazione e della crescita, a stretto contatto con la collettività e l’ambiente naturale: un luogo dove vivere, apprendere, sperimentare, è una casa, un’officina, un laboratorio. Il tema della sperimentazione, dell’applicazione manuale è senz’altro centrale, a partire dal fatto che l’intero complesso si basa sull’auto-costruzione e sull’applicazione diretta delle tecniche costruttive. Da questo punto di vista il progetto fa’ propri anche alcuni dei capisaldi del Bauhaus: l’esaltazione della manualità e dell’esperienza diretta, la prossimità tra apprendisti e maestri, e l’affidamento di ogni laboratorio al suo specifico maestro. Nel Centro di arti e mestieri di Kola troviamo a questo proposito: il Maestro Artigiano, il Maestro Teorico, il Maestro Decoratore ed infine il Maestro Agricoltore. Il nome del Centro, Red Brick and Water, ne individua gli “ingredienti” fondamentali: il mattone rosso e l’acqua. Entrambi rappresentano due risorse naturali locali, aventi però caratteristiche opposte: il mattone “ingrediente” grezzo, materico e dotato di una sua specifica cromaticità, l’acqua elemento fluido, impalpabile e incolore. Il mattone, modulo del progetto, viene prodotto in loco grazie all’utilizzo del terreno argilloso, particolarmente adatto alla sua produzione; esso viene poi cotto in fornaci allestite in cantiere e variamente declinato in soluzioni estetiche e funzionali, diventando l’elemento costruttivo caratterizzante “per eccellenza”. Anche l’acqua assume una valenza centrale: elemento vitale da un lato, sapientemente gestito e immagazzinato per alimentare le attività all’interno del Centro e irrigare le piantagioni nelle diverse stagioni, diventa anche ornamento e dispositivo per la creazione di un microclima ideale.it_IT
dc.language.isoitit_IT
dc.titleRed Brick and Water. Centro di arti e mestieri a Kola, Keniait_IT
dc.typeThesisit_IT
unire.supervisorLepratti, Christiano
unire.assistantSupervisorRava, Giovanni Paolo


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