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Reyner Banham e la tecnologia estrema
dc.contributor.author | Netti, Alice | |
dc.date.accessioned | 2019-08-02T13:39:17Z | |
dc.date.available | 2019-08-02T13:39:17Z | |
dc.date.issued | 2019-07 | |
dc.identifier.uri | https://unire.unige.it/handle/123456789/2563 | |
dc.description.abstract | “L’architettura, intesa come attività al servizio delle società umane, può essere definita unicamente come ciò che fornisce ambienti adatti alle attività umane. (…) E per quanto generosamente si intenda il termine adatti, esso non comunque non implica necessariamente la costruzione di edifici”. E’ il febbraio 1960 quando il critico d’arte inglese e storico dell’architettura Peter Reyner Banham sconquassa il mondo della critica architettonica con queste parole sovversive e rivoluzionarie. Egli capta il radicale concetto che l’architettura non nasca necessariamente da un atto costruttivo, ma dalla modifica dello spazio, mediante l’elemento tecnologico. Sdoganando lo slogan modernista “Form Follow Function”, Banham si fa portavoce di una nuova visione ed immagine dell’architettura, dove non esiste spazio geometrico ma topologico, dove non si utilizzano le forme platoniche ma biotecniche, seguendo scienza e tecnologia come direttrici inevitabili per l’evoluzione dell’uomo. La sua irriverente raffigurazione di una casa completamente smaterializzata per dimostrare che non vi sia bisogno d’altro se non dell’elemento tecnologico, è sintomo della volontà di volersi slegare dalle rigide costrizioni dell’architettura tradizionale, per orientarsi verso un’architettura libera, indeterminata. La sua personalità carismatica e visionaria lo porta ad essere ritenuto una figura di riferimento per studenti e numerosi gruppi avanguardistici, operanti negli anni cinquanta e sessanta, i quali raccolgono il suo concetto e lo traducono in progetti applicati a scale maggiori. Uno storico ingegnere, sempre pronto a cambiare idea e ad essere stupito, a captare le avanguardie del momento e a trattare il più umile degli argomenti, propone un mondo in cui architettura e tecnologia corrono insieme, una affianco all’altra. | it_IT |
dc.language.iso | it | it_IT |
dc.title | Reyner Banham e la tecnologia estrema | it_IT |
dc.type | Thesis | it_IT |
unire.supervisor | Bilancioni, Guglielmo |
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Architettura [1197]