“THE TRUTH: dove l’oscurità può far luce. Quanto di quello che leggiamo è vero?”.
Author
Oddino, Vanessa <1998>
Date
2024-07-10Data available
2024-07-18Abstract
L’avvento della globalizzazione ha impattato sulla società industriale del XIX secolo trasformandola nella cd. “società dei consumi” e “società dell’informazione”, ove il legame che unisce ogni singola dimensione è la comunicazione, parte rilevante del nostro agire quotidiano. Ciò che ne consegue da questo nuovo processo di industrializzazione è la nascita delle innovazioni tecnologiche, che hanno reso l’identità del singolo fluida coinvolta in un contesto nuovo: lo spazio delocalizzato. Per quanto si possa celare un ottimismo circa l’utilizzo delle nuove tecnologie ed il loro elevato grado di inclusività, che permette di destrutturare la gerarchica della creazione dei contenuti, dal momento che lo sviluppo comunicativo ed il processo culturale omogenizzante, che ne consegue, cercano di risaltare l’uguaglianza, simbolo della democrazia. Le tecnologie sono, però, armi a doppio taglio, poiché strumentazioni omogenizzanti, il cui algoritmo è personalizzato, in base alle nostre preferenze, e permette l’ampliamento dei processi comunicativi. In un mondo che ci ha fagocitato nel “tutto e subito” e nelle “strategie a breve termine”, abbiamo perso la visione politica e di intelligence, la cui realtà, digitalizzata e disincantata, ha come obiettivo la crescita partecipata della società civile globale. Lo scopo da raggiungere, con ogni mezzo, rimane, come ci insegnano da secoli, è quello con il mezzo meno cruento possibile e questo è rappresentato dalla creazione di contenuti dal basso, spesso portatori di fake news, rivelazioni e raggiri. La tesi esamina il ruolo auto-attribuitosi dalle masse e di come queste mettano in discussione le dinamiche aggregative di Stato e se le rivoluzioni digitali possano essere portatrici di fonti di verità; inoltre, indaga, inoltre se i vertici nazionali siano ancora difensori della sicurezza nazionale o se perseguano propri interessi a discapito della società, alla luce di quanto emerso da fenomeni contemporanei. The advent of globalization has impacted the industrial society of the 19th century by transforming it into the so-called "consumer society" and "information society," where the link that unites every single dimension is communication, a relevant part of our daily actions. What follows from this new process of industrialization is the emergence of technological innovations, which have made the identity of the individual fluid involved in a new context: delocalized space. As much as one may harbor optimism about the use of new technologies and their high degree of inclusiveness, which allows for the de-structuring of the hierarchy of content creation, since communicative development and the ensuing homogenizing cultural process seek to emphasize equality, the symbol of democracy. Technologies are, however, double-edged weapons, as homogenizing instrumentations, whose algorithm is customized, according to our preferences, and allows the expansion of communicative processes. In a world that has engulfed us in "everything and now" and "short-term strategies," we have lost the political and intelligence vision, whose reality, digitized and disenchanted, has as its goal the participatory growth of global civil society. The goal to be achieved, by any means, remains, as we have been taught for centuries, by the least bloody means possible, and this is represented by the creation of content from below, often carrying fake news, revelations and deception. The thesis examines the self-attributed role of the masses and how they challenge the aggregative dynamics of the state and whether digital revolutions can be carriers of sources of truth; it investigates, moreover, whether the national leadership is still a defender of national security or whether it pursues its own interests to the detriment of society, in light of contemporary phenomena.
Type
info:eu-repo/semantics/masterThesisCollections
- Laurea Magistrale [5082]