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La sinestesia linguistica: uno studio sperimentale.

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tesi32869820.pdf (1.476Mb)
Autore
Messina, Giulia <1998>
Data
2025-06-09
Disponibile dal
2025-06-12
Abstract
Il presente lavoro di tesi si concentra sulla sinestesia linguistica, una figura retorica in cui vengono accostati due termini appartenenti ad aree sensoriali diverse. L’elaborato è suddiviso in due parti: la prima sezione racchiude i fondamenti teorici, mentre la seconda riguarda il lavoro sperimentale che è stato svolto. La ricerca riprende lo studio condotto sulla lingua ebraica da Shen e Aisenman (2008), secondo cui le sinestesie che seguono una direzionalità "lower to higher" (dai sensi considerati più concreti a quelli più astratti) risultano più naturali per i parlanti. Attraverso la costruzione e la somministrazione di un questionario a informatori di madrelingua italiana, lo studio si pone l’obiettivo di verificare se tali tendenze siano confermate anche in italiano. I risultati ottenuti non confermano le ipotesi di partenza, mettendo in discussione l’attendibilità della gerarchia dei sensi come criterio predittivo della direzionalità. In particolare, emergono due tendenze non rilevate nello studio originario: l’udito è risultato l’unico senso a essere sistematicamente scelto come bersaglio, mentre la vista è stata preferita come fonte in tre casi su quattro. Tali dati suggeriscono la necessità di rivedere parzialmente i modelli teorici esistenti.
 
The present thesis focuses on linguistic synesthesia, a rhetorical figure in which two terms from different sensory domains are juxtaposed. The thesis is divided into two parts: the first section covers the theoretical foundations, while the second details the experimental work conducted. The research revisits the study carried out on the Hebrew language by Shen and Aisenman (2008), which suggests that synesthetic expressions following a "lower to higher" directionality—moving from senses considered more concrete to those more abstract—are perceived as more natural by speakers. Through the construction and administration of a questionnaire to native Italian informants, the study aims to verify whether these tendencies are also confirmed in Italian. The results do not support the initial hypotheses, calling into question the reliability of the sensory hierarchy as a predictive criterion of directionality. In particular, two trends not found in the original study emerged: hearing was the only sense systematically chosen as the target, while sight was preferred as the source in three out of four cases. These findings suggest the need to partially revise the existing theoretical models.
 
Tipo
info:eu-repo/semantics/masterThesis
Collezioni
  • Laurea Magistrale [5708]
URI
https://unire.unige.it/handle/123456789/12082
Metadati
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