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dc.contributor.authorPestarino, Leonardo
dc.contributor.authorRuggiero, Fabio
dc.date.accessioned2019-05-06T10:58:36Z
dc.date.available2019-05-06T10:58:36Z
dc.date.issued2019-03
dc.identifier.urihttps://unire.unige.it/handle/123456789/2504
dc.description.abstractÈ ormai innegabile che per far fronte alle variazioni climatiche derivanti da questi fattori, la climatizzazione dell’aria per mezzo di un impianto sia diventato, a partire dalla fine del secolo scorso, il punto di riferimento per tutti gli edifici di nuova costruzione destinati alla residenza, agli uffici e a tutte quelle attività che si possono classificare con la dicitura “ambiente moderato” e che, in quanto tali, presuppongono anche spazi aperti al pubblico; ma è anche vero che è andata crescendo la sensibilità collettiva verso tutti quei campi che si basano sul rispetto dell’ambiente naturale, considerato come fonte insostituibile di energia per il regolare svolgimento del ciclo di vita dell’uomo. Si parla di ecologia ma anche di sostenibilità ambientale secondo la definizione che è stata introdotta nel 1992, durante il Summit della Terra tenutosi a Rio de Janeiro con ricadute positive su un numero sempre maggiore di discipline che hanno orientato i loro studi in tal senso. A livello edile si cerca di rinnovare continuamente materiali, soluzioni e tecnologie costruttive per volgersi sempre più verso il minimo uso di energia artificiale prodotta con il consumo di sostanze non rinnovabili. Si è volto lo sguardo anche a quei sistemi naturali tradizionali che sono stati ideati quando la produzione di energia per l’uso su vasta scala era inattuale quasi quanto le teorie fantascientifiche che proponevano l’esplorazione da parte dell’uomo di altri pianeti. Meccanismi e proprietà autosufficienti di cicli virtuosi hanno acquistato molta più importanza, come le proprietà sempre più innovative derivanti dall’impiego del legno su vasta scala e di conseguenti soluzioni di prefabbricazione e industrializzazione del prodotto o da sistemi di movimentazione dell’aria naturali, dall’uso su vasta scala dei pannelli solari, dalle proprietà termiche della terra nel sottosuolo utili per essere impiegate come ambiente cui attingere aria fresca ma anche in copertura nei cosiddetti "tetti verdi", dal miglioramento della qualità dell’aria ottenuta mediante canalizzazioni e mediante l’impiego di determinate specie vegetali, dall’uso di materiali da costruzione che riducessero al minimo le dispersioni di calore ecc. In quest'ultimo quadro e con i conseguenti modi del fare si inserisce la richiesta del direttore del Museo civico di Storia Naturale di Genova, dr. Giuliano Doria, tesa a risolvere alcune problematiche che influiscono in modo negativo sulle condizioni di benessere termoigrometrico dei visitatori e di quanti operano all’interno dei locali con esiti identici sia nella stagione calda che in quella fredda. Nel lavoro di tesi si è tentato di avvicinarsi a questo tema nel rispetto di una filosofia capace di leggere le premesse suelencate quali punti ben saldi di riferimento: l'importanza data negli ultimi anni ai meccanismi di progettazione sostenibile, oltre ad essere coerente con una maggiore consapevolezza del rapporto che abbiamo con l'ambiente che ci circonda, è un chiaro segno di come potrebbe evolvere in futuro questo specifico segmento operativo nel vasto campo che interessa il mestiere del progettista divenuto poliedrico e di straordinaria complessità. Inoltre incontrare e misurarsi con le articolate problematiche di un edificio a destinazione museale ha permesso di approfondire alcune tematiche inusuali nell’ormai consolidato campo della residenza, che nella sua continua attualità talvolta polarizza scelte e metodologie progettuali a detrimento di analisi più estese e di procedure proprie della grande famiglia degli edifici a destinazione pubblico-collettiva. Infine la scelta di operare su un edificio collocato a Genova ha dato modo di ampliare le possibilità operative in loco e di tenere in considerazione anche un contesto urbano familiare, già fortemente insito nel nostro modo di percepire la realtà. Perciò l'argomento proposto in questa tesi è stato immediatamente riconosciuto come una possibilità di ampliare le proprie competenze, sia a livello compositivo, sia a livello tecnologico puntando anche lo sguardo su temi contingenti di carattere storico, normativo ed ecologico. Il caso proposto dal dr. Doria è abbastanza inusuale in un contesto fortemente urbanizzato come quello di Genova. In condizioni simili infatti, è consuetudine affidarsi alla garanzia operativa e prestazionale che offrono diversi sistemi meccanizzati di controllo delle condizioni microclimatiche interne ad un ambiente. Esistono soluzioni semplici ed efficaci che possono far fronte alle stesse problematiche incontrate: con i moderni sistemi radianti a parete o a soffitto può essere effettuato un controllo della temperatura radiante interna, che fornisce un contributo non indifferente al benessere delle persone; Un'altra soluzione potrebbe essere stata l'installazione di un nuovo impianto di climatizzazzione, che opera un controllo su più parametri influenti sul microclima interno di un ambiente chiuso. Verrebbe quindi da chiedersi perchè affrontare un tema all'apparenza semplice con una soluzione complessa che si basa sulla progettazione sostenibile. In questo senso il direttore è stato chiaro nella volontà di affidarsi al minor quantitativo di energia artificiale possibile; volontà che si rispecchia nel rispetto di quei temi ecologici sopra citati e della configurazione attuale del corpo di fabbrica, avente questo un apprezzabile valore storico e stilistico. Il lavoro svolto si divide in due parti. La prima parte è di carattere relazionale - informativo. Essa tratta delle metodologie di approccio e delle analisi svolte a livello climatico come primo importante step, indispensabile al fine di ottenere una precisa, più approfondita conoscenza delle problematiche in gioco come delle criticità e degli spazi operativi insiti all’interno dei quesiti prestazionali posti dal dr. Doria. Inoltre sulla base delle analisi svolte si è inteso individuare una strategia di riferimento ben precisa che prescindesse da soluzioni non contestualizzate e come tali velleitarie e inattuabili, capace di guidare una possibile soluzione progettuale. La seconda intende descrivere oltre alla soluzione progettuale vista in dettaglio, le soluzioni di ricaduta condotte e individuate sia a livello strutturale sia a livello operativo al variare delle stagioni estive ed invernali.it_IT
dc.language.isoitit_IT
dc.titleLa riqualificazione sostenibile del costruito. Il caso studio del Museo di Storia Naturale "Giacomo Doria" - Genovait_IT
dc.typeThesisit_IT
unire.supervisorGiachetta, Andrea
unire.supervisorRava, Giovanni Paolo


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