Autolesionismo non suicidario (Non-suicidal Self-injury): caratterizzazione clinica e psicodiagnostica di una serie di 30 pazienti afferenti ad un centro di III livello

Abstract

Background: L’autolesionismo non suicidario (Non-Suicidal Self-Injury, NSSI) è un fenomeno diffuso e poco conosciuto in aumento tra gli adolescenti, i cui criteri clinici non sono universalmente riconosciuti. Scopo dello studio è descrivere una casistica di pazienti afferenti ad una divisione italiana di Neuropsichiatria Infantile, valutare patologie associate e suicidalità. Infine, ricercare l’associazione tra quoziente intellettivo (QI) e gravità del quadro clinico. Metodi: è stata condotta un’analisi retrospettiva su dati clinici e demografici di pazienti ricoverati tra marzo 2021-marzo 2022. Sono state somministrate scale psicodiagnostiche e di rischio suicidario. Il QI è stato calcolato con la scala di intelligenza per bambini Wechsler (WISC-IV). È stato scelto il coefficiente di correlazione per ranghi di Spearman per studiare associazioni significative (p<0.05). Risultati: sono state reclutate 30 pazienti di sesso femminile, di età media di 13.4±0.94 anni e ricoverate per NSSI (100%). La metodologia autolesiva più frequente è stata il cutting (96%). Ventiquattro pazienti (80%) hanno manifestato suicidalità; 12 (40%) disturbi di ansia; 12 (40%) disturbi depressivi; 7 (23.33%) tratti di Disturbo di Personalità Borderline. La maggior parte ha effettuato ≥ 1 accesso in Pronto soccorso per NSSI, non ha ricevuto sedazioni in regime di ricovero ed è stata ricoverata per un periodo da 15 a 61 giorni. Abbiamo trovato una correlazione inversa tra il n° di sedazioni e QI (p 0.04), tra QI e la repulsione per la morte (RD) alla scala Multi-Attitude Suicide Tendency Scale (p 0.02) e tra RD e l’Indice di Ragionamento Percettivo della scala WISC-IV (p 0.03). Conclusione: si conferma l’eterogeneità di metodi e comorbidità di NSSI e la rilevanza dei disturbi d’ansia e depressivi come patologie associate. Si propone l’approfondimento delle funzioni e dell’associazione con QI e sedazioni, per aumentare le conoscenze su NSSI e sviluppare nuove strategie di screening e intervento.

Background: Non-Suicidal Self-Injury (NSSI) is a widespread and less known phenomenon which is emerging among adolescents. Anyway, its diagnostic criteria are not universally recognised. Aim of the study is to describe a case series of patients referring to an Italian Paediatric Neuropsychiatric Institute, to assess comorbidities and suicidality. Finally, to study the association between intelligence quotient (IQ) and severity of clinical course. Methods: Retrospective analysis of clinical records of patients admitted to NPI from March 2021 to March 2022. Neuropsychological and Suicide Risk scales were administered. IQ was assessed using the Wechsler Intelligence Scale for Children (WISC-IV). Spearman’s rank correlation coefficient was performed to study significative associations (p<0.05). Results: Thirty female patients with mean age of 13.4 ± 0.94 years were admitted for NSSI (100%). Most frequent NSSI method was cutting (96%). Twenty-four patients (80%) showed suicidality; 12 patients (40%) had anxiety disorders; 12 patients (40%) had depressive disorders; 7 (23.33%) exhibited traits of Bipolar Personality Disorder. Most patients were admitted at least once to Emergency Department for NSSI, did not receive sedation and their hospital stay lasted 15-61 days. A statistically significant inverse association was detected between the number of sedatives received and IQ (p 0.04), between IQ and Repulsion by Death (RD) subscale of Multi-Attitude Suicide Tendency Scale (p 0.02) and between RD and Perceptual Reasoning Index, subscale of WISC-IV (p 0.03). Conclusion: the present study confirms heterogeneity of methods and comorbidity of NSSI, together with Depressive and Anxiety Disorders as associated diseases. Moreover, it suggests that further research is needed to establish its functions and the association with IQ and number of sedatives received, in order to increase awareness about NSSI and develop new intervention and screening strategies.