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dc.contributor.authorCaire, Carlo
dc.contributor.authorConio, Stefano
dc.date.accessioned2019-05-06T11:09:03Z
dc.date.available2019-05-06T11:09:03Z
dc.date.issued2019-03
dc.identifier.urihttps://unire.unige.it/handle/123456789/2506
dc.description.abstractA Genova il mondo del lavoro non corre tanto quanto in altre realtà, il perché può essere ricondotto a molti fattori economici e sociali. Per esempio, prendendo in analisi gli Stati Uniti, già da tempo esistono progetti innovativi come centri di ricerca, grandi Hub sociali, che hanno portato alla luce grandi società, che oggi sono nel primo piano del panorama mondiale. Anche nel nostro paese, solo negli ultimi anni, hanno iniziato ad affermarsi alcune realtà importanti. Perché questo non avviene a Genova? Perché non è presente su questo territorio una struttura capace di far comunicare la società con varie realtà produttive, economiche ed accademiche? Esiste un chiaro ed evidente vuoto tra più settori che tra loro non comunicano. Soprattutto in alcuni, a causa del continuo sviluppo tecnologico, si presenta il rischio di non sfruttare il pieno potenziale di cui si potrebbero in realtà avvalere se adeguatamente studiati. L’avvento dell’era digitale ci consente di mettere in comunicazione tra loro le persone con estrema facilità rispetto al passato. Questo ha estreme ricadute positive nell’ ambito sociale e lavorativo. Spesso però questi due mondi faticano a rapportarsi tra loro. Non sempre è possibile replicare questi modelli, che hanno trovato fortuna in un determinato contesto, e aspettarsi lo stesso risultato e beneficio, laddove si traslino, senza le dovute analisi e modifiche, in un altro territorio. L’evoluzione degli ambienti lavorativi muove attraverso i secoli fino a noi, fornendoci un quadro assai variopinto di come il posto di lavoro abbia subito cambiamenti e mutamenti nella storia moderna. A partire da queste considerazioni si è svolta una analisi che ripercorre l’evoluzione che ha caratterizzato il mondo del lavoro a partire dalla rivoluzione industriale fino al periodo contemporaneo. Lo studio dello spazio lavorativo ha ripercorso le orme di alcuni maggiori studiosi del XX secolo, che spiegano come, nel mondo del lavoro, lo spazio produttivo rappresenta il punto cruciale per lo sviluppo di un migliore ambiente lavorativo. L’impatto di figure quali l’architetto Frank Lloyd Wright o l’architetto, designer, saggista e accademico italiano Gio Ponti, ha rivoluzionato in maniera permanente l’ambito di ricerca. Proseguendo sulla linea temporale, gli spazi e i modi del lavoro hanno subito contaminazioni per tutto l’arco di tempo del secondo dopo guerra. Si vedano la Scuola Motivazionalista, contrapposta al non meno rilevante modello Tayloristico, che, insieme alla nascente teoria sociometrica, produsse, per la prima volta nella storia del mondo del lavoro, la prima idea di Team Working. L’avvento dell’epoca del Post-Fordismo portò alla fine della catena di montaggio e all’inevitabile ridiscussione di idee, già da tempo consolidate, come l’operaio macchina. Da qui il rapido sviluppo economico che, parallelamente accompagnato al fenomeno della terziarizzazione dell’occupazione, ha permesso, in meno di mezzo secolo, di osservare un’evoluzione dell’ambiente lavorativo. Le analisi socioeconomiche – culturali condotte hanno permesso di identificare nell’ inizio del nuovo millennio le fasi più importanti di questo grande processo di evoluzione . La riprogettazione degli spazi e l’innovazione della tecnologia, portano ad una rivisitazione totale del modello di ufficio, che assume un ruolo centrale nello sviluppo di un modello di ambiente lavorativo. Le imprese sviluppano nuovi modelli di lavoro, come lo “Smart Working”, il quale prende sempre più spazio in molte realtà lavorative, come il coworking, l’incubatore d’impresa e i poli tecnologici. Il Polo Tecnologico di Navacchio, situato tra le città di Firenze e Pisa, ne rappresenta un esempio di notevole interesse. Costituito nel 1999, nasce da una riqualificazione urbana ben riuscita che ha permesso di sfruttare un’ampia superficie, suddivisa in quattro differenti lotti, ove sono presenti alcune tra le migliori esperienze di coworking, incubatori d’impresa e fablab dell’intero paese. Con la seguente tesi si propone quindi un modello teorico che fornisce come risposta per l’area metropolitana di Genova il progetto di un polo tecnologico e sociale. Partendo da un’ analisi dell’ evoluzione del lavoro durante il corso della storia e tenendo conto di come la tecnologia e l’innovazione abbiano modificato in maniera cruciale i vari modelli d’ impresa, generando nuovi modi di lavorare e di vivere l’ambiente lavorativo, è stato analizzato il contesto economico e culturale dell’area, proponendo nuove politiche industriali per il rilancio dei sistemi locali, adottate al fine di teorizzare il modello Giano Digital&Social Factory nel territorio genovese. Il polo ideato nasce dall’idea di porre al centro della ricerca un’unica struttura che raccolga al proprio interno più servizi. Servizi che insieme forniscono tutti gli elementi che sono emersi necessari per la progettazione di un sito che abbia due chiare facce: una struttura digitale ed una sociale, che tra loro si completano ed interagiscono. Uno studio che permetta l’incontro tra realtà diverse: il mondo dell’impresa e del lavoro, tutto l’ampio campo dell’innovazione tecnologica e i centri di ricerca; il tutto al servizio degli studenti, degli accademici e degli imprenditori. La struttura , che si avvale di strumenti tecnologici e di design volti alla risoluzione dei principali problemi sociali e ambientali, si basa su un’ideale impresa sociale che svolge attività economiche di utilità collettiva, avvalendosi dell’innovazione tecnologica e concependo quindi la stessa tecnologia come strumento abilitante che genera innovazione e facilita la gestione di processi complessi. Il progetto si basa su modelli economici ben strutturati, quali la blue economy, la circle economy, la green economy, la silver economy, la service economy e la sharing economy. Il Network che si intende realizzare si correda di differenti sistemi, volti a soddisfare le esigenze richieste dalle diverse professioni inserite all’interno dell’hub. Le aziende, l’accademia, le start up e i centri di ricerca, attraverso molteplici servizi, quali coworking, fablab, artlab, incubatore, area relax ed eventi, interagiscono, collaborano e generano innovazione tecnologica e sociale.it_IT
dc.language.isoitit_IT
dc.titleGiano. Digital&Social Factoryit_IT
dc.typeThesisit_IT
unire.supervisorFagnoni, Raffaella
unire.assistantSupervisorBodra, Angelo


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