Anticorpi monoclonali umanizzati coniugati a diversi aminobisfosfonati per la stimolazione dei linfociti TVδ2 utilizzando linee cellulari di carcinoma di colon retto
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Autore
Gennaro, Francesca <1999>
Data
2023-10-23Disponibile dal
2023-10-26Abstract
L’utilizzo di anticorpi coniugati a farmaci (ADC) rappresenta una strategia terapeutica particolarmente utile perché vede l’utilizzo del Cetuximab (CET). L’anticorpo indirizza il farmaco verso la sede del tumore, lega il recettore per il fattore di crescita epidermico (EGFR) iper-espresso dalle cellule di CRC, blocca l’attivazione dell’EGFR e inibisce la via di segnalazione intracellulare a valle responsabile della crescita neoplastica; avendo dimostrato precedentemente l’efficacia dell’ADC CET-ZA, cioè del cetuximab coniugato a Zoledronato, abbiamo valutato se legando altri aminobifosfonati (ibandronato, IBA; risedronato, RIS) al cetuximab (CET-IBA, CET-RIS) ci fossero effetti anti-tumorali differenti o similari a quelli ottenuti con CET-ZA. Analogamente abbiamo coniugato anche il Panitumumab con lo ZA (PAN-ZA), che riconosce un epitopo dell’EGFR diverso, per compararlo con il CET-ZA.
L’utilizzo di CET-IBA, CET-RIS, CET-ZA o PAN-ZA in combinazione con chemioterapia con 5-FU potrebbe rappresentare un nuovo approccio terapeutico.
L’utilizzo di inibitori di “immune checkpoints”, come anticorpi anti-PD1 o anti-PDL-1, può migliorare la risposta terapeutica, permettendo ai linfociti T effettori di riacquisire la loro capacità di riconoscere ed eliminare le cellule tumorali. Per questo motivo abbiamo saggiato se il 5-FU potesse influenzare l’espressione di PDL-1 sulle cellule neoplastiche.
Gli esperimenti sono stati eseguiti utilizzando sistemi semplici, economici e riproducibili, quali linee cellulari e sferoidi, alternativi al modello animale. Abbiamo dimostrato che 5-FU induce PDL-1 sulle linee di CRC e che gli anticorpi anti-EGFR coniugati esercitano un maggiore effetto anti-neoplastico diretto o indiretto (tramite attivazione di linfociti T Vδ2) rispetto alla loro controparte nativa. Complessivamente questi dati suggeriscono il potenziale impiego di questi ADC per migliore il trattamento del CRC. The use of drug-conjugated antibodies (ADC) represents a particularly useful therapeutic strategy because it involves the use of Cetuximab (CET). The antibody directs the drug to the tumor site, binds the epidermal growth factor receptor (EGFR) over-expressed by CRC cells, blocks EGFR activation and inhibits the downstream intracellular signaling pathway responsible for neoplastic growth; having previously demonstrated the effectiveness of the ADC CET-ZA, i.e. of cetuximab conjugated to Zoledronate, we evaluated whether by binding other aminobisphosphonates (ibandronate, IBA; risedronate, RIS) to cetuximab (CET-IBA, CET-RIS) there were anti-inflammatory effects - tumors different or similar to those obtained with CET-ZA. Similarly, we also conjugated Panitumumab with ZA (PAN-ZA), which recognizes a different EGFR epitope, to compare it with CET-ZA.
The use of CET-IBA, CET-RIS, CET-ZA or PAN-ZA in combination with 5-FU chemotherapy could represent a new therapeutic approach.
The use of immune checkpoint inhibitors, such as anti-PD1 or anti-PDL-1 antibodies, can improve the therapeutic response, allowing effector T lymphocytes to regain their ability to recognize and eliminate tumor cells. For this reason we tested whether 5-FU could influence the expression of PDL-1 on neoplastic cells.
The experiments were performed using simple, economical and reproducible systems, such as cell lines and spheroids, alternatives to the animal model. We demonstrated that 5-FU induces PDL-1 on CRC lines and that conjugated anti-EGFR antibodies exert a greater direct or indirect (via activation of Vδ2 T lymphocytes) anti-neoplastic effect compared to their native counterpart. Overall, these data suggest the potential use of these ADCs to improve the treatment of CRC.
Tipo
info:eu-repo/semantics/masterThesisCollezioni
- Laurea Magistrale [5680]