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La desistenza dal crimine in alcuni casi di truffatori.

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tesi35508884.pdf (775.4Kb)
Autore
Devoto, Francesca <1999>
Data
2025-11-13
Disponibile dal
2025-11-20
Abstract
La criminologia, disciplina nata dall’incontro tra diritto, sociologia, psicologia e biologia, ha progressivamente superato la visione normativa e punitiva del crimine per abbracciare un approccio critico e interdisciplinare, attento ai contesti sociali e alle esperienze soggettive. Questa ricerca si inserisce in tale prospettiva, ponendo al centro il fenomeno della desistenza, inteso come il processo attraverso cui un individuo smette di commettere reati e costruisce un nuovo percorso di vita conforme alle norme sociali. La desistenza non è un evento improvviso, ma un cammino complesso, segnato da difficoltà, ricadute e momenti di consapevolezza. La tesi adotta come cornice teorica la criminologia narrativa e la criminologia psicosociale, due prospettive che integrano dimensioni intrapsichiche, relazionali e culturali, restituendo centralità alla soggettività dell’autore di reato. In questa visione, il crimine è considerato anche come prodotto di narrazioni identitarie e di conflitti interiori, e il cambiamento come un processo di rielaborazione personale. Dal punto di vista metodologico, la ricerca si basa su interviste condotte secondo il modello FANI (Free Association Narrative Interview), che permette di esplorare storie di vita, meccanismi di difesa e processi di significazione, tropes e caratteristiche narrative. L’analisi di tre casi studio consente di poter indagare i percorsi di cambiamento e i fattori individuali e sociali che favoriscono o ostacolano la desistenza, analizzando la qualità delle difese e della desistenza.
 
Criminology, a discipline born from the intersection of law, sociology, psychology, and biology, has progressively moved beyond a normative and punitive view of crime to embrace a critical and interdisciplinary approach attentive to social contexts and subjective experiences. This research aligns with this perspective, focusing on the phenomenon of desistance, understood as the process through which an individual ceases to commit crimes and builds a new life path in accordance with social norms. Desistance is not a sudden event but a complex journey marked by challenges, relapses, and moments of self-awareness. The thesis adopts narrative criminology and psychosocial criminology as its theoretical frameworks, two perspectives that integrate intrapsychic, relational, and cultural dimensions, restoring centrality to the offender’s subjectivity. Within this view, crime is also seen as the product of identity narratives and inner conflicts, while change is understood as a process of personal reconstruction. From a methodological standpoint, the research is based on interviews conducted using the FANI model (Free Association Narrative Interview), which allows for an in-depth exploration of life stories, defense mechanisms, and processes of meaning-making, including narrative tropes and structures. The analysis of three case studies enables an examination of the pathways of change and the individual and social factors that facilitate or hinder desistance, with particular attention to the quality of defensive processes and of desistance itself.
 
Tipo
info:eu-repo/semantics/masterThesis
Collezioni
  • Laurea Magistrale [6573]
URI
https://unire.unige.it/handle/123456789/13735
Metadati
Mostra tutti i dati dell'item

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