dc.description.abstract | Dopo un’attenta analisi che parte da una prima raccolta di tutti i materiali isolanti esistenti con le loro principali caratteristiche e i loro impieghi, si è voluto considerare soltanto coloro che si possono utilizzare in un sistema di isolamento termico esterno, a cappotto; una soluzione che prevede il posizionamento di pannelli, o di materiali sfusi per insufflaggio, all’esterno dell’edificio.
Dopo aver scelto due murature differenti sulle quali applicare questa specifica tipologia di isolamento termico, si sono notati i comportamenti delle trasmitanze relative ad ogni tipologia di isolante, sia della normativa UNI 10351, che di quelli che sono realmente in commercio, e si è notato in entrambi i casi come la trasmittanza, in generale, diminuisca il suo valore ad ogni aumento dello spessore di quel determinato isolante.
Successivamnte si è voluto definire in quale punto dello spessore di quel determinato materiale la sua trasmittanza non decresca per più del 15%, definendo cosi delle trasmittanze limite specifiche per ogni tipologia di isolante in relazione a quella determinata tipologia di muratura, e la si è confrontata con le altre due trasmittanze limite: la trasmittanza termica limite di legge, definita dal Decreto Legislativo 311/2006 e corretta successivamente nel 2015, e la trasmittanza termica limite per accedere alle detrazioni fiscali, definita dall’aggiornamento del Decreto 11 Maggio 2008.
La comparazione delle tre trasmittanze limite avviene in relazione alle sei zone climatiche del territorio italiano, con le loro limitazioni massime inerenti al periodo annuale di funzionamento dell’impianto termico, ovvero della loro durata giornaliera di attivazione.
Alla luce di questa comparazione si può notare, prima nella parete in pietra considerata, come dei 21 materiali isolanti presi in considerazione ne rispettano i parametri considerati: 15 per zone A e B; 9 per la zona C; 5 per la zona D; uno solo per la zona E; e nessuno per l’ultima zona F.
Nella muratura a cassa vuota, invece, i materiali che rispettano i parametri considerati sono: 21 per le zone A e B; 10 per la zona C; 13 per la zona D; 11 per la zona E; e 10 per la zona F.
Questo a dimostrazione del fatto che i materiali presi in considerazione siano più indicati per la seconda tipologia di muratura, e che gli spessori utili al raggiungimento delle trasmittanza limite, in media, siano inferiori per la muratura a cassa vuota rispetto a quelli per la parete in pietra: i primi hanno valori che vanno in media dai 0.04 ai 0,08 m, mentre i secondo hanno valori che in media vanno dai 0.08 ai 0.12 m (con casi particolari in cui,per entrambe le tipologie, superano o non arrivano ai valori medi dichiarati).
In seguito, per ogni zona climatica con rendimento globale medio stagionale ηg = 0.7, ho individuato la differenza di spessore tra il limite convenzionale imposto, < del 15%, e le altre due trasmittanze limite riferite al minimo imposto dalla legge e al valore minimo che consente di ottenere una detrazione fiscale del 65%.
Quindi si sono individuati gli spessori che si possono ancora aggiungere rispetto a quelli riferiti ai due limiti di legge e che non oltrepassino la soglia di trasmittanza utile, precedentemente definita.
Otterrò dei casi nei quali lo spessore da aggiungere consentirà allo stesso modo di rispettare sia le trasmittanze limite di legge che le trasmittanze limite utili alla detrazione fiscale; e casi che propongono due soluzioni possibili dove si avrà per entrambe un risparmio economico e monetario ma solo con una delle due si potrà avere accesso alla detrazione fiscale.
Con l’ausilio di grafici, si può individuare già visivamente quali sono quei materiali che in funzione del minor spessore da aggiungere riescano ad apportare un ritorno economico in poco tempo, e le differenze di questi materiali in relazione alle diverse tipologie di muratura alle quali sono applicati. | it_IT |