Le ali dell'albatros. Ridefinizione tecnologica e funzionale degli spazi del dopolavoro ferroviario
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Autore
Gessa, Elisa
Relatore
Rava, Giovanni PaoloData
2020-04Disponibile dal
2020-08-03Abstract
L’aumento di densità abitativa che caratterizza e contribuisce a ridisegnare la configurazione e l’organizzazione degli spazi nelle grandi città e, in particolare, nelle periferie, ha determinato, negli ultimi decenni, una attività edilizia diffusa esercitata a spese degli spazi verdi di margine e delle attività di socializzazione.
Negli ultimi anni in ambito architettonico si sono riscontrate positive ricadute nella crescente attenzione volta a integrare nel progetto punti di aggregazione culturale e di socializzazione capaci di dialogare con spazi a verde di semplice articolazione o di più complesso respiro. Questo obiettivo ha spinto l’architetto a tentare di trasformare in spazi verdi anche il già costruito con interventi puntuali da attuarsi sulle coperture piane e sulle pareti verticali. Ricorrere a soluzioni tecnologiche più o meno complesse ha consentito di ottenere piantumazioni diffuse, diversificate per le specie messe a dimora con soluzioni cromatiche variegate. Un progetto sostenibile si connota per una sequenza di scelte che influenzano l’ideazione dell’opera, si confrontano con la necessità di ottimizzare l’impiego delle risorse e sono tese a raggiungere la massima efficienza nei confronti dell’ambiente costruito. In tal senso gli elementi costruttivi impiegati, se applicati all’edificato esistente, possono determinare positive ricadute anche sugli aspetti formali e figurativi degli edifici già realizzati. L’estensione di questi concetti ha determinato con ancora maggiore evidenza inediti scenari in cui natura e costruito si fondono tra loro con nuove definizioni del paesaggio urbano (Jonas, 1979).
Consentire alla natura anche conseguita con mezzi artificiali di acquisire nuovi spazi, di sfruttare le pareti verticali e le coperture permette di creare nuove esperienze visive ed emozionali a beneficio dell'ambiente. Questa politica estesa a stile di vita può consentire una riduzione degli inquinanti da polveri sottili, può contribuire alla produzione di ossigeno nell’ambiente, può incidere in modo positivo sul consumo di risorse energetiche sia per quanto concerne il raffrescamento nel periodo estivo sia per le implicazioni del riscaldamento nel periodo invernale (Hendriks et alii, 2000).
Da ultimo intervenire sui luoghi esistenti di socializzazione incrementandone le funzioni può migliorare la qualità dei rapporti tra le persone con nuovi incentivi sul piano della cultura diffusa e sul piano delle attività sportive, in particolare quelle estese ai giovani. In tal senso tra gli obiettivi della tesi si intende operare sul piano della ridefinizione delle funzioni e degli spazi del centro di aggregazione DLF, Dopolavoro Ferroviario di Genova Rivarolo. Il complesso appartiene alla non trascurabile rete dei Dopolavori presenti sul territorio italiano. Si tratta di strutture che hanno rappresentato, in passato, un punto di confronto e di coesione tra i lavoratori e che oggi sono frequentati in prevalenza dagli anziani. I tragici eventi connessi con il crollo del viadotto autostradale progettato dall’ingegnere Riccardo Morandi, rovinato sul greto del Torrente Polcevera, hanno indotto positive aperture verso il mondo dei giovani, aperture che ormai si erano smarrite nel frastuono delle periferie urbane. Attratti nel DLF dalla riapertura di una sala cinematografica e da nuove attività culturali organizzate dall’ Associazione ”Lo scoglio dell’Albatros”, hanno ripreso a frequentare la sala cinematografica che è stata rinnovata ed offre al pubblico una programmazione di pellicole di prima visione a prezzi concordati. L’Associazione ha cominciato a promuovere anche iniziative indirizzate alla presentazione di libri, presenti gli autori, di conferenze a tema, di proiezioni con immagine di elevata qualità su viaggi ed eventi legati al mondo dell’arte. Un altro polo di attrazione è rappresentato dalle attività sportive che hanno utilizzato gli spazi di un bocciodromo esistente quale palestra per le attività invernali e hanno ricavato un campo da tennis nello spazio un tempo destinato a parcheggio. La tesi ha inteso affrontare il problema di una riorganizzazione complessiva degli spazi conseguente al recupero ed alla trasformazione delle funzioni interne, ad una maggiore differenziazione delle attività in modo da aprire anche al mondo dei più piccoli e a quello dei genitori. Le scelte percorse sono dunque volte a recuperare le iniziative esistenti ed a potenziarle nel tentativo di costruire un vero e proprio polo sportivo della Val Polcevera. Questa scelta è stata anche motivata dalla presenza della piscina comunale di Rivarolo, attigua al complesso del DLF, da tempo esistente quale presidio isolato nella periferia urbana.
Tipo
ThesisCollezioni
- Architettura [1197]