L'affidamento familiare nella giurisprudenza della Corte Europea dei Diritti dell'Uomo
Mostra/ Apri
Autore
Torre, Francesca <1998>
Data
2022-12-06Disponibile dal
2022-12-15Abstract
Il minore vanta il diritto a crescere in un contesto familiare sano ed equilibrato, ove gli adulti sono onerati della responsabilità di crescerlo, educarlo e istruirlo.
Purtroppo, non tutte le famiglie sono capaci di assolvere ai loro obblighi e per far fronte a situazioni di temporanea inabilità dei genitori esercenti la responsabilità genitoriale, il nostro Legislatore ha previsto e regolamentato l’istituto dell’affidamento familiare offrendo alle famiglie interventi di sostegno e di aiuto consistenti nell'inserimento del bambino in una famiglia che si prenda temporaneamente cura di lui. Durante il periodo di affidamenti, il bambino deve mantenere validi rapporti con la sua famiglia, essendo l'affidamento un istituto diretto al reinserimento del minore nel suo nucleo originario, considerato l'ambiente più adatto per un armonico sviluppo psicofisico. Ai sensi dell'art. 8 CEDU, gli Stati, infatti, accanto all'obbligo di non ingerirsi indebitamente nella vita privata e familiare, hanno l'obbligo di adottare ogni misura atta a rafforzare e garantire il legame tra il bambino e la sua famiglia di origine. Ciò che la Corte EDU ha assiduamente criticato attraverso le sue sentenze è l’incapacità delle nostre autorità a valutare l’interesse del minore caso per caso, le debolezze del suo nucleo familiare e l’incompetenza a gestire le criticità riscontrate rispettando allo stesso tempo i diritti delle parti. In ogni caso, la Corte chiarisce e ribadisce in più occasioni che la preservazione dei legami familiari deve essere perseguita solo se corrisponde al superiore interesse del minore e non gli rechi, invece, pregiudizi. Al contrario, l’Italia ha spesso agito prescrivendo la rottura del legame familiare del minore, addirittura senza nemmeno prendere in seria considerazione, previamente, l'ipotesi di un mantenimento delle relazioni familiari. The child has the right to grow up in a healthy and balanced family context, where adults are charged with the responsibility of raising, educating and instructing him/her.
Unfortunately, not all families are capable of fulfilling their obligations and, in order to cope with situations of temporary inability of parents exercising parental responsibility, our legislator has provided for and regulated the institution of family foster care, offering families support and help in placing the child in a family that will temporarily take care of him/her. During the fostering period, the child must maintain good relations with his or her family, as fostering is an institution aimed at reintegrating the child into his or her original nucleus, considered the most suitable environment for harmonious psychophysical development. Pursuant to Article 8 ECHR, States, in fact, alongside the obligation not to unduly interfere in private and family life, have the obligation to adopt all measures to strengthen and guarantee the bond between the child and his or her family of origin. What the European Court of Human Rights has assiduously criticised through its judgments is the inability of our authorities to assess the best interests of the child on a case-by-case basis, the weaknesses of the child's family unit, and the incompetence to deal with the critical issues found while respecting the rights of the parties. In any case, the Court clarifies and reiterates on several occasions that the preservation of family ties must be pursued only if it corresponds to the best interests of the child and does not, on the other hand, harm him/her. On the contrary, Italy has often acted by prescribing the severing of the child's family ties, without even seriously considering, beforehand, the possibility of maintaining family relations.
Tipo
info:eu-repo/semantics/masterThesisCollezioni
- Laurea Magistrale [4954]