L'Operatore Socio-Educativo. Una ricerca nella Città Metropolitana di Genova

Abstract

Thanks to the commitment of the Municipality of Genoa, although significantly reduced over the years in terms of economic investment, local schools can take advantage of socio-educational educators (O.S.E.) in the classes, to support boys and girls in difficulty. This professional works mainly with minors with B.E.S. or to support (hourly supplement) the teacher who deals with disabilities, only for the educational part and the project part (Cairo, 2007; D’Alonzo, Bocci, Pinelli, 2015; Magni, 2018). The role, functions and responsibilities of the O.S.E. are clear (Tramma, 2018; Iori, 2018; Oggionni, 2019; Tamagnini, 2023) (also in the contract that regulates relations with the social cooperatives that will manage the service and the hours of the educators) but the daily routine and the complexity of

some situations (Palmieri, 2018; D’Alonzo, 2020) make it difficult to distinguish between the different roles (teacher, support teacher, educator), their project relationship (Pentucci, Rossi, 2021; Torre, 2022) and the effectiveness of the interventions (Vivanet, 2015). The research presented was born precisely from the need to enhance this professional figure (often the beginning of educational work for students still in training or for new graduates) and to try to clarify its limits and possibilities. The analyzes of the data collected with 145 questionnaires (semi- structured and self-compiled online) in the Genoa area, a representative sample compared to the reference population, will be presented (Robasto, 2016). The construction of categories a posteriori of the texts allowed us to delve deeper into the conceptual nuclei of reference, revealing the difference between what was hoped for and what was achieved, between the rules and what is actually possible to act on in everyday life (Agostinetto, 2013; Bortolotti, Sorzio, 2014; Garro, 2020). Elements of confusion, tiredness and overlap emerge from the texts due to systemic, cultural and representational factors (

Grazie all’impegno del Comune di Genova, seppur negli anni fortemente contratto in termini di investimento economico, le scuole del territorio possono usufruire di un monte orario a disposizione per l’inserimento di operatori socio-educativi (O.S.E.) nelle classi, a supporto di bambini e bambine, di ragazzi e ragazze in difficoltà. Questa figura professionale opera prevalentemente con i minori con B.E.S. o a supporto (integrazione oraria) del docente di sostegno per la sola parte educativa dei progetti (Cairo, 2007; D’Alonzo, Bocci, Pinelli, 2015; Magni, 2018). Nonostante il ruolo, le funzioni e le competenze dell’O.S.E. siano chiarite dallo statuto delle due professioni (Tramma, 2018; Iori, 2018; Oggionni, 2019; Tamagnini, 2023) (oltre a quanto riportato nel capitolato che regola i rapporti con le cooperative sociali che avranno in appalto il servizio e gestiranno le ore degli educatori), il quotidiano e la complessità di alcune situazioni (Palmieri, 2018; D’Alonzo, 2020) rendono difficile una distinzione tra i diversi ruoli in causa (insegnante, insegnante di sostegno, educatore), la loro relazione progettuale (Pentucci, Rossi, 2021; Torre, 2022) e l’efficacia coordinata degli interventi (Vivanet, 2015). La ricerca presentata è nata proprio dall’esigenza di valorizzare questa figura professionale (spesso anticamera del lavoro educativo per studenti ancora in formazione oppure per neo-laureati) e per provare a chiarirne limiti e possibilità. Si presenteranno le analisi dei dati raccolti con 145 questionari (semi-strutturati e auto-compilati online) sul territorio genovese, campione rappresentativo rispetto alla popolazione di riferimento (Robasto, 2016). La costruzione di categorie a posteriori dei testi, secondo una modalità carta-matita, ha consentito di approfondire i nuclei concettuali di riferimento, andando a rilevare la differenza tra l’auspicato e il realizzato, tra ciò che è indicato a livello normativo e ciò che realmente è possibile agire nel quotidiano