Le infezioni di protesi mammaria dopo chirurgia ricostruttiva: regimi di salvataggio, outcome e nuove strategie di terapia antibiotica
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Autore
Cerizza, Arturo <1994>
Data
2019-10-18Disponibile dal
2019-11-15Abstract
Introduzione e obiettivi: L’infezione di impianto protesico è una complicanza grave di un intervento di ricostruzione mammaria in una paziente oncologica. In mancanza di linee guida a riguardo, abbiamo confrontato i regimi di salvataggio e le terapie antibiotiche, per evidenziare differenze in termini di indicazioni e durata della terapia, tollerabilità e costi psicologici ed economici. Metodi: Abbiamo osservato retrospettivamente 974 pazienti sottoposte tra gennaio 2016 e marzo 2019 a ricostruzione mammaria mediante espansore o protesi. Dati generali e in particolare di intento terapeutico, di terapia empirica e mirata oltre che di outcome sono stati raccolti per tutte le pazienti con infezione microbiologicamente dimostrata. I gruppi di trattamento sono stati inoltre confrontati per durata della degenza richiesta per la terapia, per eventuali effetti collaterali, per i costi sostenuti dal sistema sanitario e per il successo o il fallimento del regime a 6 mesi di quelle trattate con intento di salvataggio. Risultati: Il 5,6% delle pazienti ha contratto un’infezione, microbiologicamente dimostrata nel 76% dei casi. Le pazienti trattate senza intento di salvataggio sono significativamente più anziane e con livelli di PCR più elevati rispetto a quelle trattate con intento. La somministrazione di dalbavancina è associata a un dimezzamento della durata della degenza (p=0,006) e dei costi complessivi (p=0,009) rispetto alla scelta di una terapia con daptomicina, a scapito di alcuni effetti collaterali (33%). Non vi sono significative differenze di outcome tra le pazienti trattate con sola terapia antibiotica e quelle con anche sostituzione. Conclusioni: Il salvataggio dell’impianto infetto rappresenta una valida alternativa di trattamento. Farmaci come la dalbavancina mostrano alcuni vantaggi, come una degenza più breve e un iter terapeutico più snello, rispetto a molecole più tradizionali. Le evidenze riscontrate sono sicuramente meritevoli di ulteriori approfondimenti. Background: Breast implant infection is a serious complication of breast reconstruction surgery in an oncological patient. Because of the absence of guidelines in this regard, we compared rescue regimes and antibiotic therapies to highlight differences in terms of indications and duration of therapy, tolerability and psychological and economic costs. Methods: We retrospectively observed 974 patients undergoing breast reconstruction using an expander or prosthesis between January 2016 and March 2019. General data and more specifically about therapeutic intent, empirical and targeted therapy were collected for all patients with microbiologically proven infection. The treatment groups were also compared for the duration of hospitalization required for therapy, for any side effects, for the costs sustained by the health system and for the success or failure of the 6-month regime of those treated with rescue intent. Results: 5.6% of patients contracted an infection, demonstrated microbiologically in 76% of cases. Patients treated without rescue intent are significantly older and with higher PCR levels than those treated with intent. The administration of dalbavancin is associated with a halving of the length of hospitalization (p=0.006) and of overall costs (p=0.009) compared to the choice of daptomycin, in spite of some related effects (33%). There are no significant differences in outcome between patients treated with antibiotic therapy alone and those with substitution and antibiotic. Conclusions: The rescue of the implant is a valid option of treatment. Drugs such as dalbavancin have shown some advantages, such as a shorter hospital stay and a slimmer therapeutic procedure, compared to a more traditional molecule. The evidences found are certainly worthy of further investigation.
Tipo
masterThesisCollezioni
- Laurea Magistrale [4954]