L'impatto della guerra russo-ucraina sul mercato del trasporto marittimo di petrolio greggio
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Autore
Passalacqua, Alessandro <1999>
Data
2023-10-16Disponibile dal
2023-10-19Abstract
Lo scopo di questa tesi è quello di analizzare le modalità attraverso cui le sanzioni hanno indirettamente causato una svolta nel mercato delle esportazioni di petrolio greggio russo arrecando un danno strategico ed economico all’Unione europea.
In questo nuovo quadro geopolitico il ruolo delle sanzioni economiche, intese come deterrenti ai fini di causare isolamento politico nei confronti dell’avversario, muta totalmente il suo valore intrinseco rafforzando ulteriomente il concetto di “mondo multipolare”.
A seguito delle sanzioni, nuove rotte alternative e nuovi ricevitori di petrolio greggio russo (e dei suoi derivati) sono emersi nello scacchiere mondiale.
Il governo russo ha intensificato i rapporti con Cina, India, Arabia Saudita, Brasile e Sudafrica diversificando le proprie esportazioni.
Al contempo il tentativo americano di “annettere” lo stato ucraino alla Nato, l’attacco “preventivo” di Putin e la conseguente decisione dell’unione europea di proteggere gli interessi della Nato, hanno indirettamente permesso agli Stati Uniti di rafforzare la propria posizione di partner commerciale dell’Europa con un aumento considerevole di esportazioni di petrolio greggio da USG (us gulf) sulle rotte “transatlantiche”.
Dubai, Hong Kong, Abu Dhabi e Singapore sono alcune delle innumerevoli realtà che ad oggi consentono ad armatori europei e noleggiatori russi di aggirare le sanzioni.
Le nuove società “europee” registrate “ad hoc” al di fuori dell’unione stessa non sono soggette alla “price cap attestation letter” e possono quindi caricare nei porti russi in maggiore tranquillità (sia in regime di “lettera” che senza).
Mentre dal punto di vista del noleggiatore (russo) l’utilizzo di “subsidiaries” offshore, società indirettamente controllate, permette di produrre “price cap letter” evitando qualunque esposizione da parte della “mother companiy” e permettendo di ottemperare alle linee guida imposte da mosca che proibiscono l’emissione di tale certificato. The purpose of this thesis is to analyze the ways through which sanctions have indirectly caused a turnaround in the Russian crude oil export market by causing strategic and economic damage to the European Union.
In this new geopolitical framework, the role of economic sanctions, understood as deterrents for the purpose of causing political isolation against the adversary, totally changes its intrinsic value by further strengthening the concept of a "multipolar world."
As a result of sanctions, new alternative routes and new receivers of Russian crude oil (and its derivatives) have emerged in the world chessboard.
The Russian government has intensified relations with China, India, Saudi Arabia, Brazil and South Africa by diversifying its exports.
At the same time, the U.S. attempt to "annex" the Ukrainian state to NATO, Putin's "preemptive" attack, and the subsequent decision of the European Union to protect NATO interests have indirectly allowed the U.S. to strengthen its position as Europe's trading partner with a considerable increase in crude oil exports from USG (us gulf) on "transatlantic" routes.
Dubai, Hong Kong, Abu Dhabi and Singapore are some of the countless entities that to date enable European shipowners and Russian charterers to circumvent sanctions.
New "European" companies registered "ad hoc" outside the union itself are not subject to the "price cap attestation letter" and can therefore load in Russian ports with greater peace of mind (either under the "letter" regime or without).
While from the (Russian) charterer's point of view, the use of offshore "subsidiaries," indirectly controlled companies, allows them to produce "price cap letter" avoiding any exposure from the "mother companiy" and allowing them to comply with the guidelines imposed by Moscow that prohibit the issuance of such a certificate.
Tipo
info:eu-repo/semantics/masterThesisCollezioni
- Laurea Magistrale [5076]