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dc.contributor.authorTedeschi, Tommaso
dc.date.accessioned2019-05-06T08:41:16Z
dc.date.available2019-05-06T08:41:16Z
dc.date.issued2019-03
dc.identifier.urihttps://unire.unige.it/handle/123456789/2497
dc.description.abstractIl gigantismo nella costruzione delle navi da crociera ha raggiunto una dimensione tale da rendere ormai obsoleti la gran parte dei cantieri navali storici del mondo. Anche i cantieri navali di Sestri, dopo oltre due secoli di storia, il primo cantiere moderno risale infatti al 1815, non potranno sfuggire a questa realtà se non saranno capaci di mettere in campo un completo rinnovamento. Da qui l’esigenza di superare quelle barriere fisiche che da sempre hanno condizionato ogni ipotesi di ampliamento dei cantieri. La più importante di queste è costituita, senza dubbio, dal tracciato della ferrovia Genova-Ventimiglia, che divide fisicamente in due parti la linea di produzione dello stabilimento, condizionandone pesantemente il suo potenziale produttivo. Il ribaltamento a mare, di cui si parla ormai da diversi anni e che oggi pare essere giunto finalmente ad una possibile e concreta fattibilità, è la vera condizione imprescindibile per garantire ancora un futuro di sviluppo ai nostri cantieri. Partendo da questa ipotesi di riassetto, ho operato secondo due distinte linee di intervento. La prima è stata quella di elaborare le varie proposte esistenti riguardo al ribaltamento, al fine di definire il nuovo assetto a mare dello stabilimento partendo dalla necessità di realizzare un bacino di carenaggio capace di ospitare navi di 360 m di lunghezza. Detto bacino, per il quale ho ipotizzato la realizzazione di un involucro in struttura metallica e tamponamenti in policarbonato pesante, seguendo l’esempio dei cantieri Meyer, è servito da due carri ponte a sostituzione delle gru attuali che permetteranno una più agevole movimentazione delle sezioni navali di grande dimensione, che potranno essere assemblate nei nuovi capannoni ipotizzati a fianco del bacino. La sistemazione a mare prevede anche la realizzazione di due accosti di quasi 400 m lineari, per l’allestimento contemporaneo di due navi, cosa che permetterà al cantiere di Sestri di confrontarsi con i maggiori competitors mondiali del settore. L’incremento della superficie, ottenuto attraverso i nuovi riempimenti a mare, consentirà altresì l’edificazione di nuove strutture capace di assolvere a tutte le funzioni di supporto necessarie alla vita del cantiere. La seconda ipotesi riguarda il completo recupero delle aree e dei volumi posti a monte della ferrovia che dopo il ribaltamento cesseranno di assolvere a funzioni produttive. Si tratta di una straordinaria occasione che si presenta per realizzare quelle infrastrutture di cui Sestri ponente è completamente sprovvista. Nel dettaglio il tema è stato affrontato ipotizzando di destinare i due grandi complessi che verranno a liberarsi a funzioni diverse: l’area ad ovest del cantiere, attualmente destinata a parco lamiere e comprensiva dell’edificio della sala tracciatura, per la sua importanza storico- simbolica, a museo della storia delle costruzioni navali e sede per i materiali documentali provenienti dalle diverse fondazioni Fincantieri; l’area ad est , per la sua vicinanza con il centro abitato e in particolar modo con l’ex manifattura tabacchi, sede della biblioteca Bruschi, per la realizzazione di servizi pubblici, quali l’ampliamento della biblioteca stessa, nonché alla realizzazione di spazi flessibili coperti atti ad ospitare attività ludico sportive, concerti, e non ultimo il mercato settimanale che attualmente si svolge nelle vie limitrofe al cantiere.it_IT
dc.language.isoitit_IT
dc.titleRigenerazione dei cantieri navali di Sestri Ponente. Patrimonio di confine, il progetto della linea di costait_IT
dc.typeThesisit_IT
unire.supervisorAndriani, Carmen


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