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dc.contributor.authorBeninati, Gabriele
dc.contributor.authorBertamino, Enrico
dc.date.accessioned2021-08-19T10:17:25Z
dc.date.available2021-08-19T10:17:25Z
dc.date.issued2021-03
dc.identifier.urihttps://unire.unige.it/handle/123456789/3869
dc.description.abstractL'acquedotto civico di Genova ha subito modifiche e stratificazioni in un lasso di tempo pari a quasi nove secoli di storia. Lungo il suo intero percorso, sviluppatosi dalla "Presa" più lontana di Schienadasino (presso il confine con il comune di Bargagli), alla fontana dei Cannoni del molo (manufatto finale di questo lungo condotto), si individuano opere architettoniche di particolare interesse, sia per il contenuto tecnologico riferito all'epoca di costruzione, che per le componenti indotte nella stessa struttura del paesaggio. La "via dell'acqua" permette attraverso immagini e fotografie, di unire in uno splendido connubio il paesaggio rurale e selvatico delle zone al di fuori del centro abitato, con quello più complesso e ramificato della crescita urbana del fondo valle. Lo sviluppo della città di Genova, sin dalle sue origini, è stato legato all'acqua; la sua scarsa reperibilità in periodo di siccità entro l'anfiteatro montuoso genovese impose, parallelamente al problema del suo recupero e conservazione, quello relativo al trasporto. Numerose testimonianze sono fornite dalla Collezione Topografica dell'ufficio delle Belle Arti di Palazzo Rosso, derivati dalle carte di Francesco Podestà (appassionato della storia dell'acquedotto), di Carlo Barabino (ultimo architetto dell'opera) e dagli acquarelli e schizzi di P. Domenico Cambiaso. Altre fonti attendibili che hanno permesso di realizzare questo studio risultano essere gli Atti dei Padri del Comune conservati nell'Archivio Storico del Comune di Genova e altri scritti. Oggi il percorso dell'acquedotto genovese al di fuori delle "nuove mura", rappresenta un punto di riferimento ed un itinerario escursionistico interessante per molti genovesi e turisti, sia da un punto di vista storico che naturalistico. Entro la cinta muraria l’individuazione delle testimonianze rimaste si complica poiché la città, nelle diverse e successive trasformazioni urbane, ha divorato ed inglobato la maggior parte del tracciato originale. Tutto questo ha determinato una minore consapevolezza sia da parte dei genovesi che dei turisti nei confronti dei manufatti relativi alla "via dell’acqua" ancora esistenti in città. Proprio per questo motivo l'elaborato avrà come obiettivo quello di fare luce sulla parte più nascosta, ma allo stesso tempo più accessibile, del percorso dell'acquedotto storico di Genova e di favorire dinamiche di valorizzazione all'interno del paesaggio cittadino (attraverso un progetto diffuso) e la singola valorizzazione di ogni suo manufatto. Tutto questo corredato da un elenco di schede descrittive che permettano la geolocalizzazione dei manufatti all’interno del tessuto urbano. Questa attività sarà facilitata dalla immediata correlazione delle suddette schede con un percorso virtuale creato su Google Earth, in grado di mostrare lo stato attuale dei resti del condotto in relazione, ove possibile, a brevi descrizioni e foto storiche ad esso allegate.it_IT
dc.language.isoitit_IT
dc.titleL’acquedotto Storico di Genova “Intra Moenia”it_IT
dc.typeThesisit_IT
unire.supervisorMusso, Stefano Francesco
dc.publisher.nameUniversità degli Studi di Genova


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