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dc.contributor.authorGobbi Frattini, Elisa
dc.date.accessioned2019-04-16T13:34:45Z
dc.date.available2019-04-16T13:34:45Z
dc.date.issued2019-03
dc.identifier.urihttps://unire.unige.it/handle/123456789/2482
dc.description.abstract“Se si smette di guardare il paesaggio come l’oggetto di un’attività umana subito si scopre una quantità di spazi indecisi, privi di funzione sui quali è difficile posare un nome. Quest’insieme non appartiene né al territorio dell’ombra né a quello della luce. Si situa ai margini. […] Un solo punto in comune: tutti costituiscono un territorio di rifugio per la diversità. […] Questo rende giustificabile raccoglierli sotto un unico termine. Propongo Terzo paesaggio, terzo termine di un’analisi che ha raggruppato i principali dati osservabili sotto l’ombra da un lato, la luce dall’altro” Gilles Clement All’interno delle città sono presenti molti spazi con queste caratteristiche, che prima erano utilizzati e vissuti e ora sono abbandonati e dismessi. Spazi che creano discontinuità all’interno del tessuto urbano, spazi vuoti. Con il termine vuoto si intende qualcosa “che è privo del contenuto che dovrebbe o potrebbe contenere […] Che manca di sostanza, di contenuto […] Spazio completamente privo di materia […] Spazio libero non occupato da corpi solidi […] Spazio vuoto, cavità vuota.” Il termine porta con se una accezione negativa, ma questi spazi da problema possono trasformarsi in risorsa preziosa per la collettività. Queste aree incerte, senza più funzione, le troviamo a partire dal momento di crisi del periodo post-industriale e ogni volta che la città si espande verso l’esterno creando così delle aree dismesse. Esse hanno perso funzione e utilizzo, quindi identità. Rimangono degli spazi incerti nel tessuto urbano, spesso a margine tra periferia e centro. Il recupero di queste aree comporta lo studio su svariati piani, architettonico, urbanistico, ambientale, paesaggistico, culturale, economico e sociale. Tema principale dell’azione del recupero rimane però la qualità non relativa alla validità del progetto, bensì al piano paesaggistico e ambientale, che si riflette di conseguenza sul piano sociale. Dopo aver cercato informazioni sull’argomento, aver analizzato i piani di governo del territorio di regione e comune e aver studiato l’area di interesse nel suo complesso, è stato redatto questo elaborato, che affronta il tema della dismissione da un punto di vista fisico, storico, culturale e sociale. Il progetto rimane in linea con le idee di riuso presenti nel Piano di Gestione del Territorio di Milano. L’obiettivo del progetto è quello di riqualificare le superfici dismesse presenti nel luogo e di metterle in connessione sia con le aree verdi presenti in prossimità che, a scala più vasta, a sistema con il verde urbano presente e ancora da progettare, in modo da creare una rete in grado di aumentare i servizi ecosistemici forniti.it_IT
dc.language.isoitit_IT
dc.titlePause urbane: dall'incertezza all'identità. Il caso delle ex-Officine Meccaniche di Milanoit_IT
dc.typeThesisit_IT
unire.supervisorVagge, Ilda


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