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‘I sintir il friu di no puder avlar’: la Scrittura come Memoria, Resilienza e Custodia del Giudeo-Spagnolo nell’Opera di Clarisse Nicoïdski.

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tesi34858836.pdf (1.259Mb)
Autore
Resio, Elena Sofia <2000>
Data
2025-11-03
Disponibile dal
2025-11-06
Abstract
La tesi esplora la letteratura sefardita come spazio privilegiato di incontro tra memoria, lingua e identità, mostrando come il ladino svolga un ruolo centrale nella conservazione di una cultura millenaria e nel mantenimento del legame con la Spagna perduta, ma mai dimenticata. Dopo una contestualizzazione storica sulle motivazioni e i percorsi degli ebrei espulsi, lo studio analizza il fenomeno del filosefardismo, sviluppatosi quando la Spagna, in crisi dopo la perdita delle colonie, riscoprì nei sefarditi, uno strumento di rinnovata influenza culturale. Si ricostruisce poi l’evoluzione della letteratura orientale sefardita, dai generi patrimoniali di tradizione medievale fino all’apertura ottocentesca a modelli occidentali, con particolare rilievo per la poesia, unico genere ancora vitale oggi. In questa prospettiva, la poesia autografa in ladino si configura come strumento di resistenza culturale e ponte tra esperienza individuale e memoria collettiva. È significativo che proprio la poesia, espressione privilegiata dell’anima, diventi il mezzo distintivo del ladino, come mostra l’opera della poetessa francese Clarisse Nicoïdski, che, accantonando la lingua d’uso quotidiano – il francese –, recupera il giudeo-spagnolo nella sua variante bosniaca per riappropriarsi del legame con la madre defunta e con le proprie radici, assumendosi al contempo la responsabilità di mantenere viva questa cultura
 
This thesis examines Sephardic literature as a privileged space between memory, language, and identity, demonstrating how Ladino plays a central role in preserving a thousand-year-old culture and maintaining the connection with a lost but never-forgotten Spain. After an historical contextualization on the motivations of the expelled Jews, the study analyzes the phenomenon of philosefardism, developed when Spain rediscovered in the Sephardic Jews, unaware guardians of an archaic Castilian, an instrument of renewed cultural influence. The evolution of Sephardic Eastern literature is then reconstructed, from patrimonial genres of medieval tradition until the opening to Western models, with particular emphasis on poetry, the only genre still vital today. In this perspective, autograph poetry in Ladin is an instrument of cultural resistance and a bridge between individual experience and collective memory. It is significant that poetry itself, a privileged expression of the soul, becomes the distinctive medium of Ladino, as shown by the work of the French poet Clarisse Nicoïdski, who, setting aside the language of everyday use – French –, recovers Judeo-Spanish in its Bosnian variant to reclaim the bond with her deceased mother and with her own roots, while at the same time taking on the responsibility of keeping this culture alive.
 
Tipo
info:eu-repo/semantics/masterThesis
Collezioni
  • Laurea Magistrale [6583]
URI
https://unire.unige.it/handle/123456789/13600
Metadati
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