Il reato di tortura in Italia

Abstract

L’obiettivo di questa tesi è approfondire l’introduzione del reato di tortura nell’ordinamento italiano, il cui divieto è uno dei principi cardine degli Stati democratici. In particolar modo, lo scopo è quello di comprendere le difficoltà e le scelte del legislatore italiano che hanno comportato la sua tardiva introduzione, nonostante gli importanti obblighi internazionali in materia derivanti dalla Convenzione Europea dei Diritti dell’Uomo del 1950 e dalla Convenzione ONU contro la tortura ed altre pene o trattamenti crudeli, inumani o degradanti del 1984. L’elaborato parte da un’analisi generale dei rapporti tra l’ordinamento italiano e l’ordinamento internazionale, con particolare riguardo alla CEDU, per poi arrivare alle sentenze della Corte Europea dei Diritti dell’Uomo sui fatti del G8 di Genova del luglio del 2001, quando si sono verificati episodi di violenza inaudita riconducibili alla tortura che hanno accelerato l’iter legislativo che ha infine portato all’entrata in vigore della legge n. 110/2017. Più nel dettaglio la tesi sviluppa in tre capitoli. Il primo capitolo affronta la storia della CEDU, la sua ratifica da parte del legislatore italiano e la sua evoluzione nel tempo. Vi è inoltre una breve analisi delle sentenze di condanna dell’Italia da parte della CEDU e della giurisprudenza della Corte EDU sul reato di tortura. Alcune delle sentenze più importanti sul reato di tortura sono quelle che riguardano i fatti del G8 di Genova. Il secondo capitolo si concentra proprio su ciò che è successo in quei giorni nel capoluogo ligure, eventi che hanno segnato la nostra storia più recente. In particolare, vengono analizzate tre sentenze molto significative per l’ordinamento italiano. Il terzo capitolo si concentra sullo studio della legge n. 110/2017, con particolare riguardo alle modifiche apportate agli articoli 613-bis c.p. e 613-ter c.p., e la loro applicazione ai casi concreti.

The objective of this thesis is to deepen the introduction of the crime of torture in the Italian law, whose prohibition is one of the cardinal principles of democratic states. In particular, the aim is to understand the difficulties and choices of the Italian legislator that led to its late introduction, despite the important international obligations in this field arising from the European Convention on Human Rights of 1950 and the UN Convention against Torture and other Cruel, Inhuman or Degrading Treatment or Punishment of 1984. The report starts with a general analysis of the relations between the Italian and international legal systems, with particular reference to the ECHR, and then reaches the judgments of the European Court of Human Rights on the events of the G8 meeting in Genoa in July 2001, when incidents of unheard-of violence linked to torture occurred that accelerated the legislative process that ultimately led to the entry into force of Law No. 110/2017.. The thesis is developed in three chapters.. The first chapter deals with the history of the ECHR, its ratification by the Italian legislator and its evolution over time. There is also a brief analysis of the ECHR’s judgments condemning Italy and the case law of the EDU on the crime of torture. Some of the most important judgments on the crime of torture are those concerning the events of the G8 in Genoa. The second chapter focuses on what happened in those days in the capital of Liguria, events that have marked our most recent history. In particular, three very significant judgments for the Italian legal system are analysed. The third chapter focuses on the study of law no. 110/2017, with particular regard to the amendments made to articles 613-bis c.p. and 613-ter c.p., and their application to concrete cases.