Effetto della terapia con romosozumab in donne in post-menopausa precedentemente trattate con antiriassorbitivi: analisi della prima casistica italiana
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Autore
Thneibat, Amedeo <1991>
Data
2024-11-18Disponibile dal
2024-12-05Abstract
Lo scopo di questo lavoro è stato quello di valutare l’efficacia della terapia con romosozumab sulla densità minerale ossea (BMD) e sui marcatori di rimodellamento osseo (MBTs) in pazienti con osteoporosi postmenopausale ad elevato rischio di fratture, precedentemente trattate con bisfosfonati o denosumab, confrontandone l’efficacia con pazienti naïve. Sono state incluse nell’analisi 25 pazienti (5 naïve, 13 precedentemente trattate con bisfosfonati e 7 con denosumab). Sono stati calcolati T-Score e BMD a livello della colonna lombare e del femore totale prima dell’avvio della terapia con romosozumab e dopo 12 mesi di trattamento. I livelli sierici di beta-CTX e fosfatasi alcalina ossea (BALP) sono stati valutati per tutta la durata dello studio. Dopo 12 mesi nei tre gruppi è stato osservato un aumento della BMD a livello lombare del +15% nelle pazienti naïve, +10.5% nelle pazienti precedentemente trattate con bisfofonati, +13.7% nelle pazienti precedentemente trattate con denosumab; a livello del femore totale l’aumento è stato del +10.2% nelle pazienti naïve, +1.9% nelle pazienti precedentemente trattate con bisfofonati e 4.8% nelle pazienti precedentemente trattate con denosumab. La relazione tra incremento percentuale della BMD e durata della precedente terapia con bisfofonati è risultata inversamente proporzionale, mentre risulta direttamente proporzionale la relazione tra incremento della BMD e durata della precedente terapia con denosumab. In quest'ultimo caso è stato evidenziato che l’incremento percentuale di BMD risulta inversamente proporzionale al il tempo trascorso tra l’ultima somministrazione di denosumab e la prima somministrazione di romosozumab. In tutti e tre i gruppi di pazienti è stato osservato un decremento del beta-CTX sierico, mentre è stato registrato un incremento dei valori di BALP soprattutto nelle pazienti naïve e precedentemente trattate con bisfofonati. The aim of this study was to evaluate the effect of romosozumab on bone mineral density and bone remodeling markers (MBTs) in previously treated patients (bisphosphonates or denosumab) in comparison with naïve patients. 25 patients were included in the analysis (5 naïve, 13 had previously been treated with bisphosphonates and 7 with denosumab). T-Score and BMD were calculated at the lumbar spine and total hip before and at the end of treatment. Serum beta-CTX and bone alkaline phosphatase (BALP) levels were monitored during the study. Over 12 months, romosozumab led to BMD changes at the lumbar spine of +15% in naïve patients, +10.5% in patients previously treated with bisphosphonates, +13.7% in patients previously treated with denosumab; BMD changes at the total hip were: +10.2% in naïve patients, +1.9% in patients previously treated with bisphosphonates and 4.8% in patients previously treated with denosumab. BMD gain was inversely associated with the duration of prior bisphosphonate therapy and proportional with the duration of denosumab therapy We also found that time between last denosumab dose and the first administration of romosozumab was inversely associated with BMD gain. As we expected, serum beta-CTX levels decreased in all groups during treatment, meanwhile we found a significant increase in BALP especially in previously treated with bisphosphonates and naïve patients.