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dc.contributor.authorGallo, Milaide
dc.contributor.authorLetoni, Panagiota
dc.date.accessioned2019-07-01T08:43:38Z
dc.date.available2019-07-01T08:43:38Z
dc.date.issued2019-03
dc.identifier.urihttps://unire.unige.it/handle/123456789/2534
dc.description.abstractLa tesi si propone di approfondire i temi del recupero di un costruito esistente, contestualmente alla riqualificazione dell’area interessata. Il caso di studio è situato nel centro di Atene, e consiste in un complesso di condomini realizzato negli anni 30 per dare ospitalità ai profughi dell’asia minore, a seguito della catastrofe di Smirna. Le principali considerazioni che hanno contribuito a selezionarlo, come campo di studio, vedono questo, come un luogo ricco di complessità e contrasti, che ancora oggi raduna rifugiati e migranti ed un meno consistente numero di case occupate da senzatetto e tossicodipendenti, costituendo uno dei casi più eclatanti di degrado ed abbandono all’interno del tessuto ateniese. All’interno di questo contesto di decadimento e trascuratezza, che trasmette percezioni di insicurezza e disagio nei fruitori delle aree limitrofe, i nuovi rifugiati vivono in una condizione di marginalità sociale, con la conseguente pressoché inesistente integrazione degli stessi nel nuovo ambiente che li ospita. Inoltre, l’area in questione, dal punto di vista più strettamente architettonico, costituisce un elemento di frattura con il più ampio tessuto urbano che, in tempi successivi, gli si è sviluppato attorno. Per tali ragioni, esso costituisce un caso di cui da molto tempo i consigli comunali si dibattono, per il futuro degli edifici e dei suoi residenti. L’obiettivo, dunque, del lavoro realizzato trova concretizzazione nella proposta di un pianificazione, che tenendo presente del suo particolare valore storico, ancor più che architettonico, consente di formulare ipotesi progettuali che includano la conservazione della sua funzione, soddisfacendo quelle che a nostro avviso sono i presupposti per un luogo qualitativamente potenziato, in grado di aprirsi ad un rapporto dialettico sia dal punto di vista architettonico, sia culturale. Questo lavoro è stata l’occasione per avvicinarsi ad un tema molto attuale come quello dell’accoglienza di chi non è cittadino del luogo, supportato da approfondimenti di contestualizzazione e ricerca in ambiti storici, politici e culturali, che tradotti in gesti progettuali, hanno portato alla conclusione che seguiranno.it_IT
dc.language.isoitit_IT
dc.titleProsfighikà: progettare per il bene comuneit_IT
dc.typeThesisit_IT
unire.supervisorFranco, Giovanna


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