Fear Of Missing Out: Il dilemma dell'iperconnessione nell'era della comunicazione digitale
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Author
Giachero, Gabriele <1999>
Date
2024-07-12Data available
2024-07-18Abstract
Nell'era digitale, l'iperconnessione attraverso i social media ha trasformato radicalmente il nostro modo di interagire, comunicare e percepire il mondo. Tuttavia, dietro le immagini filtrate e i post curati si cela un fenomeno psicologico sempre più diffuso: la Fear Of Missing Out (FOMO), la paura di rimanere esclusi. Questa sensazione di inadeguatezza, alimentata dalla costante esposizione alle vite apparentemente perfette degli altri, rappresenta una sfida significativa per la salute mentale.
La FOMO ha radici profonde nella nostra natura sociale e nel bisogno di appartenenza. Con i social media, questa paura è amplificata dall'accesso immediato alle vite degli altri su piattaforme come Facebook, Instagram e Twitter. Le immagini perfette e i post entusiasmanti creano un ideale di realtà che porta a un confronto destabilizzante con la propria vita. L'evoluzione dei social media è stata un'avventura digitale, iniziata con le prime comunità virtuali degli anni '90. Questi cambiamenti non sono solo quantitativi, ma anche qualitativi, rivoluzionando il concetto di spazio e tempo e permettendoci di comunicare istantaneamente con chiunque nel mondo. La FOMO può avere gravi conseguenze sulla salute mentale, portando ad ansia, stress e depressione, minando l'autostima e la fiducia in sé stessi. Inoltre, può influenzare comportamenti e decisioni quotidiane, spingendo a partecipare a eventi per paura di perdere qualcosa, anche senza interesse genuino. Nel contesto dell'iperconnessione digitale, la FOMO è uno dei principali rischi per la salute mentale. L'accesso costante alle vite degli altri alimenta la ricerca di conferme esterne e la dipendenza dall'approvazione sociale online, creando un vuoto interiore tra la realtà e l'idealizzazione degli altri. In conclusione, le piattaforme digitali hanno trasformato il nostro mondo, portando sfide e opportunità. In the digital age, hyperconnectivity through social media has fundamentally altered how we interact, communicate, and perceive the world. However, behind filtered images and curated posts lies an increasingly widespread psychological phenomenon: Fear Of Missing Out (FOMO), the fear of being excluded. This sense of inadequacy, fueled by constant exposure to others' seemingly perfect lives, poses a significant challenge to mental health. FOMO has deep roots in our social nature and need for belonging. With social media, this fear is amplified by immediate access to others' lives on platforms like Facebook, Instagram, and Twitter. Perfect images and exciting posts create an idealized reality that leads to destabilizing comparisons with one's own life. The evolution of social media has been a digital adventure, starting with early virtual communities in the 1990s. These changes are not just quantitative but also qualitative, revolutionizing the concept of space and time and enabling instant communication globally. FOMO can have serious consequences for mental health, leading to anxiety, stress, and depression, undermining self-esteem and self-confidence. Moreover, it can influence daily behaviors and decisions, pushing individuals to participate in events out of fear of missing out, even without genuine interest. In the context of digital hyperconnectivity, FOMO stands as one of the primary risks to mental health. Constant access to others' lives fuels the search for external validation and dependence on online social approval, creating an inner void between reality and the idealization of others. However, there are opportunities to address FOMO and promote awareness and emotional resilience. Understanding the psychological mechanisms of FOMO and adopting effective strategies can help navigate the digital world without compromising emotional well-being.
In conclusion, digital platforms have transformed our world, bringing challenges and opportunities.
Type
info:eu-repo/semantics/bachelorThesisCollections
- Laurea Triennale [1586]